Valneve

Lo stile è ottimo, molto ben scritto questo racconto, anche se ci sono alcuni difetti di forma ricorrenti (da tiratina d'orecchi: tipo l'uso di "gli" quando è riferito a una figura femminile che richiedeva il "le"). La storia è accattivante e rendi in modo inquietante il cambiamento del ragazzo. Però... poi? Cioè, non è che io abbia niente contro i finali in sospeso, ma questo è davvero TROPPO in sospeso, anche perché non solo lasci al lettore la decisione di scegliere cosa farà la disgraziata, ma non è chiaro per niente se lei sia stata plagiata dal fidanzato o la storia della relazione sia vera. Marica - o chi per lei - sembra non conoscere Michela, non la riconosce. Quindi si è portati a pensare che sia tutta mera follia. Però la costruzione che c'è dietro non rende chiara questa posizione.

Qualche difetto di forma può esserci scappato, purtroppo il racconto l'ho editato all'ultimo minuto in vista del primo del mese. Peccato, grazie comunque della segnalazione, così dopo correggo, che il racconto mi può servire in altri concorsi.
In effetti il finale aperto è il motivo per cui ho postato il racconto per usam, per saggiare un po' che effetto fa ai lettori. Immagino sia un po' spiazzante, forse al limite del sopportabile... Vediamo che ne pensano gli altri.

Diciamo che il voto alto è per il tuo modo di scrivere che ho trovato curato e con molti dettagli. Ci sono delle cose da migliorare, per il resto la storia è narrata molto bene. Il finale non riesce a ridare quel che prometteva: è per colpa della fretta di terminare il racconto o per scelta voluta? Nel qual caso, non vedo il perché del titolo quando si accenna appena a quel che accade in quel paese? In definitiva forse il finale, più che aperto, è ancora solo abbozzato: Marica è colpevole o no?

Refusi

le bocche che si muovono come pesci non ne ho viste mai
le bocche (labbra) dei ragazzi intorno a noi si muovono come “le bocche” di buffi pesci dentro un grosso acquario.
dovrebbe essere trasparente la vestaglia e non il corpo

Domanda che sembrava rivolta alla madre e non al figlio

ripetizione

Descrizione che non si capisce molto (almeno per me che non capisco al volo) leggendo il top in quarzo mi è venuta in mente venusia vestita con un toppino a coprirle le tette robotiche

una schiena che si dipana? Al limite la colonna vertebrale

così sembra un qualcosa che sta nel mezzo dei jeans, e non che riesce a superare lo spessore di entrambi

ripetizioni

Mancherebbero i punti interrogativi
Solo una riflessione: tendi a ripetere i concetti ti lascio solo alcuni esempi ma ce ne sono altri.
Nei periodi:


Nelle frasi:

L'intero racconto pare, in effetti, giocato su questa atmosfera.
Sembra di respirarla l'aria inquietante di Valneve (di cui poi paiono intrisi anche i luoghi dove maggiormente si svolge il racconto).
Una sensazione che mi ricorda Twin Peaks. L'inizio, soprattutto. Quella musichetta iniziale che accompagna tutta una serie di panoramiche di questa cittadina misteriosa e inquietante.
E qui c'è, secondo me, il problema maggiore. Il racconto pare tutto giocato su quest'atmosfera. E' un'onda che si propaga lentamente - molto lentamente - e, talvolta, pare che ristagni. Non so se rendo.
Parrebbe una sorta di grosso incipit in cui ci presenti l'ambientazione, i personaggi e li poni di fronte a delle scelte.
Il finale a sorpresissima non mi dispiace mica. Anche se io preferisco sempre che sia l'autore a indirizzare un minimo la mia immaginazione.
Ah!, e c'è Murakami in questo racconto, naturalmente...

Ma... ma...
insomma. Il finale? Dove mi hai nascosto il finale? Un paio di righe, forse cinque. Servono. E' davvero un peccato chiudere così brevemente. Non voglio l'accoltellamento eh, capiamoci. Io voglio sapere di Dario, sapere se è in coma, se è nella mente di Michela, se è lì, se non lo è, come credo. Un indizio in più lo voglio, perché sono rimasto infastidito, sì, enormemente infastidito da questo conoscere solo la vicenda di marica-papà-mamma-michela, e non avere una certezza sulla vicenda di dario-michela-altrodario.
Mi devi lasciare più soddisfazione, come lettore. Questa chiusura è brusca e troppo rapida per riuscire a mantenere quanto di buono fatto con il resto. Sistemala, e il racconto è ottimo, accennato quanto basta e ben gestito. Una buonissima prima persona, credibile, che lascia intuire l'ossessione, il dolore e la visionarietà di certi tratti. Bravo, davvero, nel gestire il ritmo.
Poi invece no. Il capitolo nove e dieci mi ha lasciato così... ad aspettare qualcosa che non è arrivato.
Il nove va bene, in realtà, anzi, metterei ancora più velocità, più rapidità e più suoni e odori, rimettici gli odori sì, che sono un buon fil rouge per marica. Però il dieci no, ci vuole ancora qualche pennellata, dimmi di dario, di dov'è, cosa fa, se c'è, e dimmi di michela, meglio, di come si vede, si percepisce dipingila meglio quella scena che chiude il racconto, di lei col tagliacarte in mano.
Poi è perfetto, se lo sai fare bene. Lavoraci perché è buono.

Un racconto scritto in maniera esemplare e molto accattivante (malgrado nella prima frase ci sia un "mente" che dovrebbe essere un "mentre". Non è semplice da sassimilira e da capire, però la forma è più che eccellenti, ci sono delle belle frasi e dei bei virtuoosismi narrativi. Insomma oggettivamente è molto valido dal mio punto di vista. Tuttavia mi ha lasciato un senso di... qualcosa che manca... per renderlo chiaro. voto 3