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Gargaros
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"Ecate, figlia mia..."
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Mi è piaciuto. Scrittura chiara e pratica; è vero che c’è assenza di stile, ma questo tipo di racconto si appoggia più sull’idea che sulla scrittura. E l’idea c’è ed è interessante. Mi ha ricordato quella teoria secondo cui, se metti una scimmia a battere casualmente su una tastiera, prima o poi comporrà tutta l’opera di Shakespeare; anche se ci vorrebbero eoni, come lessi in un suggestivo racconto di Lafferty. Qui è un computer che batte casualmente, ma a una velocità impressionante e per uno scopo superiore. Sbalorditivo.
Ho solo qualche perplessità sulla storia delle lingue: un programma italiano può creare significative stringhe in inglese o in turco o in qualsiasi altra lingua, ma che verrebbero cestinate. Secondo me qui andrebbe aggiustato qualcosa, per esempio accennando a team paralleli di lettori che non leggono i testi prodotti in loco dal computer, ma quelli che vengono mandati da tutto il resto del mondo. In pratica i file non verrebbero cestinati, ma spediti nei vari centri, farebbero un giro del mondo per essere letti da questi lettori speciali…
Un paio di appunti:
CITAZIONE Non sapendo la durata la sosta ...
CITAZIONE L’edificio aveva l’aspetto di una caserma: muri esterni di un biancastro intriso di smog, finestre quadrate decorate con motori per l’aria condizionata Uhm, "motori"?
CITAZIONE E soprattutto, per conservarle non serve uno scaffale lungo di qui a Vega, Guarda, secondo me si sbaglia della grossa a dire "di qua a lì". Sarebbe meglio di re "da qua a lì"...
Vista l'idea interessante, e vista il senso del meraviglioso che mi ha trasmesso (anche se fai solo velati accenni alle potenzalità della Fondazione Lasswitz), per me vale un 4 abbastanza pieno. Se ci fosse stato anche uno stile personale, avrebbe toccato l'eccellenza.
Voto: 4
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17 replies since 30/4/2011, 23:18 394 views
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