il narratore e i dialoghi-fiume

ce la farò?

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  1. Elena Lo
     
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    ciao a tutti!
    sono tornata! :D

    ragazzi miei, incredibile a dirsi, ma sto scrivendo. sto scrivendo "davvero".
    mesi fa iniziai la stesura di un racconto che, con il tempo, si è allungato sempre più fino quasi a prendere la forma di un romanzo.
    Sulla trama e sui personaggi non ho dubbi. loro seguono l'idea che ho tracciato all'inizio, anche se ogni tanto fanno di testa loro e mi trovo a lottare tra il tenerli sui binari e il "ma forse è meglio così".
    Questo, però è un altro problema.

    Ho due quesiti da sottoporvi:

    1) il racconto, e così i primi capitoli del romanzo, sono narrati in prima persona dalla protagonista. il che a livello stilistico e strutturale mi piace molto e funziona per il tipo di storia che racconto. Il problema sorge quando i due comprimari della protagonista si trovano da soli per fare una cosa in cui lei non c'entra nulla, quindi non è presente.
    Per non fermare la storia (e il mio flusso scrittorio di quel momento) ho utilizzato, solo in quel capitolo, la terza persona.
    Ovviamente non regge e non mi piace usare l'escamotage di "tizio che racconta alla protagonista cosa ha fatto". Quantomeno non voglio abusarne.
    La scena è utile nel rapporto dei due comprimari, è utile per il proseguo della storia ed è una scena in cui lei non può esserci.
    Avete dei suggerimenti?


    2) altro problema. Come avrete certamente notato sono piuttosto prolissa e questo mentre scrivo lo vedo come un grosso ostacolo, soprattutto nei dialoghi. Tendo a scrivere cose realistiche (se scrivo una telefonata ci metto tutto, dal "Pronto" ai saluti) e a spiegare molto ciò che accade con i dialoghi.
    Dopo un po', rileggendo, mi rendo conto che appesantiscono molto il racconto. A parte tagliare parti inutili e utilizzare una cosa che mi piace molto (cioè scrivere le battute senza "disse tizio" "sospirò caio", tenendo solo il "parlato") vorrei evitare che chi legge dica "minchia ma stanno ancora a parlare sti due!?!?") insomma attendo trucchi e suggerimenti anche in questo frangente.

    grazie mille e molti baci a tutti




     
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  2. Pecorella75
     
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    CITAZIONE
    2) altro problema. Come avrete certamente notato sono piuttosto prolissa e questo mentre scrivo lo vedo come un grosso ostacolo, soprattutto nei dialoghi. Tendo a scrivere cose realistiche (se scrivo una telefonata ci metto tutto, dal "Pronto" ai saluti) e a spiegare molto ciò che accade con i dialoghi.
    Dopo un po', rileggendo, mi rendo conto che appesantiscono molto il racconto. A parte tagliare parti inutili e utilizzare una cosa che mi piace molto (cioè scrivere le battute senza "disse tizio" "sospirò caio", tenendo solo il "parlato") vorrei evitare che chi legge dica "minchia ma stanno ancora a parlare sti due!?!?") insomma attendo trucchi e suggerimenti anche in questo frangente.

    Soprattutto quando il protagonista parla in prima persona, io in questi casi alterno narrato e dialogato.
    In una telefonata potrei scrivere, per fare un esempio scemo, così:

    Era diversi mesi che non sentivo Elena e non ero sicuro che avesse ancora lo stesso numero. Non appena sentì la mia voce però mi salutò in maniera calorosa, e mi raccontò del suo nuovo lavoro.
    "Avevo paura che non mi riconoscessi", le dissi. "E' passato un mucchio di tempo".
    "Non scherzare, piuttosto dimmi perché mi hai chiamato".
    Allora le raccontai dei miei problemi finanziari, e di tutti i miei guai.
    "Cavolo, che brutto periodo. Mi dispiace".
    ...
    Ecco, in questa maniera, per esempio, ho tagliato tutta la parte dei saluti, che io non sopporto neanche quando telefonano a me, figuriamoci in un libro. E poi ho saltato tutta una parte in cui il protagonista racconta dei suoi guai, che in fondo è presumibile il lettore già conosca.
    E poi perché ce l'hai con i "disse"? Secondo me se non se ne abusa, e soprattutto se non si comincia a tirare fuori cose stranissime solo per evitare di ripetere "disse", non appesantiscono affatto.

    CITAZIONE
    1) il racconto, e così i primi capitoli del romanzo, sono narrati in prima persona dalla protagonista. il che a livello stilistico e strutturale mi piace molto e funziona per il tipo di storia che racconto. Il problema sorge quando i due comprimari della protagonista si trovano da soli per fare una cosa in cui lei non c'entra nulla, quindi non è presente.
    Per non fermare la storia (e il mio flusso scrittorio di quel momento) ho utilizzato, solo in quel capitolo, la terza persona.
    Ovviamente non regge e non mi piace usare l'escamotage di "tizio che racconta alla protagonista cosa ha fatto". Quantomeno non voglio abusarne.
    La scena è utile nel rapporto dei due comprimari, è utile per il proseguo della storia ed è una scena in cui lei non può esserci.
    Avete dei suggerimenti?

    Non so, non ho esperienza nello scrivere romanzi, perciò non ti saprei dare consigli. Però, come lettore, credo che forse troverei fastidioso che l'autore passasse di colpo dalla prima alla terza solo per farmi vedere qualcosa che altrimenti non potrei vedere.
    Soprattutto se quel capitolo in terza rimane un caso isolato. Se invece prima e terza vengono alternati costantemente, allora non mi pare ci sia niente di male.
    E poi io penso che certe volte i meccaniscmi più consumati e tradizionali (come lo definisce tu "tizio che racconta alla protagonista cosa ha fatto") riescano meglio di certe trovate esageratamente originali. La cosa importante è che l'autore sia bravo a non farsi "sgamare" troppo.
     
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  3. Magister Ludus
     
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    CITAZIONE (Elena Lo @ 5/3/2011, 20:08) 
    1) il racconto, e così i primi capitoli del romanzo, sono narrati in prima persona dalla protagonista. il che a livello stilistico e strutturale mi piace molto e funziona per il tipo di storia che racconto. Il problema sorge quando i due comprimari della protagonista si trovano da soli per fare una cosa in cui lei non c'entra nulla, quindi non è presente.
    Per non fermare la storia (e il mio flusso scrittorio di quel momento) ho utilizzato, solo in quel capitolo, la terza persona.
    Ovviamente non regge e non mi piace usare l'escamotage di "tizio che racconta alla protagonista cosa ha fatto". Quantomeno non voglio abusarne.
    La scena è utile nel rapporto dei due comprimari, è utile per il proseguo della storia ed è una scena in cui lei non può esserci.
    Avete dei suggerimenti?

    Potresti usare un altro escamotage, se si tratta solo di un capitolo, ma non so se e quanto regga. Scrivere quel capitolo in corsivo. Mi sembra di aver già visto qualcosa del genere, ma non saprei dirti da parte di chi :)
     
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  4. overhill
     
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    Cambiare da un punto di vista a un altro va bene solo se lo fai in ogni capitolo, cioè se costruisci il racconto con diversi tipi di narrazione; devi però considerare che potrebbe diventare faticosa o noiosa.
    L'idea di Magister non è male, ma se lo limiti a un solo capitolo rischi di infastidire il lettore più attento (e forse anche quello meno attento).
    Però potresti provare a inserire anche altri capitoli costruiti in quel modo (corsivo e narrazione in terza persona), anche se non indispensabili ai fini della storia.
    In un mio lavoro, che spero venga pubblicato il prossimo anno, ho intercalato alla storia raccontata in terza persona, i pensieri dell'assassino, ovviamente in prima persona e in italico, e la cosa mi sembra che funzioni molto bene :)
    Poi ci sono anche altri sistemi come la riproduzione di un'intercettazione ambientale, un ritaglio di giornale o cose simili: dipende ovviamente dal tipo di racconto, da cosa deve succedere.
     
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  5. Magister Ludus
     
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    CITAZIONE (overhill @ 6/3/2011, 09:33) 
    In un mio lavoro, che spero venga pubblicato il prossimo anno, ho intercalato alla storia raccontata in terza persona, i pensieri dell'assassino, ovviamente in prima persona e in italico, e la cosa mi sembra che funzioni molto bene :)

    E' esattamente quello che intendevo :)

    E, sì, hai ragione, in un solo capitolo suonerebbe male, sarebbe visto troppo come un escamotage, una scusa. La soluzione di introdurre più capitoli a quel modo mi sembra la migliore.
     
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  6. Elena Lo
     
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    grazie ragazzi!
    in effetti potrei intercalare capitoli in terza. ieri mi sono messa ad analizzare i capitoli iniziali e ci sono cose in cui posso cambiare punto di vista.

    sull'uso del corsivo non sono daccordo. mi viene in mente per esempio Pennac che cambia spesso punto di vista, ma non utilizza il corsivo.
    certo che sapessi scrivere come Pennac non avrei problemi! :D

    (oh non fermatevi con i consigli!!!! :D )
     
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  7. overhill
     
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    Pennac è un esempio, non sei obbligata a fare allo stesso modo :)
    Anzi, è un'ottima cosa prendere spunto e poi elaborarlo. Per farti un esempio, quando ho scritto le citate "riflessioni" dell'assassino, le ho scritte così:
    CITAZIONE
    bastardo... perché mi ha fatto fare questo? Io non volevo farlo... ma non voleva dirmi niente... bastardo! Nessuno può dirmi niente è colpa sua doveva dirmi tutto... perché è stato così stupido?

    Ci sono tanti punti di sospensione, cosa negativa (ma l'ho scritto prima di sapere che sono malvisti, li ho lasciati per evidenziare la situazione), ma mancano anche parecchie virgole. Non le ho messe perché quando pensiamo non lo facciamo come se stessimo parlando. In altri punti ho messo anche degli errori di sintassi (degli anacoluti).
    Quando lo riscriverò lo metterò in questo modo:
    CITAZIONE
    bastardo perché mi ha fatto fare questo? Io non volevo farlo ma non voleva dirmi niente bastardo! Nessuno può dirmi niente è colpa sua doveva dirmi tutto perché è stato così stupido?

    Vedi? Uguale, ma contemporaneamente diverso, secondo me angosciante! :)
     
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  8. overhill
     
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    Dimenticavo una cosa che volevo dirti dall'inizio: scrivere tanto NON è un problema. Il problema viene dopo, quando devi togliere il "superfluo" ;)
     
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7 replies since 5/3/2011, 20:08   114 views
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