La prenotazione

di Luca Pagnini - 2485k

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  1. black cat walking
     
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    La prenotazione



    Lester entrò nel ristorante più alla moda della città, convinto di essere in ritardo.
    «Buonasera», disse al responsabile di sala, quasi in apnea per la corsa.
    «Buonasera», gli rispose quello, squadrandolo da capo a piedi. Evidentemente c'era qualcosa nel suo aspetto che non andava, ma lui non se ne preoccupò. Finché pago, pensò, può guardare quanto gli pare.
    Mentre sbirciava nella sala, comunicò: «Ho prenotato un tavolo per due a nome Cowans, grazie.»
    Il maitre alzò un sopracciglio e senza dire una parola sfogliò l'agenda delle prenotazioni. Passò l'indice su e giù per la pagina un paio di volte e poi, sorridendo soddisfatto, disse: «Mi spiace signore, ma non risulta nessuna prenotazione a nome Cowans.»
    Per un attimo Lester ebbe la sensazione di svenire, poi si rese conto che la sua dama non era ancora arrivata e con tutta la gentilezza di cui era capace, fece un altro tentativo.
    «Eppure ho telefonato ieri. Controlli ancora, per favore.»
    In quel momento entrò una coppia in pelliccia e smoking che salutò, «Buonasera Alan», e passò oltre.
    «Buonasera, Giudice Tilman», rispose affabile l'uomo con l'agenda. Quindi rivolto a Lester, riprese: «Ho già controllato, signore. Se le dico che non c'è nessuna prenotazione, significa che non c'è nessuna prenotazione».
    Lester sentì il collo irrigidirsi, non era un buon segno.
    «Lei non ha capito, Alan, io ho prenotato per tempo e ho pure scelto il tavolo vicino alla finestra. Deve per forza aver controllato male. Ricontrolli, per favore.»
    «Signore, è lei che non capisce. Se non se ne va subito, sarò costretto a chiamare la vigilanza.»
    «Ho capito», disse Lester, abbassando la voce, «qui la mancia usa in anticipo...» e prendendo il portafoglio fece per estrarre una banconota. L'altro, invece di ammiccare, alzò la cornetta del telefono accanto al leggio: «Vigilanza?»
    Lester pensò a quanto contasse per lui quella cena; a quanto ci avesse messo a convincere Elen a uscire. Con un accenno di ribellione spinse di lato il maitre e si diresse dritto al tavolo vicino alla grande finestra che dava sulla città.
    Il colpo lo raggiunse in piena nuca quando ormai era a un passo dalla sedia di quello che credeva essere il suo tavolo. Materia grigia e sangue sporcarono in maniera inopportuna l'apparecchiatura che fu subito sostituita.
    Dopo un attimo di smarrimento i ricchi abitanti di Jessup, Mississipi, ripresero tranquillamente le loro conversazioni davanti ai piatti imbanditi, chissà cosa voleva rubare quel ragazzo negro, si chiesero.
     
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  2. margaca
     
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    Altro bel tema, interpretato in modo geniale, finale strepitoso. Sei un grande! Dieci e lode!
     
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  3. Gordon Pym
     
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    Ciao black cat! Mi è piaciuto, idea buona e ben scritto. L'unica osservazione che posso muovere riguarda il concetto che ti espongo:
    SPOILER (click to view)
    tu non dai una connotazione temporale, però se gli abitanti del Mississipi considerano con indifferenza l'uccisione di un negro mi vien da supporre si trattasse di un periodo "infelice" a livello razziale, quindi Lester avrebbe dovuto sapere ciò a cui andava incontro. Pur sembrando questo un elemento banale, mi fa un po' traballare la credibilità dell'insieme.

    Comunque non male.

    un piccolo appunto:
    CITAZIONE
    Evidentemente c'era qualcosa nel suo aspetto che non andava, ma lui non se ne preoccupò.

    l'ultimo soggetto era il responsabile della sala, mentre qui sicuramente parli di Lester
     
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  4. Peter7413
     
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    Ola!
    Molto buono sia il racconto che l'utilizzo del tema.
    In effetti però avresti potuto contestualizzare meglio nel periodo storico, bastava anche solo un accenno.
    In ogni caso il racconto è bello solido.
    :)
     
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  5. _ngranek_
     
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    Ciao, black cat walking. ^_^

    SPOILER (click to view)
    Solo una cosa: scusa, ma non bastava cacciarlo fuori, magari anche a pedate? Perché ucciderlo? :blink:
     
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  6. HolidayGoLightly
     
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    Ciao gatto ^^
    SPOILER (click to view)
    Bello, mi è piaciuto molto, l'ho trovato corposo.
    Mi hai spiazzato, colto di sorpresa, forse anche un po' lasciato di stucco...succedeva veramente così all'epoca di queste discriminazioni razziali? Sono poco ferrato in merito ai fatti di cronaca del tempo (ecco, forse un'indicazione temporale ce l'avrei messa), ma al di là di questo, davvero efficace!!! Complimenti ;)
     
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  7. black cat walking
     
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    Grazie ai primi cinque per le letture e i bei commenti. :D
    SPOILER (click to view)
    Rispondo un po' a tutti simultaneamente: il periodo storico non è indicato perchè in realtà non esisterebbe. Mi spiego, il racconto potrebbe svolgersi negli anni '50, ma nemmeno negli anni '50 avrebbero ammazzato una persona in quel modo (magari l'avrebbero rapita e impiccata a un albero, questo quasi sicuro) e, soprattutto, nessun ragazzo di colore sano di mente avrebbe mai fissato un appuntamento in un ristorante del genere (ammesso e non concesso ne avesse mai avuto la possibilità economica). Ecco che il mio non è un racconto storico, ma la ricostruzione pulp del pensiero che credo avrebbero avuto i clienti di quel ristorante se un afroamericano avesse provato un affronto del genere.
    Ciao! :)
     
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  8. AngeloF
     
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    Ciao!

    Il racconto è scritto bene, ma non mi è piaciuto per le incoerenze logiche che sottolinei anche tu, che finiscono per rendere il racconto non "credibile"

    PS i finali a sorpresa sono sempre molto rischiosi e il confine con quelli che "ingannano" il lettore non fornendogli qualche informazioni fondamentale è sempre molto labile...
     
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  9. Black _ Dahlia
     
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    Mi sembra un po' troppo cruento il finale: come dice ngranek, probabilmente sarebbe più verosimile che lo cacciassero a pedate, al massimo che lo picchiassero, ma ucciderlo in quel modo... La narrazione, comunque, è scorrevole. L'uso del tema non è forse azzeccatissimo, ma ci può stare. Poi, sì, magari avresti fatto meglio ad accennare (anche solo vagamente) al periodo storico, anche se in realtà si capisce lo stesso. :)
     
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  10. sgerwk
     
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    Ben scritto e con una buona idea di fondo, ossia l'esagerare una situazione plausibile rendendo il finale surreale, ma con dei problemi di credibilità: possibile che non sapesse (o almeno immaginasse) che lo avrebbero quantomeno cacciato? E lui, nonstante questo, ci vuole portare una ragazza con cui ci tiene a fare bella figura?

    In sostanza, è un po' troppo illogico per funzionare da racconto realistico ma ha troppi pochi elementi fantastici per essere un buon racconto surreale.

     
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  11. Medusa
     
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    Devo ammettere che appena ho iniziato a leggere credevo che il motivo per cui il maître fosse così contrariato era perchè il tipo non fosse vestito in maniera consona e mi sono chiesta perché ambientarlo in America. Poi, alla fine, l’illuminazione che però fa venire più dubbi che altro. Se siamo nel vecchio Mississippi ( eh già si scrive con due “p”) il ragazzo di colore è solo un suicidia perché era logico che, anche ammesso che la prenotazione ci fosse, non lo avrebbero fatto mai entrare. Se siamo nel moderno Mississippi, mi sembra quanto mai forzato il fatto che qualcuno ( la vigilanza?) spari ad un uomo solo perché ha oltrepassato il maitrè senza avere un tavolo a suo nome. Inoltre mi sembra assurdo che qualcuno possa continuare a mangiare tranquillamente dopo che “materia grigia e sangue” siano volati ovunque.
     
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  12. nescitgalatea
     
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    Non so dirti di preciso cosa non mi convince. È ben scritto (a parte qualche ripetizione), mi ha sorpresa il fatto che lui fosse di colore (per cui anche qui bene), i dialoghi non sono male. Forse è solo che la situazione è stata vista e rivista, cotta e rimangiata, per cui non mi prende più di tanto.

    Deve per forza aver controllato male. Ricontrolli, per favore – Sostituirei il primo “controllato” con “visto”
     
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  13. black cat walking
     
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    Grazie anche agli ultimi commentatori/lettori! :)
    Per quanto riguarda gli appunti, prendo tutto con favore, ne trarrò certamente un aiuto per il futuro.
    Certo è che se lo facevo ancora più surreale (storico non lo è) non avrebbe avuto lo stesso effetto shock che io volevo avesse.
    Per quanto riguarda l'epoca, visto che mi è stato di nuovo fatta notare, è vero, non è indicata, ma visto il contesto e il luogo (chi ha visto Mississippi - con due p, vero ;) - burning?) non ci si poteva sbagliare di molto. :)
     
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  14. Artyus
     
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    Un bel lavoro, davvero.
    Sono rimasto con la curiosità fino alla fine, chiedendomi dove volevi andare a parare e dov'era la sedia e il finale mi ha spiazzato.
    Rimangono comunque le forzature già sottolineate (un omicidio in un ristorante, un ragazzo che prenota quando non dovrebbe) che danneggiano un po' l'insieme del racconto.
     
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  15. Dylan!
     
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    E' la parte pulp che non mi convince. Vista soprattutto dall'altra parte. Pensa che schifo mangiare per dei bianchi dove si è tutto sporcato di sangue negro. Sì, insomma, credo che se fosse stato colpito e portato via, oppure trascinato fuori e anche trucidato avrebbe avuto un effetto più realistico (e mi riferisco anche alle intenzioni dei bianchi).
    Un'altra cosa: "sotituirono l'apparecchiatura"? Cioè? I tavoli apparecchiati intendi? Non so, ma non mi sembra il termine giusto. Magari per mia ignoranza eh! :huh:
    Ciao Black
     
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16 replies since 24/6/2010, 22:23   187 views
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