mostrando uno spaccato di vita quotidiana nelle piantagioni nel sud degli Stati Uniti (o meglio delle colonie, visto il periodo storico), ma poi si perde in troppe spiegazioni. La cosa che non mi ha troppo convinto sono proprio quei dialoghi in cui si spiega al lettore cos'è il presunto proiettile e cosa dovrebbe fare. Da questo punto di vista, risultano tutti troppo intelligenti, o meglio aperti mentalmente, per comprendere al volo certe cose. Non si capisce poi perché scegli il 1750 invece del 1850, data che avrebbe risolto o attenuato molti problemi di ambientazione storica e di comprensione linguistica. Se la scelta è dovuta ai limiti imposti nel GP, non mi sembra proprio il caso di mantenerli passando a USAM.
Ho poi notato troppa ambiguità nel descrivere la capsula. Sembra cambiare forma e dimensioni durante il racconto. Inoltre, il funzionamento è poco chiaro e non si capisce come facciano gli schiavi a intuire che dovesse essere ricollocata nel luogo del ritrovamento, ma soprattutto mi sono chiesto come abbiano fatto a ritrovare il punto esatto.
C'è poi il problema di aver inventato e costruito una macchina del tempo per utilizzarla una volta sola. Per quanto si possa essere geni, certe invenzioni sono raramente il frutto di un'unica mente (di solito infatti le scoperte vengono fatte perché i "tempi sono maturi" e nel giro di qualche anno un altro genio sarebbe arrivato alla stessa scoperta), ma di obiezioni di questo tipo se ne potrebbero fare tante in molti racconti di fantascienza e quindi sorvolo sulla faccenda
Per quanto riguarda i personaggi, non ho ben capito a cosa servisse il secondo schiavo. Se ne parla all'inizio, si fa credere che sia importante, ma poi resta sempre ai margini della storia: non è mai servito a nulla, mentre tutti gli altri hanno un ruolo necessario nella vicenda.
Questi sono i punti che non mi hanno convinto. Per il resto, la scrittura è come al solito adatta a raccontare senza stancare, nonostante i lunghi "spiegoni" messi in bocca ai personaggi. Inoltre l'idea di mettere a contatto due mondi così distanti tra loro sia temporalmente che come mentalità è interessante: forse poteva essere trattata puntando a svolgere proprio quest'ultimo aspetto.