Ci sono luci (moltissime) e ombre (pochissime).
Cominciamo con le luci.
Mi è piaciuta molto nella parte moderna la commistione alchimia-mezzi moderni (in particolare la parte dove lei scannerizza i manuali) e l'ambientazione sia per la scelta storica che geografica.
Stile perfetto, nulla da dire.
I personaggi sono interessanti e sviluppano la vicenda in modo credibile.
Interessante.
Andiamo alle ombre.
L'ho trovato in alcune parti pesante da leggere. Non so se è un problema della lettura a monitor che in questa edizione devo, per problemi tecnici, fare mio mal grado, oppure per certi passaggi a vuoto.
In particolare l'ultimo paragrafo: se noti è tutto raccontato, non c'è azione.
Altro problema, con cui a dire il vero mi scontro anche io: le frasi in dialetto. Io cerco di ridurle più che posso e, comunque, lasciare quelle che possano essere intuite dal lettore e che sono realmente utili al "profumo" del racconto.
Una cosa che non faccio mai (su imposizione del caro Morgan Aarau che mi ha fatto nero in una macelleria
) è non usare mai le note alla fine del testo.
Spezzi la lettura, costringiendo il lettore a staccarsi dal testo. E questo non aiuta.