Ottima scrittura, giusto mix di narrato e mostrato. I limiti del racconto sono tipici di una trasposizione di una leggenda così distante da chi narra:
Infodump nei dialoghi e atmosfere esotiche che si devono principalmente ai nomi di persone e luoghi anziché nelle atmosfere. Per il primo terzo di racconto, se si sostituissero i nomi potrebbero essere traslato in qualsiasi altra parte del mondo. Non c’è un elemento specifico (una vacca sacra, un elefante, un santone abbarbicato su un palo, gente che fa abluzioni, qualche riferimento al cibo...) che ne caratterizzi l’ambientazione, se si esclude il breve accenno al Tempio (e solo per la statua della Dea). Troppo poco, a mio avviso, per ritenere il racconto compiuto. A riprova di un senso di insoddisfazione è lo scontro tra le due Divinità che si risolve in una bolla di sapone. Mi sarei aspettato qualcosa di “epico” trattandosi di uno scontro che non capita tutti i giorni, e invece si risolve in una calpestatina.
CITAZIONE
Avrebbe dovuto fornire spiegazioni, in seguito. Ma non sarebbe stato difficile attribuire il tutto a disordini avvenuti durante i festeggiamenti. Nessuno di quelli che avevano visto Kali in azione avrebbe avuto il coraggio di raccontarlo.
Tutto questo periodo lo toglierei proprio, è fuori dal contesto, sembra più che sia l’autore che cerca di convincere il lettore che “tutto quello che vi ho raccontato potrebbe essere successo realmente” e non un poliziotto che debba giustificarsi con i superiori o con l’opinione pubblica.