Un'Altra Vita
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Un'Altra Vita

di Stefano Pastor - 38mila caratteri

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  1. MichelaZ
     
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    Una delle cose che sento ripetere da quando ho inziato a girare da queste parti è "non date giudizi di pancia, il web ne è pieno e non servono".
    Sacrosanto: però questo tuo racconto, che può avere qualche imprecisione, me lo sono goduto da cima a fondo, l'ho letto per il solo piacere di leggerlo, e ci tengo a dirtelo.
    Inoltre come impianto generale mi ha dato una gran soddisfazione.
    Per esempio. la frase: "E non sei solo, non sarai mai solo, noi siamo qui per te, non abbiamo desiderato altro che incontrarti." Questa frase fa assolutamente leva sull'emotività: io m'ero affezionata a quel povero marmocchio che pur di andarsene da lì aveva il coraggio di mollare la propria famiglia e la propria vita, e mi dispiaceva pensarlo come un alieno in mezzo a un mondo incomprensibile. Di qui la mia soddisfazione e il mio piacere nel leggere questa frase.
    Va bene non dare giudizi basandosi sull'emotività, ma negare questa componente mi sembra stupido: negare a te il fatto di aver saputo intuire e gestire molto bene questo elemento sarebbe farti un torto.
    BRAVO! :)

    Dunque, l'orologio non mi convince.
    Da quello che intuisco si tratta di un orologio digitale con dei pulsanti, giusto?
    Ecco, io non penso proprio che nel 1750 potessero capire che quello era un orologio, che quei numeri erano un'ora e una data, il povero Moses non sapeva nemmeno contare...
    Altra cosa che trovo improbabile, se pure più accettabile. va bene non saper leggere, ma dici che nemmeno contare? Avrei detto che per una vita in campagna fosse un'abilità necessaria.
    Tornando all'orologio, per quanto fosse intelligente Spencer l'ha capito davvero troppo facilmente.

    Per non dire di quanto facilmetne abbiano saputo intuire il funzionamento della macchina del tempo per tornare indietro, anzi avanti: mio padre non sa nemmeno mandare un SMS...

    Poi, un'altra cosa che non mi ha convinto è che Alan Freeman sia morto quattro generazioni prima.
    1) uno che studia una capsula del tempo e non lo dice a nessuno è improbabile
    2) un bambino che cerca di recuperare un proprio avo come ha fatto Alan, perché progetta una riapertura secoli dopo? Mi aspetterei che la seppellisse e la riaprisse un istante dopo, per incontrare Spencer
    3) Essendo lui appunto un bambino, come poteva progettare quella grandiosa cerimonia di riapertura? O dicendo a qualcuno cosa aveva inventato, ma a quel punto l'invenzione sarebbe stata sfruttata, o aspettando di diventare adulto e lasciando detto di farlo solo dopo, una volta acquisita la necessaria credibilità: ma era troppo rischioso... no, questo punto "grippa" :P

    Inoltre è un po' troppo facile come Spencer si muova relativametne tranquillo in un mondo tanto diverso.
    Intanto ha solo otto anni, poi non ha visto niente oltre il campo e la casa, e non è andato a scuola: mi aspetterei che fosse atterrito, shockato, diffidente e incredulo.

    Il ruolo di Zeb mi ha lasciato un po' confusa... cosa fa lui? Mi aspettavo un ruolo più attivo.

    Anche Moses, lo vedo poco figlio del suo tempo e del suo ambiente: è fin troppo una brava persona.
    Chi subisce abusi come queste persone si porta dentro una rabbia incontrollabile: mi pare strano che non la sfoghi sul figlio, non dico picchiandolo, ma facendo il padre padrone e distruggendo tutto.
    Per non parlare di quando ha trovato la figlia dei padroni nella loro baracca, dopo che Spencer gli aveva giurato di non toccare mai più la capsula: mi dici che "Moses non aveva il coraggio di aprire bocca", mentre me lo immagino quantomeno infuriato col figlio. Allo stesso modo metnre poi brucia i quaderni, mi dici che stava sempre peggio, e non ne dubito, ma torno a ripetere che manca la rabbia in tutto questo, e la violenza e l'irrazionalità di una vita da bestie.

    Resta il fatto che il racconto mi è piaciuto, che sei abile e hai gestito bene le tue carte :)
    A conti fatti metto 3.
     
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15 replies since 1/4/2011, 00:18   293 views
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