Cercherò per quanto possibile di astrarre dalla mia attuale idiosincrasia con i temi vampireschi, che mi provocano orticaria immediata, comunque siano cucinati (e tu li hai cucinati benino, tutto sommato; in particolare mi piace quella loro ricerca spirituale, quel loro modo di percepire il tempo e la durata). Secondo me questo è un racconto gradevole, ma con qualche pecca. Prima: troppo lunga la preparazione alla scoperta, ogni tanto mi veniva da chiedermi: ma allora?
Seconda: se la protagonista è una donna dell'800, come mi pare di capire dall'inizio (la carrozza. etc), il suo modo di pensare, la sua aspirazione all'autonomia e la sua stessa professione, per giunta in Lombardia, mi paiono molto poco giustificabili storicamente, e questa è una pecca grave. Oppure non ho capito quando agisce la protagonista, ed è altrettanto grave.
Terza: la protagonista capisce "all'improvviso" che si trova in un paese di vampiri, e si compiace di averlo capito senza che Samuele le dicesse nulla, ma io lettrice l'avevo capito inequivocabilmente già dalla scena col fattore che si lecca il sangue; quindi la protagonista ci fa la figura di una, perlomeno, lenta di comprendonio.
Qualche osservazione sulla forma:
CITAZIONE
Il cocchiere era sceso in fretta e con altrettanta celerità aveva scaricato le mie valigie. Le depositò davanti alla porticina e poi si volse a salutarmi.
: cambio di tempo verbale.
CITAZIONE
sapessi fin troppo bene di non essere unica e inarrivabile come pretendevo di far sembrare.
: come pretendevo di sembrare.