Dal racconto al romanzo?

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  1. Alessanto
     
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    Premetto che mi sto cimentando nella stesura di un romanzo.
    Mi sto trovando davanti a un problema. Sarà forse per la mia abitudine ai tagli brevi (fino a ora ho scritto in media racconti da max 35.000) ma trovo difficile inserire digressioni e tutto quanto necessario per arricchire la storia (evitando magari descrizioni tipo elenco del telefono) e renderla più "rotonda".

    La vicenda che vorrei narrare è strutturata e anche piuttosto complessa, ma trovo che la mia tendenza (alcuni l'hanno definita così) a essere molto visivo, mi porta, nelle sequenze che scrivo, ad andare "subito al sodo", senza soffermarmi su pensieri e quant'altro.

    In sostanza vorrei evitare di perdermi forzandomi di allungare il succo, ma non voglio nemmeno bombardare il lettore di eventi e dialoghi, presentando personaggi l'uno sull'altro, senza dargli in tempo di rifiatare un po'.
    In sostanza credo di dare poco respiro e comprimere tutto; mi hanno detto, infatti, in parecchi che molti dei miei scritti andrebbero sviluppati.

    Avete qualche idea/consiglio da darmi?

    Grazie a tutti, Antonio.
     
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  2. rehel
     
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    Più che altro qualche considerazione…
    In una vicenda complessa ogni personaggio ha degli obiettivi che deve raggiungere. Molto spesso i vari personaggi hanno obiettivi contrastanti ed è proprio questo contrasto di intenzioni che provoca il contrasto fra le azioni dei personaggi e provoca l’interesse del lettore. Tant’è che spesso si arriva al classico climax finale, ovvero il culmine della tensione che DEVE esplodere e sgonfiarsi.
    Credo che tu possa fare “parlare” i tuoi personaggi proprio facendoli agire in conseguenza delle motivazioni che li spingono ad agire. In tale modo avresti meno bisogno di spiegoni, perché per i personaggi parlerebbero le loro mosse.
    In effetti ci sono scrittori prolifici, col word processor diarroico, direbbe Stephen King, e lui ne produce a tonnellate di roba; altri che sono più stitici. Io mi colloco fra i secondi, e delle volte mi trovo a dovere rimpolpare con interventi successivi prime versioni troppo scarne.
    Non dimentichiamoci però che molto dipende dalla voce narrante utilizzata. Una prima persona tenderà fatalmente di più a una sua naturale logorrea. Un narratore omnisciente sarà tendenzialmente più freddo e distaccato. Ecc.ecc.


    P.S.
    Una considerazione più cattivella porterebbe a chiedersi: se non ti senti in grado di padroneggiare bene questa materia, forse, dico forse, non sei ancora maturo per scrivere un romanzo.
    Te lo dico per esperienza personale. All'inizio mi sono buttato (non subitissimo) a scrivere cose lunghe. Poi ho capito che non ero pronto e sono tornato ai racconti.
    Adesso, a distanza di tempo, comincio a pensare di esserlo; forse. E magari di potere tornare a provarci.

    P.P.S.
    Una interessante scappatoia potrebbe essere quella di trattare ogni singolo capitolo come un racconto il più possibile compiuto in sé, ma che alla fine permetta con pochi aggiustamenti di realizzare il sospirato romanzo...
     
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  3. AlexMai
     
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    Avevo i tuoi stessi problemi... perchè scrivevo navigando a vista. Dal quarto romanzo ho cominciato a scrivere l'outline prima del romanzo (purtroppo ne scrissi solo mezza e infatti il romanzo finisce malamente), ora sto scrivendo il quinto a partire dall'outline completa: va molto meglio!
     
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  4. Daniele_QM
     
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    Intanto per farti un'idea della lunhgezza dovresti buttar giù una scaletta. Esempio: 20 capitoli, 10 pag. a testa, fanno 200 pagine.
    Credo tu sappia come scrivere 10 pagine compiute. Quinti, un capitolo alla volta, lavorandoci su, dovresti riuscire a ottenere poi un buon risultato finale.
    Aggiungo: i personaggi non sono nella storia per fare le cose che mandano avanti la storia stessa. I personaggi si fanno i fatti loro, ognuno ha una vita propria. Inizia col dipingere quella, i problemi di ognuno di loro. Per questo ti serve un background per ogni prsonaggio. Quindi inizia a stilare anche quello.
    Il romanzo è un mosaico che viene fuori dopo aver composto tutti i vari pezzi che ti sei creato in precedenza.
     
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  5. margaca
     
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    Io ho finito da poco il mio primo romanzo dopo averci lavorato per anni, avendo il tuo stesso problema (veniva fuori sempre un racconto lungo) e fra poco pubblicherò. Bisogna lavorarci tanto sopra, le scalette aiutano tanto, ma anche la sinossi: scrivere una sinossa prima di cominciare è basilare, dare una testa e una coda al libro è essenziale, poi gli sviluppi vengono da soli, almeno per me è successo così. Ho buttato giù una prima versione di un centinaio di pagine e poi c'ho lavorato sopra (fai parlare di più i personaggi, fai succedere altre cose ecc.). Avere un inizio e una fine del libro è essenziale...

    Dimenticavo: prima di scrivere il mio primo romanzo ho scritto racconti per tanto tanto tempo, da quando avevo 10 anni (adesso ne ho 35)
     
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  6. elenavesnaver
     
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    La sinossi può veramente darti una mano e anche trattare i singoli capitoli come fossero dei racconti.
    Per esperienza mia e pure io ho il "problema" di essere asciutta, la cosa che più mi ha aiutato è stato "lasciar respirre": lasciar respirare i personaggi, la vicenda, permettermi di respirare io stessa, invece di star lì e far succedere tutto in un sorso.
    Se proprio non ti viene, perché non provi con gli episodi seriali? Le ragioni dell'inverno ha questa struttura e ti assicuro che piace molto.***
     
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  7. melantropo
     
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    Ora.
    Non è che tutte le storie possano diventare romanzi.
    Ci sono storie che hanno respiri ampi (e personaggi e intrecci e eventi di conseguenza) e altre che invece vogliono restare brevi, per necessità intrinseca (il rischio è di diluire la minestra rendendola brodosa e insipida).
    Così, se hai in mano una storia che chiede spazio, non puoi prescindere da un minimo di pianificazione (per non accartocciarsi e scervellarti infine per ricostruire la coerenza interna).
    Una considerazione estemporanea: non credo che la maturità letteraria si calcoli in base al numero dei romanzi scritti o pubblicati (la relazione maturità-pubblicabilità di un testo raggiunge a volte dimensioni aberranti, lo vediamo ogni giorno sui banchi delle librerie), quanto piuttosto all'affinamento di stile, sensibilità narrativa, proprietà tecnica, idee... Opinione personale, eh.
     
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  8. margaca
     
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    Quoto pienamente: infatti ci sono storie che rimarranno per sempre racconti e altri che nascono o diventeranno romanzi. Prima di tutto bisogna capire questo, nella mia esperienza personale intuiscono subito quando una storia può diventare un romanzo o no.
     
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  9. Alessanto
     
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    Grazie a tutti per le risposte, le sto leggendo tutte con molta attenzione.

    :P
     
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  10. AlexMai
     
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    Assolutamente vero, più scrivi e più sai di non saper scrivere, parafrasando ;-)
     
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  11. Pecorella75
     
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    Io posso solo dirti che ho il tuo stesso problema, e da quando ho deciso di cimentarmi anche io con il romanzo mi sono completamente bloccato...
    Credo che la soluzione migliore, soprattutto per chi è alle prime esperienze con le lunghe distanze, sia proprio quella di fare una scaletta quanto più dettagliata possibile. Una volta ho seguito un'intera lezione di Montanari su come costruire questa benedetta scaletta.
    A sentirlo dire da lui sembrava una figata pazzesca, mi sono detto "così sì che ce la posso fare!", poi però a casa non ci sono mai riuscito...
     
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  12. Alessanto
     
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    CITAZIONE (Pecorella75 @ 21/4/2010, 23:01)
    Io posso solo dirti che ho il tuo stesso problema, e da quando ho deciso di cimentarmi anche io con il romanzo mi sono completamente bloccato...
    Credo che la soluzione migliore, soprattutto per chi è alle prime esperienze con le lunghe distanze, sia proprio quella di fare una scaletta quanto più dettagliata possibile. Una volta ho seguito un'intera lezione di Montanari su come costruire questa benedetta scaletta.
    A sentirlo dire da lui sembrava una figata pazzesca, mi sono detto "così sì che ce la posso fare!", poi però a casa non ci sono mai riuscito...

    Quoto in pieno!
    Ho comprato un libro (€ 18) per leggere per bene il capitolo sulle digressioni (me lo sono pure forocopiato per sottolinearlo) e ancora non ho ottenuto nulla.

    Il mio problema non è la scaletta (che ho fatto) ma è che devo fare la sequenza "A parla con B e occorre che si capisca X e Y della vicenda complessiva" ecco che scrivo quello che devo (al meglio che posso... sarà questo il problema che il mio meglio non è questo poi granché? :huh: ) e mi trovo con una paginetta.

    Ripeto il pezzo magari funziona, ma mi trovo a bombardare il lettore di sequenze con sole azioni, senza pause.
     
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  13. margaca
     
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    Anche io ho provato a fare una scaletta, ma alla fine ho rinunciato. Preferisco buttare giù di getto una prima versione del romanzo, anche poche pagine, per poi lavorarci sopra e svilupparlo.
     
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  14. RobertoBommarito
     
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    se conosci un po' d'inglese, magari questo sito potrebbe esserti utile:

    www.writesf.com/

     
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  15. melantropo
     
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    CITAZIONE (Alessanto @ 22/4/2010, 07:27)
    Quoto in pieno!
    Ho comprato un libro (€ 18) per leggere per bene il capitolo sulle digressioni (me lo sono pure forocopiato per sottolinearlo) e ancora non ho ottenuto nulla.

    Il mio problema non è la scaletta (che ho fatto) ma è che devo fare la sequenza "A parla con B e occorre che si capisca X e Y della vicenda complessiva" ecco che scrivo quello che devo (al meglio che posso... sarà questo il problema che il mio meglio non è questo poi granché? :huh: ) e mi trovo con una paginetta.

    Ripeto il pezzo magari funziona, ma mi trovo a bombardare il lettore di sequenze con sole azioni, senza pause.

    Quest'ultimo non lo vedo come un problema.
    Fa parte semplicemente del tuo modo di scrivere.
    Mi spiego: a meno che tu non abbia in mente uno stile da imitare, quale sarebbe l'ostacolo nell'esprimere una narrativa tua? Pensa: quello che tu consideri un difetto potrebbe essere un pregio, chissà!
    Si è citato sopra King (che di digressioni ne sa qualcosa): sappiamo tutti cosa combina King con le sue storie, soprattutto da una certa parte in avanti della sua produzione. Ma in un romanzo non devono entrare cose che non siano necessarie.
    Opinione personale: odio le digressioni. Se c'è l'esigenza di creare uno sfondo a una vicenda, allora non è una digressione (ovvero: lo è in senso tecnico, ma è funzionale allo svolgimento dell'intreccio, e perciò non è posticcia, attaccata là per aumentare il numero delle battute).

    Bello però che ci sia uno spirito critico nei confronti del proprio lavoro. Mettersi in dubbio è garanzia di progresso.
     
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34 replies since 21/4/2010, 09:37   681 views
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