Oro
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Oro

di Stefano Pastor - 39mila caratteri

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  1. Gargaros
     
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    "Ecate, figlia mia..."

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    Un po' da qui, un po' da lalà

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    Gli ho dato tre senza ripensamenti. E' una storia scorrevole e spassosa. Non ci sono tempi morti e tutto si spiega. O quasi: non capisco come mai i due folletti alla fine restino in quella zona. Cioè, il protagonista dice che ci è cresciuto lì: se i folletti abitano stabilmente nello stesso luogo, non mi spiego come mai non li abbia mai visti o "avvertiti" prima di trovare la pentola, e specialmente come non abbia trovato anche in passato tonnellate d'oro. Quindi bisognerebbe trovare una spiegazione al fatto che ci restano. Presumo però che non restino per sempre, ma solo per... ehm... recuperare il tempo perduto, ben cinque anni! Però bisogna dirlo o farlo capire, altrimenti il lettore penserà che i folletti si siano stabiliti lì e riempiranno la fattoria di escrementi per sempre (che disgrazia!).

    Una cosa che andrebbe corretta è la fiumana di intuizioni giuste che ha la donna verso la fine. Chi si è interessato di folletti è il protagonista, lei non sa quasi nulla, non ha neanche le basi per arrivare a quelle conclusioni. Se le basi sono le poche frasi dette dal marito, allora bisogna riconoscerle un cervello da genio!

    Altra cosa da correggere sono i discorsi diretti, che a volte sanno troppo di artificioso.

    Nel complesso però è un racconto gradevole e a tratti divertente. Mi è piaciuto il modo in cui hai saputo trattare il mistero nella prima parte, con quei riferimenti velati e sempre più rivelatori, ma di una situazione che continua a sfuggire fino a quando non entriamo nel vivo dell'azione. Mi è piaciuto il finale, con un protagonista che giudica "inutili" gli escrementi, un modo davvero valido per farci vedere la "purificazione" avvenuta nel suo animo.

    Qualche noticina:

    CITAZIONE
    Era sempre così, quando si metteva un'idea in mente non c'era verso di farle cambiare idea.

    Ripetizione brutta.

    CITAZIONE
    Questo è l'esempio che dai ai tuoi figli.

    "Dai" va a ccentato se è verbo dare.

    CITAZIONE
    Durante la notte doveva aver piovuto, perché un arcobaleno dipingeva il cielo.

    Allora, siccome narra il protagonista, e siccome sa che gli arcobaleni sono prodotti dalle pentole (e senza dubbio sa che quelli naturali NON si formano dopo ore che è piovuto), non capisco perché si dica che durante la notte deve aver piovuto. Non ha senso, a parte quello di dare una spiegazione "altra" alla formazione dell'arcobaleno. Ma il lettore (cioè io, ma presumo pure gli altri) questa spiegazione non l'accetta, perché è stupida: anche il lettore SA che gli arcobaleni si formano dove sta piovendo, e non dove è piovuto ore prima!

    CITAZIONE
    «Via di qui?» Ero inorridito che ci avesse anche solo pensato.

    Non so, mi sembra scorretto o brutto. Io scriverei

    «Via da qui?» M'inorridiva che ci avesse anche solo pensato.

    Però posso sbagliare io...

    CITAZIONE
    «Dai, aiutami a salire. Tienila ferma.»

    "Dài", se è verbo Dare

    CITAZIONE
    Mi trascinò fino al punto in cui fino a poco prima si trovava l'altra pentola.

    Ripetizione che si potrebbe sfoltire.

    CITAZIONE
    Non ebbi scelta, mi misi a cercare e individuai il posto, perché la terra era leggermente smossa.

    Dopo cinque anni?!


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22 replies since 31/8/2010, 23:04   477 views
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