Lo Scrittore, il Lagnoso e Pastrano Nero

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  1. Peter7413
     
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    Lo Scrittore, il Lagnoso e Pastrano Nero

    1
    (oggi)

    Jack Typewriter, conosciuto ai più come lo Scrittore, procedeva senza sferzare più di tanto Inchiostro, il cavallo nero che lo accompagnava da sempre nel suo peregrinare in cerca di storie e personaggi. In lontananza si udì lo sferragliare di un treno.
    - Dove mi stai portando Jack? - chiese l’uomo vestito con pastrano nero legato come un salame e assicurato come un bagaglio sulle chiappe del quadrupede.
    - Non ti preoccupare, siamo quasi arrivati - rispose lo Scrittore estraendo un taccuino dalla sacca che portava a tracolla - Che ne diresti di ammazzare il tempo rispondendo a qualche domanda? Mi servono altri appunti su di te: sei un bell’enigma, sai?
    - Del Lagnoso che ne è stato?
    - Oh, a lui non avevo altro da chiedere.
    - E quindi?
    - Sta ancora riposando ai piedi delle Lost Hills.
    - Di un buon sonno?
    - Di un sonno eterno direi.
    Trasportato dal vento arrivò il ciuf ciuf di un treno.
    - Perché? - chiese l’uomo con il pastrano nero.
    - Perché cosa?
    - Perché l’hai fatto?
    - Te l’ho detto: non avevo altre domande per lui. E poi non era lui che cercavo a Springbreak, poteva servirmi giusto come personaggio di contorno. Quello che cercavo eri tu.

    2
    (una settimana prima di oggi)

    Erwin Falltears, detto il Lagnoso, era arrivato a piedi a Springbreak con in una mano una bottiglia di whisky e nell’altra il lazo con cui teneva imbrigliato lo Squartatore delle Badlands, taglia di 100 dollari per spalla. Si fermò di fronte all’ufficio dello Sceriffo, si lasciò cadere a terra, tracannò un sorso dalla bottiglia e cominciò a piagnucolare rumorosamente, cosa atipica già di per se, ma ancora di più considerate le dimensioni semiciclopiche dell’uomo in questione.
    - Che uomo miserabile che sono… Ho venduto quella santa della mia bestia per una bottiglia di dannazione… Che miserabile rifiuto umano…
    Gli abitanti della cittadina s’immobilizzarono, terrorizzati: quella scena l’avevano vista altre volte. Lo Squartatore delle Badlands se ne stava in disparte buono buono e anche un po’ tremante.
    - Sceriffo! I soldi della taglia e un fucile! - urlò il Lagnoso d’improvviso per poi rimettersi a frignare - Che sterco d’uomo, anche il fucile mi sono venduto…
    - Erwin, sto uscendo, sei tranquillo? - chiese lo Sceriffo da dentro il suo ufficio.
    - Si sbrighi che voglio ricomprarmi il cavallo! Si sbrighi! Si sbrighi!
    Lo Sceriffo uscì dall’ufficio tenendosi basso, titubante. Raggiunse il Lagnoso e gli diede due centoni e un fucile ricevendo in cambio il lazo che teneva imprigionato lo Squartatore delle Badlands, impaziente di guadagnare l’ingresso di quella che sarebbe stata la sua prigione e forse la sua ultima dimora. Anche lo Sceriffo avrebbe avuto piacere di rientrare in fretta, ma il Lagnoso si rialzò e lo afferrò per una spalla.
    - Lo vede laggiù Sceriffo? - disse indicando una figura umana in lontananza che, tenendo un cavallo per le briglie, stava per raggiungere la sommità di una collinetta e sparire alla vista - Quello è il tizio a cui ho venduto il mio cavallo e il mio fucile per questo whisky, invero più che buono… Lo vede?
    - Certo Erwin, sì, lo vedo, è il vecchio Smith, un brav’uomo.
    - E non lo metto di certo in dubbio Sceriffo, ora gli do i soldi e mi prendo la mia roba.
    - Bravo Erwin, starà andando alla sua fattoria, puoi raggiungerlo lì.
    - Ehi tu? Ehi tu? Sei sordo? Ehi tu? - Erwin il Lagnoso si era messo a chiamare l’uomo con tutta la voce che aveva in corpo.
    - Erwin, non può sentirti, è troppo lontano… - cercò di spiegargli lo Sceriffo.
    - Ma se ne sta andando con il mio cavallo e il mio fucile!
    - Lo puoi trovare alla sua fattoria…
    - Se ne sta andando con il mio cavallo e il mio fucile! - urlò ancora Erwin impugnando il fucile che gli aveva portato lo Sceriffo e prendendo la mira.
    - Erwin, che fai?
    Un colpo rimbombò e il povero vecchio Smith cadde colpito alla testa. Il cavallo, spaventato, prese a correre forsennato superando la collinetta e sparendo alla vista. Non un fiato fu emesso dai cittadini di Springbreak. Lo Sceriffo, incerto sul da farsi, decise che la migliore delle opzioni era di assicurare alla galera quel pericoloso criminale che rispondeva al nome di Squartatore delle Badlands che, a sua volta, fu più che felice di seguirlo.
    Il Lagnoso, rimasto solo, si lasciò nuovamente cadere a terra ricominciando la propria nenia.
    - Che miserabile essere di merda che sono… Ho ucciso un brav’uomo e perso il mio cavallo e il mio fucile… Che schifo che faccio… Che pena per i miei vecchi vedermi da lassù, anche se ce li ho mandati io, ma ero ubriaco! Nessuno mi apprezza, tutti mi fuggono! Che qualcuno mi aiuti! Anche il diavolo in persona è ben accetto!

    3
    (sempre una settimana prima di oggi, la sera)

    In un angolo del saloon di Springbreak, Erwin Falltears, detto il Lagnoso, stava alternando bicchieri di whisky, lacrime e pistolettate, senza serie intenzioni di uccidere, agli arti dei musici dell’orchestrina che si stava esibendo sul palchetto quando un uomo in pastrano nero, alto, magro, naso aguzzo e occhi rossi, gli comparve dinnanzi come dal nulla.
    - Posso aiutarti.
    - Nessuno può aiutarmi! Sono fregato! Inutile, penoso… - rispose Lagnoso senza alzare gli occhi dal bicchiere.
    - Quando parlo esigo che mi si guardi.
    Lagnoso, incuriosito che un essere umano osasse affrontarlo in tal modo, alzò gli occhi e rimase a bocca aperta, immobile.
    - Pastrano Nero… - furono le uniche parole che riuscì a proferire.
    - Mi conosci. Meglio, evitiamo i preamboli - Pastrano Nero gli sedette affianco senza chiedere il permesso - Posso fare in modo che tu non ti senta più un fallito e tutti ti apprezzino. Come faccio lo sai, sai anche cosa chiedo. Firma questo foglio, fai bye bye alla tua anima e siamo entrambi felici. Fai in fretta che non mi diverti neanche un po’ e non ho tempo da perdere.
    Lagnoso aggrottò le sopracciglia e rimase in silenzio guardando il foglio che Pastrano Nero aveva appoggiato sul tavolo.
    - Vedo e rilancio! - una voce nuova, squillante, si intromise fra i due.
    Un uomo di media statura, capelli e baffetti rossicci e ordinati, sguardo sveglio, una sacca a tracolla da cui sporgevano decine di taccuini, si sedette al tavolo fra Lagnoso e Pastrano Nero, incuriositi dall’inaspettata piega presa dagli eventi.
    - Signori, mi presento: Jack Typewriter. Come può dedursi dal mio stesso nome esercito la nobile arte della scrittura: ebbene sì, sono uno scrittore.
    - Stiamo definendo un affare, se ne vada - si limitò a dire Pastrano Nero.
    - Ma è proprio per questo che sono intervenuto! Che affare è se non c’è contrattazione? Posso offrire al qui presente signor Erwin Falltears lo stesso servizio che lei gli sta offrendo a un prezzo ben minore!
    - E quale sarebbe questo prezzo, Scrittore? - intervenne Lagnoso, al quale le situazioni ingarbugliate mettevano sempre un po’ di ansia.
    - Esattamente: zero!
    - Si spieghi meglio signor Typewriter - chiese Pastrano Nero, sempre più incuriosito.
    - Semplice come bere un bicchier d’acqua. Sto preparandomi alla stesura di un romanzo epocale e mi sono messo in viaggio alla ricerca di idee, spunti per situazioni, personaggi.
    - E con ciò?
    - Per puro caso stamane ho assistito all’ingresso in città del qui presente signor Falltears e sono rimasto affascinato dalla sua personalità.
    - Concludendo?
    - Sono interessato a inserirlo come personaggio principale del mio libro e a donargli, attraverso esso, eterno rispetto da parte dei lettori di tutto il mondo!
    Pastrano Nero rise, di cuore.
    - Non credo di aver mai sentito idea più assurda!
    - Eppure le mie non sono fandonie! - si difese lo scrittore - Signor Falltears, le chiedo solamente di poterla seguire in qualche sua avventura in giro per il mondo. Me ne starò buono, ogni tanto le farò qualche domanda, prenderò appunti e alla fine la consegnerò alla gloria eterna attraverso la magia della mio capolavoro!
    Silenzio al tavolo.
    - Allora? Cosa mi risponde? Vedo che è ancora indeciso. Ebbene, la mia proposta è questa: mi dia una settimana, mi porti con se, veda come lavoro. Se il signore con il pastrano nero qui presente vuole seguirci, sarebbe il benvenuto, magari qualche appunto lo prendo anche su di lui, non si sa mai. Ovviamente pago tutto io e se fra una settimana non sarà convinto del mio operato potrà sempre firmare il contratto che stava per suggellare prima del mio arrivo. In pratica non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare!
    Pastrano Nero sorrise.
    - Va bene, penso si possa fare… - disse Lagnoso senza essere sicuro di avere capito cosa stesse succedendo.
    - Ottimo! - esultò raggiante lo scrittore - E lei, signor Pastrano Nero, che mi dice?
    - Dico che è una situazione assurda e che mi stuzzica: accetto.
    - Benissimo! Dove si va allora?
    - Pensavo di andare a dare la caccia alla Belva Immonda delle Lost Hills, c'è una bella taglia per lei - rispose Lagnoso - Solo che non ho più il mio cavallo e il mio fucile… - continuò cominciando a piagnucolare.
    - Fuori dal saloon ci stanno già aspettando il mio destriero, Inchiostro, due formidabili Mustang e un discreto arsenale da battaglia. Quando volete, possiamo partire! - rispose pronto Jack Typewriter con un ghigno di soddisfazione dipinto sul volto.


    4
    (oggi, un po’ dopo rispetto al precedente oggi)

    Comodamente seduto a circa cinque metri dalle rotaie nel bel mezzo della Prateria delle Sandsmiles, Jack Typewriter estrasse dalla sua sacca il taccuino che riportava sulla copertina il nome di Ewan Bleen, lo aprì e lo consultò prima di rivolgersi a Pastrano Nero, comodamente legato e adagiato in mezzo alle rotaie.
    - In uno dei miei viaggi ho incontrato questo tale, Ewan Bleen, uno sciroccato che mi sembrò averne molte da raccontare. Ti ricorda qualcosa quel nome?
    - Non più di tanti altri - rispose serafico Pastrano Nero.
    Jack Typewriter, alias lo Scrittore, sorrise.
    - Ebbene, mi raccontò che una volta chiese aiuto a questo tipo vestito con un pastrano nero, alto, magro, occhi rossi, per una partita a poker e che sarebbe stato ben disposto a pagare il prezzo pieno: l’anima, ma che lui, tu, volle altro.
    - Che cosa?
    - Mi parlò di quattro donne da soddisfare e di come inizialmente gli sembrò una gran cosa. Poi mi parlò di quattro Re, ma non aggiunse altro, entrò nel panico e fui costretto a sopprimerlo.
    - Perché è questo che fai, vero? Prima risucchi la linfa vitale ai tuoi personaggi attraverso tutte le tue domande e poi, una volta che senti di possederli, li uccidi, giusto?
    Lo Scrittore sorrise.
    - Io ti sto chiedendo se sei il diavolo e tu mi rigiri la questione incolpandomi di colpe che non ho? Non li uccido, li rendo all’eterna vita attraverso la mia arte. Dimmi perché una volta che li ho fatti miei, con tutte le loro caratteristiche, dovrebbero continuare a vivere? Per rovinare l’idea dei personaggi che ho costruito per loro? Sarebbe uno spreco, non trovi?
    - E così tutti quei taccuini che porti nella sacca sono le osservazioni che hai preso su persone che hai ucciso e che saranno personaggi del tuo capolavoro?
    - Esatto! - rispose lo Scrittore prendendo una manciata di taccuini e passandoli in rassegna - Patty Hillwick, una vecchia che non ha mai perso il gusto dell’avventura, Twilight Jackson e i suoi fulmini, il becchino filosofo Bronson Biggs e le sue storie di fantasmi e zombie, il già nominato Owen Bleen e la sua strana partita di poker, Padre Norton e la sua strana moglie, Boogie Sam e i suoi segreti più tanti altri che non ti sto a elencare!
    - Devo ammetterlo, sei affascinante - ammise Pastrano Nero guardandolo negli occhi.
    - E tu sei una domanda a cui sto per dare risposta.
    - In che senso?
    - Lo senti?
    - Che cosa?
    In lontananza si udì un ciuf ciuf.
    - Il treno sta arrivando - rispose lo Scrittore con un ghigno.
    - E con ciò?
    - Se è vero che sei l’essere infernale non ti lascerai maciullare e ti libererai. In caso contrario saprò, come già immagino, che altri non sei che un affascinantissimo personaggio che è stato in grado, in vita, di farsi credere il diavolo in persona. E lasciatelo dire: se così sarà avrò trovato il protagonista del mio capolavoro e domani stesso ne comincerò la stesura.
    - Allora come posso deluderti? - sorrise Pastrano Nero appoggiando la testa al suolo.
    - Ero convinto fin dall’inizio della tua frode, della tua vita capolavoro, fin da quando sentii parlare di te anni fa e decisi di venirti a cercare - continuò lo scrittore - Sulle Lost Hills, però, quando la Belva Immonda è sbucata dal suolo proprio davanti a te e, dopo averti guardato negli occhi, è fuggita… beh, lì ho cominciato a dubitare di essere in errore.
    - Ah ah ah! E quello è bastato a farti vacillare! Allora cos’hai pensato del Lagnoso che è uscito dal crepaccio in cui era caduto portandosi sotto braccio la testa della belva strappata di netto dal corpo? Che fosse Zeus sceso in terra? Eppure mi sembra che il giorno dopo non hai faticato a tagliargli la gola nel sonno! Ah ah ah!
    Lo Scrittore parve colpito da quelle osservazioni.
    - Beh, in ogni caso, ecco il treno, addio Pastrano Nero - disse infine indicando il treno che stava sbucando dalla curva poco distante.
    - Addio Scrittore - rispose Pastrano Nero, ancora sorridendo, appena un attimo prima che il suo corpo scoppiasse in mille pezzi schiacciato e maciullato dalla forza della locomotiva.

    5
    (oggi, pochi minuti dopo rispetto all’oggi del capitolo precedente)

    Il sole era ormai alto sulle Prateria delle Sandsmiles e il terriccio simile a sabbia dorata riluceva restituendo al cielo parte della luce ricevuta.
    Il Re di Picche attaccò il braccio destro a Pastrano Nero mentre il Re di Cuori si occupava del sinistro, quello di Quadri del piede destro e quello di Fiori dell’orecchio sinistro.
    - Perché ha lasciato che accadesse, Signore Oscuro - gli chiesero tutti e quattro all’unisono.
    Pastrano Nero, per tutta risposta, guardò la sagoma di Inchiostro sparire in lontananza, Jack Typewriter era già intento a scribacchiare sui suoi taccuini.
    - Perché era un tipo simpatico - rispose infine sorridendo - E perché non vedo l’ora di leggere il suo libro.
    I quattro Re lo guardarono senza capire, ma senza fare altre domande.
    Pastrano Nero li guardò come potrebbe un padre guardare i propri figli deficienti e, preso da uno slancio affettivo, disse - Forza ragazzi, sbrigatevi a rimettermi insieme che poi ci andiamo a fare una bella partita a poker, vi va?
    - Sì! - fu la risposta entusiasta dei quattro Re.

    Fine

    Edited by Peter7413 - 12/4/2011, 23:48
     
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  2. Piscu
     
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    sì e no.

    buono questo jack typewriter. interessante la sua storia e il suo obiettivo, sicuramente si presta per una storia più ampia. il lagnoso è un personaggio colorito, può andare bene per arricchire il contorno ma non credo che funzioni come protagonista.

    nel complesso però la storia mi sembra povera. si scopre quello che sta cercando lo scrittore, e finsice lì. il finale arriva senza il vero colpo di scena che si sarebbe aspettato, soprattutto da parte del pastrano nero, che dovrebbe essere un farabutto di quelli seri, e in qualche modo avrebbe dovuto spuntarla (ma senza barare!).


    quindi diciamo, personaggi promossi ma intreccio da approfondire.
     
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  3. Peter7413
     
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    CITAZIONE (Piscu @ 12/4/2011, 23:49) 
    sì e no.

    buono questo jack typewriter. interessante la sua storia e il suo obiettivo, sicuramente si presta per una storia più ampia. il lagnoso è un personaggio colorito, può andare bene per arricchire il contorno ma non credo che funzioni come protagonista.

    nel complesso però la storia mi sembra povera. si scopre quello che sta cercando lo scrittore, e finsice lì. il finale arriva senza il vero colpo di scena che si sarebbe aspettato, soprattutto da parte del pastrano nero, che dovrebbe essere un farabutto di quelli seri, e in qualche modo avrebbe dovuto spuntarla (ma senza barare!).


    quindi diciamo, personaggi promossi ma intreccio da approfondire.

    Grazie Piscu per l'analisi.
    Sono d'accordo con te su Typewriter: è un personaggio proprio carino.
    Il Lagnoso non ha nessuna velleità da protagonista e infatti fa da apripista per gli altri due.
    Pastrano Nero è osservatore soddisfatto, diciamo che la prende come una sorta di vacanza.
    Sull'intreccio sono d'accordo a metà, nel senso che avevo in mente altro, ma ho dovuto limitare. Nonostante questo, avendo concentrato l'attenzione su Typewriter sono soddisfatto del risultato finale perché mi sembra non lasci troppi buchi narrativi irrisolti.
    Grazie ancora!
     
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  4. Daniele_QM
     
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    Non so, non mi ha convinto molto. L'idea dello scrittore che uccide la gente a cui ruba l'identità per farne personaggi è accattivante, ma Pastrano Nero accetta troppo di buon grado la proposta dello scrittore. Era davvero così allettante? Non so...
    Lo stile non è curatissimo, non è in pieno stile Six Shots, c'è da aggiustare un po'.
    Bye! :)
     
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    Mi è piaciuta molto la prima parte, come mi è spiaciuta la seconda.
    Bello l'inizio e il personaggi del Lagnoso e dello Scrittore e anche la situazione fino a quando non fa la proposta... poi, però, prima si ha uno strano spostamento verso la metafiction, che ci poteva anche stare (infattoi è bello il "Prima risucchi la linfa vitale ai tuoi personaggi attraverso tutte le tue domande e poi, una volta che senti di possederli, li uccidi, giusto?"), ma poi tutto si perde sia rispetto alla sfida che era stata lanciata, sia nel Lagnoso, sia per quell'epilogo (travolgimento del trano e successiva ricomposizione) con Pastrano Nero che non mi ha soddisfatto

    VARIE
    -Owen Bleen - refuso
     
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4 replies since 12/4/2011, 21:41   95 views
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