Un tirapiedi e mezzo

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  1. L'Aguzzino
     
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    Un tirapiedi e mezzo
    (4166 car.)

    Stanotte si balla. Fiorenzo sorride. Lui, con quella dentiera storta e l'occhio di vetro. Che cazzo avrà da sorridere sempre?
    «Strizza quel pedale, Joe!»
    Lo guardo. Ha la fissa dei nomi americani. Fanculo! Bruce Willis gli ha pisciato nel cervello.
    «Sta zitto, Fiore.»
    Lui ridacchia, o sogghigna, comunque storce le labbra.
    «Eccola, eccola!» Si sbraccia sul sedile, puntando il suo indice mozzo verso un punto alla mia destra. C'è una casa arancione laggiù. Non che si veda il colore a quest'ora di notte, ma è lei. Il civico è quello.
    «E adesso?»
    «Adesso che, pezzo d'idiota?» Certe volte proprio non lo reggo. «Entriamo e lo facciamo secco.»
    Fiorenzo sussulta, sgrana l'unico occhio vivo e per un attimo temo gli schizzi fuori. Ma non succede.
    Peccato. Sarebbe stato uno spettacolo.
    «Non fare cazzate»
    «Nossignore» promette, rigirandosi il coltello tra le mani. «Vedrai.»
    Eh già. Vedrò.
    Scendiamo dalla macchina e corriamo bassi lungo il muro di cinta che costeggia la villetta.
    Strano che un pezzo di merda indebitato fino al collo possa permettersi questo gioiellino. Proprio vero che l'essere umano è stupido.
    Raggiungiamo la veranda e sbircio dalla finestra. C'è qualcuno appisolato in poltrona, davanti a una tv accesa. Non poteva andare meglio, il poveraccio s'è addormentato con le serrande alzate.
    «E adesso?» La vocetta di Fiorenzo mi strazia il cervello. «Entro io o entri tu?»
    Odiosa goccia di un rubinetto aperto.
    «Sta zitto.»
    Colpisco il vetro con il pugno guantato, un solo colpo, perché sono un professionista. La finestra va in frantumi e con un balzo sono dentro.
    L'uomo in poltrona fa un salto, solo quello. Poi gli sono addosso, il coltello sulla sua gola, la mia mano sulla sua bocca.
    Fiorenzo, alle mie spalle, piagnucola e geme mentre scavalca.
    «Joe, ma questi vetri tagliano...»
    «Sta zitto!»
    Tace. Grazie al cielo è un buon soldato.
    Il tizio sotto di me mugola disperato, si agita tentando di liberarsi, ma io gli sono sopra. Non può andare da nessuna parte.
    «Sai chi siamo?» gli domando, incollandomi ai suoi occhi enormi.
    Scuote la testa, singhiozzando.
    «La tua condanna, signor Tito Claudio Ponzi.»
    Eccolo che si agita di nuovo, il disgraziato. Gli assesto una ginocchiata sui genitali, sui quali già poggio, e ottengo di calmarlo.
    «Dovevi saldare i tuoi debiti» sussurro, il mio fiato nel suo orecchio, «con l'Aguzzino non si scherza.»
    Ponzi ricomincia a dibattersi, insulso pesce infilzato dall'amo.
    «Ehi Joe, forse vuole dirci qualcosa...»
    Il sapientone ha parlato. Bravo, ha infilato una frase sensata una volta tanto. E il tizio annuisce, a conferma che è vero.
    Gli tolgo la mano dalla bocca, ma in compenso gli infilo la lama del coltello tra i denti, appuntandola al palato.
    «Che diavolo vuoi?»
    «I-io n-non sono quello che cercate!»
    Sbuffo in una specie di risata. Avrebbe dovuto fare l'umorista.
    «Certo che sei tu, Tito. Non prendermi per il culo.»
    Muovo la mano, pronto ad affondargli il coltello su, dritto nel cervello.
    «No! No!» si sbraccia, in lacrime. «Non mi chiamo Tito! Solo Claudio, Claudio!»
    Resto di sasso a fissare il volto tirato e sudaticcio di Ponzi. Poi mi giro piano verso Fiorenzo.
    «Siamo nel posto giusto, vero?»
    Lui fa spallucce, come se non ne sapesse nulla.
    «C'era quest'indirizzo sulle pagine bianche» farfuglia con aria ebete, «hai visto anche tu.»
    Digrigno i denti, rischiando di spezzarmeli.
    «Ho visto quello che tu mi hai fatto vedere...»
    Torno a guardare Ponzi e lo sollevo per il bavero. «Fammi vedere la tua carta d'identità! Adesso!»
    L'uomo annuisce e indica il corridoio.
    «C'è un appendiabiti con un cappotto marrone. In una tasca... il portafogli.»
    Faccio un cenno a Fiorenzo e finalmente si muove. Va. Fruga. Torna.
    Mi porge il documento.
    Lo apro.
    Claudio Ponzi.
    «Ecco... » balbetta, tentando l'approccio amichevole, «vede? “Tito” non c'è. Non nel mio nome!»
    Cazzo. Troia merda.
    «Ora mi lascere...»
    Do uno strappo e la carne si apre, dalla gola una fontana di sangue. Gli tiro un calcio e lo mollo lì, a terra, a contorcersi nella pozza vermiglia.
    «Joe, mi dispi...»
    «Sta zitto!» Lo afferro per il bavero e lo trascino con me fuori, nella notte. Idiota di un fratello.
    Mi toccherà fare il doppio lavoro anche stavolta.


     
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  2. giudappeso
     
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    Non ero sicuro di dove volessi andare a parare, ma poi qualche riga prima ho capito, eccolo lì. :ghgh: Quando si dice alla lettera. :asd:
     
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  3. HolidayGoLightly
     
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    Vedo che anche tu hai preso alla lettera il tema del nome :)
    E' scattante, mi è piaciuta molto la descrizione di Fiorenzo, che fa convergere azione e situazione comica...
    Sembrerebbe scritto da uno a cui queste cose piace farle per davvero, o che ha un'ottima cultura di polizieschi :D
    Il duro e la sua spalla (sgangherata)
     
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  4. Help1712
     
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    AHAHAHAH!!!
    Molto bello e scorrevole, anche se
    CITAZIONE
    «con l'Aguzzino non si scherza.»

    un pò di mania di protagonismo in meno non guasterebbe... :D
     
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  5. Peter7413
     
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    Ciao!
    Faticoso da leggere nella prima parte, poi ingrana e si arriva al finale volentieri.
    Soprattutto a fare le spese delle incertezze delle prime righe sono i due personaggi, che mal si delineano.
    Ho dei dubbi forti sull'attinenza al tema. I due sbagliano persona, ok, ma allora sarebbe NON è IL NOME GIUSTO.
    E se consideravi lo sfigatello, anche lì, non quadra, perché sarebbe NON E' IL MIO NOME.
    Rimango in attesa di spiegazioni, ma per il momento ti considero fuori tema.
    A presto!
     
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  6. L'Aguzzino
     
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    CITAZIONE (Peter7413 @ 30/4/2010, 00:29)
    Ciao!
    Faticoso da leggere nella prima parte, poi ingrana e si arriva al finale volentieri.
    Soprattutto a fare le spese delle incertezze delle prime righe sono i due personaggi, che mal si delineano.
    Ho dei dubbi forti sull'attinenza al tema. I due sbagliano persona, ok, ma allora sarebbe NON è IL NOME GIUSTO.
    E se consideravi lo sfigatello, anche lì, non quadra, perché sarebbe NON E' IL MIO NOME.
    Rimango in attesa di spiegazioni, ma per il momento ti considero fuori tema.
    A presto!

    Semplice: il nome aggiunto "Tito" non è all'interno del nome della vittima, e lui usa quelle parole per spiegarlo.
    La frase che usa, in particolare, "non nel mio nome!" contiene tutta la sua disperazione e il terrore di fronte alla possisbilità di morire.
    Ci sono molti modi per considerare un "tema", ora ne conoscete uno nuovo. Come dice giudappeso: "alla lettera". ;)
     
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  7. Peter7413
     
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    Aguzzino, mi inchino.
    La frase m'era sfuggita, ma c'è e di conseguenza il tema è centrato, anche se, a mio parere, solo marginalmente.
    :)
     
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  8. Pecorella75
     
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    Carino, a dirti la verità mi aspettavo un colpo di scena finale che non è arrivato. Comunque (come si dice, cameo giusto?) la comparsa dell'aguzzino nel racconto è meravigliosa! :lol:
    Ogni tanto ci si incasina un po' con i personaggi all'inizio, dopo fila meglio.
     
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  9. nescitgalatea
     
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    Gran ritmo e la storia regge. I dialoghi sono giusti e caratterizzano i personaggi anche se solo debolmente delineati. Insomma caro Aguzzino. M’inchino. Piaciuto.
     
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  10. sgerwk
     
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    A forza di partecipare a MC mi sono convinto che le interpretazioni "linguistiche" del tema, per quanto corrette, siano un po' prevedibile (e no, non l'hai inventata tu: mi ricordo per esempio un eterno secondo il cui il secondo era il sessantesimo di minuto). Il racconto non è male, ma la scrittura ha diversi problemi, e questo finisce per penalizzare la storia.

    "strizza" il pedale? dato che è scritto in un dialogo andrebbe anche bene, ma qui dovrebbe servire a far capire che i due sono in macchina, cosa che invece ci ho messo un po' a realizzare

    "sta zitto" manca l'apostrofo su sta' (tutte le volte)

    "c'è una casa arancione laggiù" l'ultima parola mi sembra di troppo

    "E adesso?" chi è a parlare? (inizialmente avevo capito Fiorenzo, poi dalla frase dopo pensavo il narratore, e poi leggendo ancora più avanti mi sono reso conto che era Fiorenzo)

    "Fiorenzo sussulta, sgrana l'unico occhio vivo e per un attimo temo gli schizzi fuori. Ma non succede." Mi suona un po' male. Forse è una mia fisima, ma mi sembra che la congiunzione, per quanto grammaticalmente corretta, sia un po' fuori posto: la mezza frase prima di "e" ha come "personaggio" Fiorenzo, mentre la parte dopo ha il narratore; secondo me potrebbe essere più fluido dire "Fiorenzo sussulta, sgranando l'unico occhio vivo. Per un attimo temo gli schizzi fuori, ma non succede."

    Idem per "Raggiungiamo la veranda e sbircio dalla finestra"

    "Non poteva andare meglio, il poveraccio s'è addormentato con le serrande alzate." due punti al posto della virgola

    "L'uomo in poltrona fa un salto, solo quello." il "solo quello" è ambiguo: stai dicendo che non fa altri salti oltre quello oppure che non fa altro che un singolo salto?

    "Poi gli sono addosso": mi sembra che il "Poi" non sia appropriato

    "Grazie al cielo è un buon soldato" veramente, uno che piagnucola di solito non viene considerato un buon soldato; forse volevi dire che almeno è uno che esegue gli ordini?

    "E il tizio annuisce" stessa cosa: l'"E" mi pare fuori posto

    "appuntandola al palato" come fa poi quello a parlare? l'idea che mi dà questa frase è che la lama vada nella bocca da sotto in su, e che quindi il tizio non sia in grado di parlare in modo comprensibile (fai la prova con una matita :D )

     
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  11. L'Aguzzino
     
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    CITAZIONE (sgerwk @ 3/5/2010, 17:52)
    "sta zitto" manca l'apostrofo su sta' (tutte le volte)

    Vero. La fretta, la fretta... ;)

    CITAZIONE
    "E adesso?" chi è a parlare? (inizialmente avevo capito Fiorenzo, poi dalla frase dopo pensavo il narratore, e poi leggendo ancora più avanti mi sono reso conto che era Fiorenzo)

    Non mi sembra difficile. Elasticità, ragazzo...

    CITAZIONE
    "Fiorenzo sussulta, sgrana l'unico occhio vivo e per un attimo temo gli schizzi fuori. Ma non succede." Mi suona un po' male. Forse è una mia fisima, ma mi sembra che la congiunzione, per quanto grammaticalmente corretta, sia un po' fuori posto: la mezza frase prima di "e" ha come "personaggio" Fiorenzo, mentre la parte dopo ha il narratore; secondo me potrebbe essere più fluido dire "Fiorenzo sussulta, sgranando l'unico occhio vivo. Per un attimo temo gli schizzi fuori, ma non succede."

    Potrebbe, sono due forme entrambe corrette.

    CITAZIONE
    Idem per "Raggiungiamo la veranda e sbircio dalla finestra"

    Capisco. Vi sono due soggetti celati. Avrei potuto fare meglio.

    CITAZIONE
    "L'uomo in poltrona fa un salto, solo quello." il "solo quello" è ambiguo: stai dicendo che non fa altri salti oltre quello oppure che non fa altro che un singolo salto?

    Fa solo quello e nient'altro.

    CITAZIONE
    "Grazie al cielo è un buon soldato" veramente, uno che piagnucola di solito non viene considerato un buon soldato; forse volevi dire che almeno è uno che esegue gli ordini?

    Il riferimento è ovviamente quello.
    CITAZIONE
    "appuntandola al palato" come fa poi quello a parlare? l'idea che mi dà questa frase è che la lama vada nella bocca da sotto in su, e che quindi il tizio non sia in grado di parlare in modo comprensibile (fai la prova con una matita :D )

    Come dicevo, elasticità. Avrei dovuto spendere due righe per dire che ritraeva il coltello in modo che l'altro parlasse, o che nel parlare si capiva male, ecc. Credo che a volte valga la pena lasciare qualcosa non detto, in modo da dare al lettore facoltà di interpretazione e immaginazione. Non era un passaggio necessario.

    Grazie per le osservazioni! :diablo:
     
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  12. Medusa
     
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    L’inizio mi sembra un po’ pesante, direi quasi tirato non tanto per quello che dici perché, ehi, un racconto da qualche parte dovrà pure iniziare, ma per come lo dici. Mi sembra tanto una versione ammorbidita del linguaggio da gang americana che a me , in effetti, piace poco.
    Per il resto è scorrevole, scontato dal momento in cui dici “La tua condanna signor Tito Claudio Ponzi.”
    Un ultimo appunto per me che è la prima volta che partecipo a Minuti Contati è fuorviante e indicativo perché apre un mondo di opportunità all’interpretazione del tema.
     
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11 replies since 27/4/2010, 23:04   318 views
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