Avei visto bene la pratogonista con un po' più di iniziativa e un po' meno pensieri
, e magari un maggior background riguardo al villaggio. Ma sono dettagli che in questa versione non pesano molto. Per il resto ho apprezzato il tono del racconto. Credo sia un ottima prova sopratutto per questo, ti ha permesso di creare l'atmosfera giusta. A differenza di grillo parlante (di cui comunque rispetto pienamente l'opinione, non mi voglio mettere a disutere
) i vampiri mi sono parsi più o meno in stile classico, anche se più "paesani" e remissivi rispetto al cliche letterario; anche il tema del loro conflitto per essere civili e non animaleschi è prevalente rispetto ad altri temi di moda oggi; insomma non mi pare siano i "belli e dannati" che vanno in tivù, il che secondo me è un punto a favore.
Il finale a me piace così, dà un tocco originale sull'evoluzione della protagonista che non guasta.
Segnalazioni sul testo:
CITAZIONE
Intravidi all’interno un ambiente avvolto nell’oscurità. Vedendo che non mi decidevo a entrare, aggiunse: «Mi scusi ancora!» Sparì all’interno per pochi attimi, e poi un chiarore giallognolo si diffuse nell’ambiente. Narciso si precipitò a prendere le mie valige e fece strada all’interno.
Alla luce della lampada a olio appena accesa, esaminai l’interno.
Interno X4, ambiente X2
CITAZIONE
Mi volsi a guardarlo indispettita. Mi aspettavo che rispettasse
indispettita-aspettavo-rispettasse nell'insieme suonano male
CITAZIONE
E compresi. D’improvviso.
"D'improvvisio" lo usi un po' troppo spesso nel corso del racconto, imho. Qui lo toglierei.
CITAZIONE
«State poco bene, signora? Vi vedo pallida. Vi porto qualcosa?»
Era il turno della mia mente di cercare qualcosa da dire. Farfugliai qualche idiozia, mentre vedevo che il ragazzo mi scrutava. Raddrizzò la schiena, e tacque per qualche eterno attimo. Il silenzio, tra noi, era carico di attesa. Ero terrorizzata da quello che avrebbe detto o fatto, perché era evidente che sapeva che avevo intuito qualcosa.
Qualcosa X3 + 1 qualche