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Ti anticipo già che così com'è è un 2, ma non voglio votare, perché l'idea mi sembra buona, solo portata avanti con qualche ingenuità, quindi se hai intenzione di modificarlo aspetto.
Principalmente l'ho trovato troppo lungo: in un paio di punti ripeti gli stessi concetti in due paragrafi di seguito, secondo me qualche bel taglio e riassunto renderebbe tutto più fruibile.
Poi però io cambierei anche il modo in cui sono esposte le cose, perché spesso questi pensieri e descrizioni sembrano gratuite anche quando non lo sono, e le considerazioni, anziché emergere, vengono spiattellate giù (ti faccio due esempi, ma queste cose sono diffuse per tutto il brano).
Insomma, mi piacerebbe molto sapere cosa prova e a cosa pensa un arcere nel momento in cui scocca la freccia, ma mi interessa molto meno la sua visione filosofica del tiro con l'arco, vorrei che emergesse da quello che fa e da come lo fa.
QUOTE (TETRACTYS @ 1/2/2011, 12:27) Avevo cercato di dimenticare per mesi, lunghi e dolorosi, ciò che accadde quattro anni fa. C'ero riuscito, lo avevo rimosso. Ora però lo ricordo perfettamente. Il mio vantaggio era consistente, gli avversari avevano rimontato nelle ultime serie, ma sarebbe stato sufficiente inviare un'ultima freccia all'interno delle circonferenze blu per vincere l'oro. Tutto questo flashback si poteva gestire meglio, rendendolo davvero un pensiero del protagonista, invece così è solo un inciso. Voglio dire, nessuno ricorda un episodio con questa precisione narrativa, se non lo sta raccontando a nessuno. In una situazione così, è ovvio che l'episodio gli ritorni alla mente, ma gli ritornerà a sprazzi, a cenni. Magari potresti inframezzare con alcuni gesti preparatori e qualche pensiero diretto (avrò avuto paura di vincere?) anziché considerazioni filosofiche un po' pesantucce.
QUOTE (TETRACTYS @ 1/2/2011, 12:27) Guardo la mano destra: indossa la protezione per le dita che copre dall'indice all'anulare con una fessura sopra il medio per lasciare uno spazio in cui si innesterà la freccia. La protezione è segnata al livello delle seconde falangi, lì compare il solco in cui dimorerà la corda, scavato da innumerevoli trazioni. Questo è il pezzo che mi ha disturbato di più in assoluto, e per due motivi: è troppo chiaramente scritto per descrivere l'attrezzatura; poteva essere fuso col paragrafo successivo, con la descrizione della mano fatta seguendo la freccia che viene incoccata.
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