Mein dauerhaft Konnektikut
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Mein dauerhaft Konnektikut

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  1. Nozomi
     
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    LA LETTURA DEL RACCONTO E' RISERVATA AGLI ADULTI

    1 Agosto 2011
    Neu Nürnberg, Konnektikut.
    (Protettorato germanico degli Stati Uniti Orientali)
    Arbeit Lager 39, Frauenhaft Branche, Korridor B, Zelle 21.

    Erano le ventuno (qui non esistono orologi ma sappiamo sempre l’ora) quando la vidi per la prima volta.
    Aveva circa vent’anni, teneva gli occhi fissi a terra e i capelli neri, lisci, sciolti sulle spalle. Mi stupii molto del fatto che a differenza di noi altre non fosse stata ancora rapata a zero.
    Il cortissimo pigiama a righe che le avevano costretto a indossare le lasciava scoperte le gambe, bianche e perfette, quasi fino all’inguine. Entrò nella nostra cella a piccoli passi strusciando con le ciabatte, scortata da un sergente maggiore dell’Amerika Korps Wermacht che non avevo mai visto prima e che tossiva come un appestato. Portava tra le mani, come un bouquet da sposa, un asciugamano rosa con la saponetta bianca al centro.
    Ovviamente piangeva.
    Il sergente le fece segno di posare asciugamano e saponetta sullo sgabello e poi di coricarsi nell’unico letto libero, posto sotto quello di Lola, dove aveva dormito Conny fino a tre giorni prima.
    La ragazza obbedì, distendendosi a pancia sopra. Dopo averle legato mani e piedi ai braccioli di ferro con gli appositi laccioli, il militare si girò a fissarci una a una soddisfatto, quasi contemplasse un lavoro perfetto e ben riuscito. Scatarrò, fece un ghigno sadico e se ne andò, richiudendo a chiave la porta della cella.
    Poiché ero coricata e legata anch’io, di sotto, ma nel letto a castello di fianco al suo, riuscii a osservare la ragazza solo per pochi istanti, prima che spegnessero le luci bianche. Era molto bella, sembrava un angelo.
    Poi alla luce blu delle lampade notturne, il suo viso regolare divenne simile a quello di una maschera di cera sulla quale riverberavano, come piccoli diamanti, delle lacrime in rapida discesa.
    A bassa voce finalmente le chiesi.
    - E tu chi saresti?
    La ragazza voltò il viso verso di me e rispose con un tono di voce troppo alto.
    - Mi chiamo Lara Wilson.
    Riuscii a “urlare a bassa voce” per la prima volta in vita mia.
    - Parla piano, perdici! Se sentono che parliamo tra noi ci puniscono. E' vietato!
    - Scusa! – Mormorò. - Ma perché ci legano? Che bisogno c’è?
    Sentii dal letto di sopra Mary Lou muoversi per tentare di trovare una posizione più comoda facendo cigolare le molle e risponderle con un tono di voce ironico, nella quale, anche se flebile, si avvertiva il marcato accento texano.
    - Ci legano per un sacco di motivi. Per impedirci di toccarci, di grattarci, di scopare, di suicidarci. Benvenuta all’Arbeit Lager 39.
    Dal letto posto sopra quello della nuova ospite, Lola smise per un attimo di russare e bofonchiò qualcosa in tedesco. Poi, dopo alcuni secondi, riprese subito.
    Lara, allora, tirò su con il naso e riprese a singhiozzare.
    - Ehi! - Le feci. - Non fare così! Calmati! Perché ti hanno portata al Trentanove? Racconta.
    Lara parve calmarsi un po’ e riflettere. Poi disse.
    - Non lo so! Giuro che non lo so! Se ci penso ancora, divento matta!
    - Non lo sai? - Mi girai di nuovo verso di lei cercando d'inquadrarla meglio nella penombra generata dalle lampade blu.
    - Sì, è così! Frequento … frequentavo … il Campus di Stanford. L’altro ieri notte degli uomini vestiti di nero hanno fatto irruzione nella mia stanza mentre dormivo. Mi hanno portata via senza dire una parola, senza interrogarmi. Niente! Non ho potuto nemmeno avvertire la mia famiglia! Ho chiesto perché mi facessero tutto questo ma non mi hanno mai risposto!
    - Qualcosa devi pure aver fatto, dai! Confessa! Devianze sessuali? - Le chiese Mary Lou in tono malizioso.
    - Niente! Ve lo giuro!
    - Incesto?
    - No!
    Fu il mio turno di incalzarla.
    - Magari allora hai sangue negro nelle vene. Sei forse una “venticinque” o una “dodici punto cinque”?
    La ragazza parve arrabbiarsi.
    - No! Sono bianca al cento per cento! Lo giuro!
    E riprese a piangere, sconfortata.
    Pensai. Bianca al cento per cento. Da quel poco che avevo visto sembrava dicesse la verità. Anche se molti tra quelli che avevano un antenato negro si facevano scolorire la pelle di nascosto nella speranza di farla franca.
    - E voi? - Chiese quando si calmò un poco. - Perché siete qui? Che cosa avete fatto?
    Sospirai.
    Lei che mi baciava il ventre e poi scendeva giù piano piano.
    - Mary Lou viene da Dallas ed è, o meglio era, polidattila. - Risposi al posto suo.
    - E che significa?
    Mary Lou le spiegò.
    - Significa che alla nascita avevo sei dita sia alle mani sia ai piedi, cara! Neanche io lo sapevo. Colpa dei miei genitori, che porci! Scoparsi tra cugini carnali! Erano dei pentecostali ortodossi, sai? Spiega tutto! Le dita in più me le devono aver tagliate appena nata. Se non era per quello stupido esame del sangue che mi hanno fatto quando mi hanno beccata a rubare in un supermercato, sarei ancora fuori di qui. - Poi aggiunse a voce un po’ troppo alta. - Porci nazisti!
    - Parla piano, Mary Lou, perdici! Ci vuoi rovinare? - La ammonii.
    - Che vadano a farsi fottere! Rotti in culo!
    Cercai di cambiare subito conversazione. Mary Lou era pericolosa quando s’infervorava. Ripresi a parlarle sottovoce.
    - Lara! Sopra di te, invece, c’è Lola. E' una negra.
    - Oh! - Fece la ragazza, sorpresa. - Una negra? E come mai sta qui?
    - Fa parte del pacchetto di schiave negre selezionate dalla Volkswagen per l’inseminazione artificiale. Poveretta, è gonfia di progesterone che quasi scoppia! Ma è sana come un pesce! Sai, qui al 39, c’è anche un centro statale di ginecologia avanzata. La Volkswagen paga il servizio al governo, così nel 2030 avrà già belli e pronti altri sani e forzuti schiavi per le sue fabbriche di auto avveniristiche. Furbo, no?
    Proprio in quel momento Lola borbottò qualcosa in tedesco.
    - Non ho capito! Che cosa ha detto? - Chiese Lara.
    - Oh! Nel sonno, Lola parla sempre di cose da mangiare. Sognerà dei dolci. Non badarci.
    - Temi piuttosto le sue scorregge! Sono atomiche! Sei proprio in zona pericolo! - Aggiunse Mary Lou, ridacchiando.
    - Mary Lou! E piantala! - Le dissi, senza riuscire a trattenere anch’io una risata. Mi prudeva il naso ma non sapevo come grattarmi. Il peggio era quando mi prudeva l’ano o la vagina.
    La nuova ragazza non rispose. Si agitò sul letto. Pareva riflettere. Poi si rivolse a me.
    - E tu? Come ti chiami? Che hai fatto?
    Io che le baciavo il sesso a lungo, lentamente. Lei che urlava al momento dell’orgasmo.
    - Mi chiamo Nozomi, sono mezza giapponese e mezza tedesca.
    - E sei qui per questo?
    - No, sono una Alfa Mischling. Il mio meticciato non è soggetto per legge all’internamento coatto nei campi di lavoro. Fosse solo per quello sarei libera, anche se, come Alfa Mischling, non mi è concesso il diritto a ricoprire cariche pubbliche, laurearmi e avere figli.
    - E allora perché ti hanno internato?
    - Sono lesbica.
    - Oh! - Fece lei.
    - Nozomi è una “Lezzie”, Mon Amour! Ah, se potessi me la farei anch’io, anche se preferisco a dir la verità gli uomini con la patta dura tra le gambe! Ma voglio un vero maschio texano con gli stivali non questi mosci nazisti da due soldi! - Disse Mary Lou, ridacchiando.
    Sorrisi alla battuta. Lara tacque come per afferrare il concetto. Poi mi chiese.
    - Come ti hanno scoperta?
    Lei che mi fissa negli occhi blu cobalto, intensamente, dopo l’ennesimo orgasmo, l’ultima notte prima del tradimento.
    - Ero l’amante segreta della figlia di pezzo grosso della Gestapo. Condannata prima del principio, se così si può dire. Mi sono innamorata della ragazza sbagliata. Del resto sono sempre stata una ragazza sbagliata.
    Lara allora ricominciò a tirare su col naso.
    - Capisco. E' molto triste. Mi dispiace davvero, Nozomi. Io comunque non sono lesbica e non ho devianze sessuali di alcun tipo! E sono a posto, sono bianca! Non ho tare genetiche in famiglia. Non so davvero perché sono qui! Credo che impazzirò!
    - Non è così semplice impazzire, cocca! - Disse Mary Lou. - Io ci provo ogni minuto di ogni ora di ogni giorno. Ma proprio non ci riesco. Spero tanto avrai più fortuna di me.
    La nuova ragazza riprese allora a piangere, più intensamente.
    - Mary Lou?
    - Che vuoi, Nozomi? - Sentii che tentava inutilmente di trovare una posizione più comoda nel letto sopra il mio, deformando le molle.
    - Ti ho mai detto che quando vuoi, sai essere proprio una perfetta stronza? Dovevi proprio dirle certe cose?
    - Certo! E' meglio che afferri subito la realtà delle cose, cara la mia “sorella”. Nessun futuro. Mai più. Che si rassegni!

    2 Agosto 2011.
    La giornata trascorse via come al solito. Sveglia alle sei. Una frugale colazione e via. Prima al gabinetto, poi nude sotto la doccia, dieci minuti, con i nazisti che come al solito ci fissavano, ghignando, sbavando, fumando e commentando. Infine, a squadre di quattro, una squadra per cella, nella zona produttiva del campo, reparto tessile. In programma cento striscioni del Partito Nazista da cucire a macchina per il cinquantesimo anniversario dell’Arianizzazione del Nord America. In assoluto silenzio per dieci ore di fila. Lara si ferì alle mani due volte. La prima avvenne di mattina. Fu strigliata, schiaffeggiata, medicata velocemente e in malo modo e mi fu obbligato di spiegarle di nuovo e meglio il lavoro. La seconda, di pomeriggio, quasi si troncava un dito con l’orlatrice.
    Allora fu presa a scudisciate da Magda, la kapò più stronza che sia mai esistita sulla faccia della terra, una detenuta comune di cui si diceva avesse ucciso i figli.
    Poiché ritenuta responsabile del suo nuovo infortunio, fui pestata anch’io a suon di sberle e calci, alcuni dei quali mi arrivarono anche al basso ventre.
    Oltre a ciò, altri avvenimenti da ricordare della giornata?
    Ah, beh! Un solo intervallo alle dieci e trenta per andare in bagno, cinque minuti. Pausa alle tredici di mezz’ora per il pranzo. Un altro intervallo alle 17.00 per andare in bagno, cinque minuti. Pausa alle 20.00 per la cena, mezz’ora. Alle 20,45, di nuovo in bagno, quindici minuti.
    Alle 21.00 di nuovo in cella, senza doccia.
    Alle 21.05, legate al letto e oscuramento, di nuovo le luci blu.
    Stessa vita da due anni, domeniche incluse. Stessa vita, in prospettiva, fino alla morte.

    - Non posso farcela! Ed è solo il primo giorno! - Disse Lara, frignando. - Oh, Dio! Dio! Dio, è un incubo! Aiutami!
    - Parla piano, cretina! - Le intimò Mary Lou.
    - Non posso farcela! - Ripeté Lara per l’ennesima volta a voce più bassa.
    Sospirai e pensai a quante volte mi ero posta la stessa questione. Invece ero ancora là. A ventiquattro anni la mia vita era conclusa. Fino alla vecchiaia a cucire striscioni e divise per i nazisti. E potevo ritenermi anche fortunata. Il lavoro in fabbrica era molto, molto peggio, quello nei campi … non ne parliamo. Certo, almeno di fuori avrei potuto vedere il cielo, il sole, respirare l’aria pura!
    - Cerca di non pensarci. Ti abituerai, Lara. Vedrai. - Le dissi.
    Lola ora cantava una nenia in tedesco. Dai gesti che ci aveva fatto nel corso della giornata (Lola non conosceva una sola parola d’inglese) ci aveva fatto capire che era molto contenta del fatto che avrebbe avuto presto il suo primo figlio. Povera ragazza, da generazioni la sua razza non aveva conosciuto altro che questa vita! Non poteva letteralmente immaginarne una diversa. Ai negri non veniva dato nemmeno un cognome. Un nome e una sigla, tutto qui. Per lei tutto ciò che vedeva, che aveva attorno, era la normalità. Per certi versi, sospettavo che fosse persino felice. Questa cosa mi faceva sentire ancora più male.
    Lara interruppe i miei pensieri.
    - E quella che stava qui, prima di me? E' morta?
    Avvertii quasi della speranza nel suo tono di voce.
    - Conny? - Le rispose Mary Lou. - Da quello che abbiamo capito, è passata a far parte delle Donatrici.
    - Che vuol dire “Donatrici”?
    Non mi andava molto di spiegarle che “Donatrici” significava “Donatrici di Organi”. Conny ormai era fuori di testa da tempo. Soffriva di disturbi ossessivi compulsivi fin dai dodici anni. Non poteva più lavorare in modo efficiente.
    - Niente d’interessante. Lascia perdere. Dormi adesso!
    Ovviamente Lara ricominciò invece subito a piangere. Dopo cinque minuti di silenzio stavo quasi per addormentarmi quando sentii aprirsi le porte della cella.
    Le luci furono accese. Erano un militare in camice bianco, un ufficiale medico e un’infermiera. Inoltre c’era anche il sergente con la tosse del giorno prima. Si chinarono su Lara e le scoprirono il pigiama, come per visitarla.
    - Che volete? Lasciatemi! - Protestò lei.
    Come risposta, il medico le mise una specie di morsetto in bocca e senza dirle altro prese una siringa da una valigetta e le prelevò qualche centimetro cubo di sangue. Poi senza dire altro, le tolsero il morsetto dalla bocca e se ne andarono.
    - Perché mi hanno preso il sangue? E' già la terza volta in due giorni! Che vogliono da me? - Chiese Lara, piangendo a dirotto.
    A quella domanda non potemmo darle alcuna risposta.

    3 Agosto 2011
    Il giorno volò via come il precedente e come il precedente ancora. Nessuna varianza. L’unica novità è che presi le botte da Magda perché mi assopii un po’ subito dopo pranzo.
    La sera, alle 21.05, di nuovo la stessa situazione.
    - Lara? - Le feci. Il mistero di quella ragazza, confesso, m’intrigava. Del resto non avevo troppi passatempi su cui riflettere. - Forse la tua famiglia ha qualche aggancio con la Resistenza?
    - No. Che cosa dici! - Rispose. La sua voce era strana. Si vedeva che stava crollando. Ne avevo viste di ragazze cambiare personalità. Dopo un po’, diventavano tutte degli automi, dei robot vuoti, senza cervello. Lei stava facendo passi straordinari verso la follia. Per certi versi glielo auguravo. In questo senso, sia io sia Mary Lou eravamo delle eccezioni. Delle eccezioni sfortunate.
    - Nozomi? - Mi fece Mari Lou. - Che cazzo di domanda le fai? Sono venti anni che non si sente parlare più della Resistenza, né in America né in nessun altro posto al mondo. Inoltre, fosse stata presa per altre ragioni politiche, non l’avrebbero certo mandata qui.
    Già, ammisi a me stessa. Mary Lou aveva ragione. E allora perché l’avevano messa da noi?
    Stavo per addormentarmi quando, dopo un tempo indeterminato di dormiveglia, sentii nuovamente aprirsi la cella.
    Capii al volo chi era entrato e cosa voleva. Era quello che io chiamavo Fritz, era evidentemente il suo turno. Ero contenta. Lui era uno che aveva gusti un po’ più canonici. L’altro caporale, che io chiamavo Otto, era molto più pericoloso e gli piacevano le cose sadiche, per lo più rapporti anali con dolorose varianti.
    Puntò una torica elettrica prima su di me poi su Lara. Ovviamente non l’aveva puntata mai su Mary Lou o su Lola. Mary Lou era assai poco attraente, e per quanto riguardava Lola, pur essendo molto bella, c’erano gravi punizioni ad avere rapporti sessuali, di qualunque genere, con le negre. Perciò lasciavano in pace anche lei e quindi, in genere, si sfogavano sempre con me. Del resto ero una delle più belle di tutto il Braccio.
    Ma stavolta Fritz rimase nel dubbio. Me o Lara? Lara o me? Lara era anch’essa molto bella e rappresentava una novità. Io, dal canto mio, sapevo che gli piacevo, ero la sua preferita. Qualche volta avevo avuto persino dei privilegi per questo motivo. Per esempio mi aveva regalato di nascosto persino una tavoletta di cioccolata svizzera che, da stronza egoista, non avevo diviso con le mie compagne di cella. Sembrava tuttavia stesse optando per la novità. Già le aveva alzato il pigiama e le stava mettendo le mani sui seni, piccoli ma ben fatti.
    Lara s’irrigidì tutta. Aveva paura persino di fiatare per quanto era terrorizzata. Sapeva benissimo cosa le stava per accadere. L’orrore della cosa l’aveva resa muta.
    Decisi di non perdere altro tempo. Mi rivolsi a Fritz.
    - Mein leiber! Lascia stare la ragazza. Prendi me, caro. Me! Me! Ich liebe dich! Ich liebe dich!. Non vuoi? - Cercai di dirgli con tutta la sensualità possibile.
    Alla fine si girò verso di me, mi sorrise, alzò le spalle e si avvicinò. Con gli uomini ci sapevo fare. Non fossi stata lesbica avrei vissuto la mia vita senza troppi patemi. Mi sciolse i legacci, mi fece alzare e mi portò fuori, alla branda del preposto di notte. La sua.

    Tornai dopo mezz’ora circa. Fritz, soddisfatto, mi legò di nuovo e se ne andò senza dire altro, chiudendo la porta. Cercai di ingoiare in fretta il resto dello sperma che avevo ancora in bocca. Oltre ad avere un elevato valore nutritivo, avevo sentito dire che faceva bene alla pelle.
    - Nozomi? - Mi fece Lara ancora una volta con voce troppo alta.
    - Ssssshhh, parla piano, cazzo!
    - Scusami! Ti ha …?
    E si arrestò.
    - Sì. Mi ha scopata. - Le dissi senza scompormi. - Non preoccuparti, ci sono abituata. Lo fanno spesso. Fritz è il più buono, a volte gli basta persino un pompino. L’altro, Otto, è molto peggio, ti assicuro. Stasera ti ha detto bene, ma prima o poi, anche tu … - Tacqui. Avevo detto troppo e me ne rammaricai.
    Lei riprese a piangere.
    - Non c’è speranza per noi! Nessuna!
    Pensai a lei. Karla. Bella come il sole, bianca, i capelli lunghi e biondi. Lei, ariana purosangue, io euroasiatica dalla pelle olivastra. Noi, unite in un lungo amplesso. Non c’era mai stata la speranza. Eppure ero certa che Karla mi aveva amato e che mi amava ancora. Mi avrebbe amato per sempre, era la sua condanna. Ne ero certa, come io avrei amato per sempre lei, anche se, forse in un momento di confusione o di debolezza, mi aveva tradito. Era questa l’unica forza che mi mandava avanti. Il mio segreto. Il mio ricordo. Il suo ricordo. Il mio rimpianto. Il suo rimpianto. E la mia vendetta. La mia dolce presenza, costante, persistente, indelebile, nel suo cuore. Per sempre.
    - Pensa a dormire adesso.

    4 Agosto 2011
    Passai la solita giornata lavorativa, soffrendo come tutte per il gran caldo. Quel giorno c’erano almeno quaranta gradi e si sentivano. Subito dopo l’ora di pranzo dei medici vennero a portare via Lola. Intuii che presto l’avrebbero inseminata e lei era raggiante di felicità. Lara aveva gli occhi spenti, si stava esaurendo a poco a poco, come una batteria. Sarebbe crollata presto. Mi chiesi per l’ennesima volta perché non le avessero ancora tagliato i capelli a zero. Quello era un altro mistero nel mistero. Ma c’era dell’altro.
    Sembrava inoltre che tutti, compreso Magda la Kapò, compreso Fritz il caporale, compreso il sergente maggiore catarroso, la guardassero strano. Nessuno la picchiava più, anche se continuava a fare errori. Picchiavano sempre me o Mary Lou al suo posto. Anzi, si tenevano quasi lontano da lei. Quasi la temevano.
    Non riuscivo proprio a capire quale fosse davvero il mistero che nascondeva. Del resto, non lo sapeva anche lei. Magari mentiva, ma anche se fosse, a che scopo? Non avevo proprio le idee chiare in proposito.
    Quella sera, un’ora dopo le luci blu solo io e Lara eravamo ancora sveglie. Lola non c’era più, il suo letto era vuoto, non avevano mandato ancora nessuna a occuparlo. Mary Lou invece ronfava come una cavalla.
    Parlai con Lara del più e del meno, sottovoce, per un po’. A un tratto lei mi fece:
    - Nozomi?
    - Sì?
    - Sei mai stata innamorata?
    - Lo sono tuttora.
    Lei tacque per un po’.
    - Di una ragazza, vero?
    - Sì.
    Tacque ancora. Intuii il suo imbarazzo. Era la prima volta che aveva a che fare con una come me. Poi disse:
    - Sai, avevo un ragazzo fuori di qui. Vincent. Avevamo grandi progetti per il futuro. Una volta voleva fare l’amore ma io non me la sono sentita. Sai, volevo concedermi solo quando ero pronta. Magari dopo il matrimonio. Ho avuto un’educazione un po’ all’antica. Sì, ti confesso, sono ancora vergine. Oh, avessi detto sì, Nozomi! Avrei saputo cosa vuol dire amare ed essere amate! E adesso? Come posso vivere così? Senza amore? Tu come fai?
    Sospirai.
    Gli occhi di Karla, così pieni d’amore. Il giorno prima del tradimento.
    - Mantieni vivi i ricordi più belli e cerca di vivere in essi.
    - E vale la pena vivere di soli ricordi?
    - Se hai amato, sì.
    Scoprii con stupore che avevo preso silenziosamente a piangere. Da quando non piangevo? Me l’ero scordato.
    - Senti, adesso dormiamo, fa molto caldo. - Conclusi.
    Mi appisolai quasi subito. Dopo aver pianto ancora un po’. Sempre in assoluto silenzio.

    Forse un’ora dopo, o in tarda notte, non saprei dirlo, aprirono per l’ennesima volta la cella. Erano in quattro, due medici e due ufficiali. Uno era addirittura un generale delle SS, lo riconobbi dalle mostrine. Un generale delle SS, lì, nella nostra cella!
    Stavo quasi per esclamare per la sorpresa ma mi trattenni.
    Si chinarono su Lara e le sciolsero i laccioli cominciando a parlare freneticamente tra loro in tedesco stretto. Il generale fissò la ragazza e aprì la bocca, quasi fosse sorpreso dalla rivelazione del medico, il quale fece segno di sì, serio, con la testa.
    - Cosa volte da me? - Protestò Lara. - Oh, dove mi portate? Ma che volete? Nozomi! Mary Lou! Aiutatemi!
    Ma in meno di dieci secondi erano tutti usciti e avevano richiuso la porta della cella, portandosela appresso.
    Mary Lou fu a prima a commentare l’avvenimento, con un tono crudo nel suo accento texano.
    - Che scema! Chiederci di aiutarla! Ma sì, perché non siamo scese a prenderli a calci nel culo?
    Fissai il letto vuoto vicino al mio e il cuore mi si gonfiò di nostalgia.
    - Hai sentito? - Mi fece ancora Mary Lou. - Che dicevano? Tu conosci il tedesco meglio di me! Io non li ho capiti bene!
    - Mah, non ho capito molto anch’io, Mary Lou! - Ero sincera e confusa. Cercai di riannodare in modo logico le poche parole certe che avevo compreso. - Hanno detto qualcosa su uno Zoo. Privat Führer Berlin Zoologischen garten!
    - Uno zoo privato del Führer?
    - Una cosa così? Sembra che la portino là, a Berlino. Proprio in Germania. Penso di aver capito bene.
    Mary Lou scoppiò a ridere.
    - Ho capito! E che c’entra? La portano in uno zoo, adesso? Perché?
    - Non lo so! - Scossi la testa. - Ma hanno detto anche dell’altro. Ho sentito dire le parole “Letze juden erde”, una cosa del genere.
    - E che cazzo vuol dire? Aspetta … “L’ultima …”?
    - “L’ultima juden nel mondo”.
    Anna Lou tacque come per afferrare il concetto. Poi fece traballare le reti del letto, agitandosi.
    - Nozomi? Scusami, tu che sei più intelligente e istruita di me: che vorrebbe dire “juden”? Cos’è? Una perversione? Una tara genetica? Che razza di malattia ha quella ragazza per meritare tutta quest’attenzione? E anche se fosse perché portarla allo zoo?
    Non le risposi. Avevo un vago ricordo nella mente, qualcosa di molto lontano, forse un’oscura leggenda sentita da piccola. Una specie di eco ma non riuscivo proprio a focalizzarla. Ma non venne a galla. Non la ricordavo.
    - Non lo so, Mary Lou. Ti giuro che non lo so. Non so davvero cosa significhi quella parola.
    - Forse Lara si trasformerà in qualche animale! Spero almeno che questa “juden” non sia una malattia contagiosa! - Concluse Mary Lou.
    Dopo un po’ la mia compagna di cella riprese a ronfare.
    Io, invece, stavo lì ancora, sveglia, a tentare di ricordare.
    Dovevo ricordare.
    Per qualche motivo che non ancora capivo bene, ricordare era molto importante.
    Era forse l’unica cosa rimasta da fare.

    Edited by Nozomi - 1/8/2011, 00:33
     
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  2. Fini Tocchi Alati
     
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    Eccomi!
    Sebbene non credo sia molto originale (ma non me ne intendo molto), ho letto il racconto con interesse. Però credo tu possa svilupparlo meglio.
    Intanto, ho notato un certo squilibrio tra la prima parte (molto lunga) che sembra quasi avere una finalità preparatoria, e l'ultima (ma mi verrebbe da dire "la sevonda parte") che dura poche righe e che tenta di spiegare il mistero. In effetti, mi pare che il racconto precipiti verso il finale e lascia con un senso di insoddisfazione anche perché lo dissemini di informazione che, tuttavia, non sviluppi. Per esempio, questa Karla. Addirittura metti in rilievo il suo personaggio con dei flashback in grassetto (a proposito: è sufficiente il corsivo), ma poi risulta essere un personaggio abbastanza comprimario, nel senso che Nozomi poteva essere incarcerata perché lesbica e basta. Sì, è vero che è stata Karla a tradirla, ma proprio questa sua azione è troppo importante per il racconto per lasciarla morire senza dire altro. Inoltre, i riferimenti a Karla, con quel corsivo "grassettato" mi sembrano troppo invasivi. Dovrebbero, a quanto ho capito, essere pensieri di Nozomi, ma sembrano, in realtà, esterni a lei. Forse in questo caso potresti davvero narrarli questi flashback e farci vedere quello che succede, piuttosto che farlo poi raccontare da Nozomi.
    In effetti anche il personaggio di Lara (estremamente importante) risulta poco approfondito. E' importante credo conoscere il suo passato e perché sia l'ultima juden rimasta. E la sua famiglia? (Eppure pare averne una.) Infine, anche le altre donne sono solo accennate. Ma dài informazioni importanti che, secondo me, non possono essere trascurate perché sono lo specchio di un mondo ucronico che in qualche modo deve venire fuori. (Per esempio, mi viene in mente la storia della Volkswagen.)
    Poi, c'è il fatto del mistero di Lara. Lo rendi troppo palese, secondo me. Cioè, troppe volte accenni al segreto della donna e addirittura usi la parola "mistero" quasi che ti senta in dovere di cattuare l'attenzione del lettore. E' vero, tu devi catturare la mia attenzione, ma devi farlo in modo, come dire..., meno vistoso.
    Ancora, le situazioni che descrivi sanno di già visto (lo stupro, i maltrattamenti, eccetera). Credo tuttavia che in un racconto come questo non sia un problema grave, purché tu riesca però a valorizzare il finale e ad approfondire la storia tra Nozomi e Karla.
    Quindi, tirando le somme, credo che lo spunto, per quanto non originalissimo, sia molto interessante, però deve (merita di) essere valorizzato.

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    Complimenti, era parecchio che non mi passava tra le mani una bella ucronia.
    ti dico subito che il grassetto no, no, no! Oltretutto le frasi che hai grassettato non aggiungono nulla, io le toglierei proprio.
    Ho trovato il racconto molto interessante, bello il richiamo finale alla Shoah e alla memoria.
    Ci sono delle parti poco importanti al fine del racconto che avrei omesso, i rimandi al suo amore per esempio. A noi interesa che l'abbia tradita poi che colore avesse gli occhi, o la pelle è irrilevante.
    Dalla premessa mi aspettavo un erotico, invece gli stupri sono solo accennati, non capisco perchè lo consigli a un pubblico adulto.
    Alcune cose vorrei farti notare, vero che nel contesto "fanno colore" ma sono davvero inverosimili.
    La tua protagonista trova peggiore il prurito ai genitali che al naso, quando costretta in vincoli, forse sarebbe il primo, a doverle dare più pena. Sembra che tu abbia messo lì quella frase solo per poter usare le parole "ano" e "vagina".
    Due, simpatica la trovata della scorta in più di proteine, ma che una donna in mano ai nazisti, stuprata ripetutamente e umiliata pensi che lo sperma faccia bene alla pelle è davvero fuori dal mondo.

    per il resto il racconto mi è piaciuto e mi ha entusiasmato, gli darei più respiro hai offerto parecchi spunti per farne un vero e proprio romanzo.
     
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  4. Nozomi
     
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    @FTA
    Critiche giuste: avessi dovuto chiarire ed esplodere tutti quegli elementi che hai suggerito tu, però, il racconto sarebbe diventato un 40K e avrei fatto, conoscendomi, una prolisseide.
    Non sono d'accordo solo su una cosa. La figura di Lara è a basso profilo di proposito. Ha una valenza metaforica e se vogliamo non è affatto il personaggio principale. Non volevo lo diventasse. Ero indecisa persino se darle un nome e mi pento di averle dato troppa personalità. Volevo rappresentare davvero, per citare le parole di Hannah Arendt, la banalità del male. Ma, ammetto, non sono stata chiara nel tirare fuori quello che avevo davvero in testa per trasporlo su carta. Grazie per l'incoraggiamento però! Mi ha fatto piacere. :)
    @ Polissena.
    Sinceramente fossi legata troverei più fastidiosi i pruriti intimi e per questo, io, in quei momenti uso Chilli :lol: Scusa, scherzavo, ho bevuto stasera (davvero, eh! Non scherzo, è favoloso rispondere ai commenti ubriaca :lol: ). No, adesso faccio la seria sennò mi faccio cacciare dal forum, pietà! Dicevo... mmmmm devo concentrami perché ci vedo doppio! Non penso di aver voluto mettere le parole "ano" e "vagina" come specchietto per le allodole visto il tema e le situazioni che ho poi trattato. Non nego volevo mostrare, invece, la disumanità, o meglio l'inumanità dell'immagine.
    Quanto alla questione del fatto che il mio alter ego dica che lo sperma faccia bene alla pelle è dovuto esclusivamente al fatto che lei vuole mantenersi bella il più possibile (per poter avere dei privilegi). Inoltre la sua freddezza di fronte alle violenze sessuali, al limite dell'inverosimile, è un altro elemento che ho voluto accentuare di proposito. Anche in questo caso, però, ammetto di non aver reso comprensibile quello che avevo dentro. Grazie anche a te per la lettura e per le parole d'incoraggiamento. :)
    :lol:

    Ora scusatemi, devo smaltire la sbornia!
    Baci! :silente:
     
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  5. federica68
     
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    eccomi anche da te

    smaltita la piomba? :-)

    alcune perplessità te le hanno già segnalate, ma secondo me i passaggi in cui Nozomi ricorda la sua storia d'amore non guastano, anzi, vanno ad aggiungere spessore al personaggio e anche io vedrei approfondita questa parte


    però togli i grassetti, che stonano davvero, sulle prime mi sembravano dei titoli di capitoli, in effetti bastarebbe il corsivo

    una cosa però fa vacillare di brutto tutta la struttura del racconto:

    dici che la ragazza è l'ultima ebrea, ma l'ebraismo è una religione e non qualcosa di scritto nel dna, quindi non ha nessun senso che le prelevino il sangue

    ok che essendo una religione molto chiusa, i credenti tendono a sposarsi fra di loro, quindi alcuni caratteri somatici si perpetuano e possono trovarsi nel dna, ma

    1) non credo che la pelle olivastra o i capelli neri, o qualunque altra caratteristica somatica indichino altro che la ragazza proviene da una popolazione di origine semitica, quindi medio orientale, non altro
    2) in ogni caso, se lei è l'ultima rimasta,(il che non è vero perche dice chiaro di avere una famiglia, quindi quanto meno ci sono anche i suoi familiari) comunque non ha senso analizzare il dna perchè essendo l'ultima famiglia, i caratteri somatici si sono diluiti necessariamente con altri di provenienza non semitica- Se no ci sarebbero altre famiglie ebraiche i cui discendenti si sposano tra loro perpetuando i caratteri, ma loro sono gli ultimi, ergo gli unici, e lo sono magari da un pezzo almeno in una certa area geografica, al punto che non lo sanno neppure quindi è gioco forza che negli anni i matrimoni siano stati misti (non hanno conservato memoria del loro carattere distintivo. Altrimenti ne andrebbero fieri e avrebbero cercato di perpetuarlo) e quindi... i caratteri genetici oltre a essere generici e aspecifici sono anche diluiti...

    non so se sono riuscita a speigare sta cosa, io non ho bevuto ma mi pare di averlo fatto :wacko: :wacko:

    sarebbe più logico che lei invece sapesse di essere ebrea, e questo può essere solo se fosse praticante, quindi lei saprebbe bene perchè si trova lì, magari è di famiglia osservante

    non dimentichiamo che i nazisti hanno perseguitato anche i testimoni di geova, quindi una religione non-conformata sarebbe ancora perseguibile nella loro ottica, e ci sta che un ultimo zoccolo duro di ebrei praticanti sia una spina nel fianco per loro, magari hanno esteso la persecuzione ai musulmani, buddisti, chiunque pratichi una religione diversa da quella imposta da loro

    allora ci sta che lei sappia di essere depositaria di qualcosa di molto importante, i genitori sono magari ormai anziani e impossibilitati ad avere altri figli a cui trasmettere la loro dottrina e quindi, bloccando la catena riproduttiva a lei, diventerebbe davvero l'ultima ebrea sulla terra e tutto avrebbe un altro taglio


    ci sono delle sviste (che le avevano costretto a indossare, mi fu obbligato di spiegarle, alcune E' invece di È... )

    nel complesso è un 2
     
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  6. Nozomi
     
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    Ciao Federica, sì la sbornia m'è passata ma sono sempre più derelitta con i miei problemi sentimentali :( Mi sa che adesso vado a bullonarmi nell'angolo dell'autocommiserazione.

    A risponderti, stasera ero in altro forum affaccendata, ma ho visto il commento e ho pensato di fermarmi per rispondere.
    Sulla "E'" nessuna cosa da dire. La mia tastiera giapponese è una bastarda e me la fa diventare un quadratino. Ho preferito il male minore: E'.

    Sull'analisi del DNA.
    In realtà, scusami se ti contraddico ma i fatti non stanno come tu li riporti.
    Gli studi genetici sulle origini delle popolazioni sono scienza ufficiale. Di recente hanno scoperto l'origine medio orientale degli etruschi sugli screening che hanno fatto a Cerveteri e Civitacastellana in provincia di Viterbo confermando le tesi degli storiografici romani.
    Gli ebrei prima di essere una religione erano un popolo che si è disperso ne corso dei secoli in correnti dividendosi in askenaziti (dell'est), sefarditi (dell'ovest) eccetera, a seconda delle loro migrazioni dalla Palestina in Polonia, Ucraina, Spagna eccetera, assorbendo in parte il fenotipo delle popolazioni autoctone.
    Queste migrazioni sono iniziate nel 70 d.c. dopo l'abbattimento del Tempio di Gerusalemme. E non è solo il caso degli ebrei.
    Dagli studi genetici è stato possibile scoprire persino le migrazioni dei primi Homo Sapiens partiti dall'Africa (dal Sud Africa, parlo dei Sapiens) e dispersi nei vari continenti del mondo. I più lontani parenti dei Sapiens sono i Giapponesi (i più recenti).
    Inoltre è stato possibile creare una mappa genetica sull'origine di alcune popolazioni, tipo gli Ainu, in Giappone (sono indoeuropei, non hanno niente a che vedere con i giapponesi) e degli abitanti dell'Isola di Pasqua (sono polinesiani non sudamericano come si pensava). Per non parlare degli stessi indiani d'America, che sono proprio parenti stretti dei Giapponesi.
    Di recente, si è scoperto (pare dal sangue di alcuni parenti) che persino Gheddafi è di origine ebrea.
    Ovvio, non è impossibile che ci possano esserci stati ebrei convertiti nel corso della Storia (anche se la conversione all'ebraismo è molto rara, deve essere vagliata dai rabbini e comporta una serie di precetti piuttosto lunghi eccetera).
    Ciò, comunque, non è in contrasto con un fatto imprescindibile che è vero, reale e scienza.
    Gli ebrei sono un popolo.
    Inoltre come avrai potuto notare, Lara non ha coscienza del proprio essere ebrea (per cui nel mio racconto immagino che persino la religione si sia del tutto estinta).
    Ora, nel mio racconto parlo di un'ultima ebrea. E' implicito pensare che questi studi sul DNA siano stati eseguiti e perfezionati in 60 anni e passa di evoluzione di una scienza malvagia come sarebbe potuta essere quella nazista, che già dagli studi antropologici e dagli esperimenti fatti nei campi di concentramento si stava sviluppando proprio in quella direzione.
    Per quanto ho esposto mi sembra di meritare ampiamente la sospensione della credulità al riguardo.

    Baci!
    G! :wub:
     
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  7. RobertoBommarito
     
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    Ciao Nozomi,

    SPOILER (click to view)
    Mi è piaciuto. Lo stile è secco e diretto, ma nonostante questo riesce comunque a trasmettere il sentimenti delle protagoniste. Però il racconto ha più potenzialità di quante alla fine ne vengono realizzate. La storia regge bene, ma c'è un intero background alla storia che viene solo accennato, e trattandosi di un racconto di storia alternativa, tale background è molto importate. Abbiamo accenni del mondo in cui si trovano, ma non abbastanza da costruirci un'immagine chiarissima. Un tale background sarebbe doppiamente importante svilupparlo perché la storia alternativa dove i nazisti vincono la guerra è un tema che è stato affrontato tantissime volte, forse troppe, e di conseguenza la contestualizzazione del racconto potrebbe darti l'opportunità di venire fuori con una trovata originale su come e perché i nazisti abbiano vinto la guerra.
    Il racconto, a mio parere, va allungato e sviluppato più in profondità. La stessa cosa vale anche per i personaggi, che si potrebbero ampliare. Ci vengono dette delle cose riguardo ai singoli personaggi nelle battute iniziali, ma poi le loro storie non vengono riprese a sufficienza da giustificarne la presentazione iniziale.
    Così com'è mi fermo a un 2 pieno, ma ampliandolo appunto, e sviluppando in profondità sia il background storico sia i personaggi individuali, il racconto potrebbe fare un grosso salto di qualità. Il racconto ha del potenziale. Io ci lavorerei sopra.

    Note:

    QUOTE
    Poi alla luce blu delle lampade notturne, il suo viso regolare divenne simile a quello di una maschera di cera sulla quale riverberavano, come piccoli diamanti, delle lacrime in rapida discesa.

    passaggio molto bello

    QUOTE
    Puntò una torica elettrica

    torcia
     
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  8. rehel
     
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    Il racconto mi è piaciuto parecchio. Non rilevo nulla particolare da dire, ho apprezzato tutto; stile, forma contenuto e trama, anche i personaggi.
    Per me è un bel 4 pieno.
    Proprio il fatto che il tema sia stato più volte sfruttato rende valida la decisione di puntare su un frammento di storia alernativa, frammento che può così risplendere di luce propria in virtù del suo spazio limitato.
    Allungarlo vorrebbe dire ampliarlo in una maniera mostruosa. Proprio perchè è un tema iflazionato ci si può permettere di spiegare poco, è già tutto presente nell'immaginario collettivo dei lettori di ucronie.
    :)
     
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  9. Snow2
     
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    Ciao Nozomi!
    Il racconto a conti fatti mi è piaciuto. L'ambientazione non è particolarmente originale ma la situazione specifica è interessante, la storia ha capo e coda e lo stile senza fronzoli si legge con piacere, nonostante alcune cose brutte che ti segnalo dopo. Buono anche il finale.
    Mi pare che il testo potrebbe essere più equilibrato, però. Potresti allungare la seconda metà: questo da un lato darebbe maggior equilibrio al peso delle parti, dall'altro ti permetterebbe di approfondire l'ambientazione e i personaggi (compresa la stessa Nozomi). Mi pare la "via maestra" per migliorare il racconto, come ti hanno già segnalato altri.

    Ti lascio un po' di appunti presi durante la lettura. In generale occhio, in primo luogo, all'uso dei punti esclamativi. Sono troppi. Abbiamo periodi brevi con due tre punti esclamativi e altri più lunghi con quattro o addirittura cinque. All'inizio la cosa è stata dura da digerire, poi, come sempre succede in questi casi, l'occhio si abitua e la lettura torna a scorrere (perché al segno non viene attribuito più il suo specifico valore, ci si passa sopra). Non è una buona cosa, il mio parere è di limitarne l'uso in modo drastico.
    Dal punto di vista strettamente formale ci sono alcuni errori ripetuti nel testo, in particolare punteggiatura nei dialoghi e puntini di sospensione.

    CITAZIONE
    Erano le ventuno (qui non esistono orologi ma sappiamo sempre l’ora) quando la vidi per la prima volta.

    uhm, non che sia sbagliato, eh, ma una parentesi nella prima riga io eviterei di metterla.
    CITAZIONE
    quasi contemplasse un lavoro perfetto e ben riuscito

    ben riuscito lo eliminerei: se il lavoro è perfetto è ben riuscito di sicuro.
    CITAZIONE
    Era molto bella, sembrava un angelo.

    frase banale
    CITAZIONE
    La ragazza voltò il viso verso di me e rispose con un tono di voce troppo alto.
    - Mi chiamo Lara Wilson.
    Riuscii a “urlare a bassa voce” per la prima volta in vita mia.
    - Parla piano, perdici! Se sentono che parliamo tra noi ci puniscono. E' vietato!

    Perdici? ?__? Ritorna anche più in là nel testo... Sarebbe "perdinci"? In tal caso ti consiglio comunque di cambiarlo perché sarebbe, mi pare, espressione non adeguata al personaggio e alla situazione.
    CITAZIONE
    - Non lo so! Giuro che non lo so! Se ci penso ancora, divento matta!

    - troppi esclamativi, il primo si potrebbe togliere alla grande: - Non lo so, giuro che non lo so! Se ci penso ancora, divento matta!
    CITAZIONE
    Frequento … frequentavo …

    niente spazio prima dei puntini (errore ripetuto qui e lì)
    CITAZIONE
    Lei che mi baciava il ventre e poi scendeva giù piano piano

    Non serve il grassetto, non si usa. Il corsivo a solo va benissimo! :)
    CITAZIONE
    E' una negra

    È (errore ripetuto)

    CITAZIONE
    2 Agosto 2011.

    Via il punto
    CITAZIONE
    e mi fu obbligato di spiegarle di nuovo

    meglio un più semplice "fui obbligata a spiegarle"
    CITAZIONE
    sulla faccia della terra,

    Terra
    CITAZIONE
    Oltre a ciò, altri avvenimenti da ricordare della giornata?
    Ah, beh!

    decisamente troppo colloquiale, secondo me. Peraltro solo in questo punto il narratore arriva a questo livello di colloquialismo.
    CITAZIONE
    Ed è solo il primo giorno! - Disse Lara,

    disse Lara
    CITAZIONE
    Ti abituerai, Lara. Vedrai. - Le dissi.

    Vedrai, - le dissi.
    CITAZIONE
    Mary Lou eravamo delle eccezioni. Delle eccezioni sfortunate.

    Secondo me ci starebbe bene un rigo di spiegazione. Perché dovrebbero essere eccezioni sfortunate? Perché non impazzire significava restare sempre lucide, essere sempre conscie della realtà che stavano vivendo.
    CITAZIONE
    una torica elettrica

    refuso
    CITAZIONE
    persino dei privilegi per questo motivo. Per esempio mi aveva regalato di nascosto persino una tavoletta

    ripetizione di "persino"
    CITAZIONE
    - Ssssshhh,

    bastano meno lettere, secondo me. :)
    CITAZIONE
    Quello era un altro mistero nel mistero.

    Se non mi sfugge qualcosa qui dovrebbe essere: "Quello era un altro mistero" oppure "Quello era un mistero nel mistero" perché il mistero numero 1 (diciamo così) non era un "mistero nel mistero". (Tra l'altro poco dopo usi di nuovo la parola "mistero", lì potresti sostituire con qualcos'altro).


    Poco altro da dire, secondo me è una buona storia. Renderebbe meglio se la equilibrassi, come dicevo all'inizio, e la ripulissi da tutti quei cavolo di refusi! :P
    Sono fra il due e il tre. Metto un tre risicato. :)

    A rileggerti!

    Edit: dimenticavo, per me ci starebbe di trovare un altro titolo, questo è tutt'altro che reader-friendly. Non che debba esserlo per forza, però... :ph34r:
     
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  10. kendalen
     
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    E dopo l'andata, dedicata ad Alessanto, il ritorno da Bologna a Torino lo dedico a Nozomi.

    Cominci male, con questo
    CITAZIONE
    Erano le ventuno (qui non esistono orologi ma sappiamo sempre l'ora) quando la vidi per la prima volta

    Per come la vedo io, è un passo falso iniziare in questo modo. Ha importanza sapere l'ora esatta? È utile l'informazione tra parentesi (informazioni tra parentesi che, sempre secondo me, in un racconto stonano parecchio - nei commenti no, invece, infatti guarda quanto la faccio lunga, questa qua! :P )? Avresti potuto dire qualcosa del tipo: "Eravamo già tutte rinchiuse per la notte, quando la vidi per la prima volta": indefinito, ma fa pensare alla sera, e fa immediatamente precipitare il lettore nella situazione. Tanto più che dedichi un intero paragrafo, successivamente, a definire con esattezza gli orari della giornata.
    CITAZIONE
    non fosse stata ancora rapata a zero

    => lo so che si dice, ma "rapata" mi fa pensare a qualcosa di divertente, mentre qui di divertente non c'è nulla. Userei "rasata".
    CITAZIONE
    Il sergente le fece segno di posare asciugamano e saponetta sullo sgabello e poi di coricarsi nell'unico letto libero, posto sotto quello di Lola, dove aveva dormito Conny fino a tre giorni prima.

    => un po' pesante questa frase, la alleggerirei per esempio così: "Il sergente le fece segno di posare il tutto sullo sgabello e di coricarsi nell'unico letto libero, dove aveva dormito Conny fino a tre giorni prima." - lasciando che il dettaglio relativo alla posizione del suo letto (sotto quello di Lola) arrivi in altro modo.
    CITAZIONE
    Parla piano, perdici

    => refuso, "perdinci" (tra l'altro lo ripeti anche dopo, a sto punto mi viene il dubbio che sia un errore mio)
    CITAZIONE
    Dal letto posto sopra quello della nuova ospite, Lola smise per un attimo di russare e bofonchiò qualcosa in tedesco. Poi, dopo alcuni secondi, riprese subito.

    eccolo qua, il dettaglio della posizione del letto: c'è già. Modificherei un po' la parte relativa alla russata, ci si inceppa un po' a leggerla: che ne dici di "Lola bofonchiò qualcosa in tedesco, prima di ricominciare a russare"? Se già dici che ricomincia, significa che lo stava facendo anche prima, no?
    CITAZIONE
    nella penombra generata dalle lampade blu

    => metterei semplicemente "nella penombra delle lampade blu."
    CITAZIONE
    - Qualcosa devi pure aver fatto, dai! Confessa! Devianze sessuali? - Le chiese Mary Lou in tono malizioso

    => fai capire subito che è Mary Lou a parlare, non lasciare la precisazione al termine! Potresti provare con: "- Qualcosa devi pure aver fatto, dai! - la stuzzicò Mary Lou con tono malizioso. - Confessa! Devianze sessuali?"
    Osservazione: se il punto di vista è quello di Nozomi, può ipotizzare che sia sconfortata e che si sia calmata un poco, ma non può darlo per certo. Bene invece quando dici
    CITAZIONE
    La ragazza parve arrabbiarsi

    Nozomi non è nella testa di Lara, si può basare solo su quello che intravede e sente.
    Poi fai il contrario di quello che ti ho fatto notare prima: introduci un lungo intervento (ma lungo, eh) senza quasi spezzarlo, specificando chi è che sta parlando:
    CITAZIONE
    Mary Lou le spiegò.
    - Significa che alla nascita avevo sei dita sia alle mani sia ai piedi, cara! Neanche io lo sapevo. Colpa dei miei genitori, che porci! Scoparsi tra cugini carnali! Erano dei pentecostali ortodossi, sai? Spiega tutto! Le dita in più me le devono aver tagliate appena nata. Se non era per quello stupido esame del sangue che mi hanno fatto quando mi hanno beccata a rubare in un supermercato, sarei ancora fuori di qui. - Poi aggiunse a voce un po' troppo alta. - Porci nazisti

    => intanto perché il punto e a capo? Qui semmai ci stavano bene i due punti (sono palloso, lo so), almeno per come la vedo io. Ma poi, appunto, l'intervento è molto lungo. A questo punto forse sarebbe stato meglio cominciarlo con "- Significa che alla nascita avevo sei dita sia alle mani sia ai piedi, cara! - le spiegò Mary Lou. - Neanche io lo sapevo." ecc. ecc.
    CITAZIONE
    Il peggio era quando mi prudeva l'ano o la vagina.

    => ora, io non metterò in dubbio il fatto che sia meglio o peggio del prurito al naso, ma mi pare poco credibile che in una situazione di degrado come quella la protagonista pensi al culo come "ano" e alla patata come "vagina": mi sembra una terminologia poco adatta al contesto.
    CITAZIONE
    anche se, come Alfa Mischling, non mi è concesso il diritto a ricoprire cariche pubbliche, laurearmi e avere figli

    => informazioni inutili al contesto.
    CITAZIONE
    Poi mi chiese.
    - Come ti hanno scoperta?

    => di nuovo, non punto e a capo, ma due punti.
    Questo pezzo:
    CITAZIONE
    - Non è così semplice impazzire, cocca! - Disse Mary Lou. - Io ci provo ogni minuto di ogni ora di ogni giorno. Ma proprio non ci riesco. Spero tanto avrai più fortuna di me.
    La nuova ragazza riprese allora a piangere, più intensamente.
    - Mary Lou?
    - Che vuoi, Nozomi? - Sentii che tentava inutilmente di trovare una posizione più comoda nel letto sopra il mio, deformando le molle.
    - Ti ho mai detto che quando vuoi, sai essere proprio una perfetta stronza? Dovevi proprio dirle certe cose?
    - Certo! E' meglio che afferri subito la realtà delle cose, cara la mia "sorella". Nessun futuro. Mai più. Che si rassegni!

    fossi in te valuterei se tenerlo o toglierlo, perché non mi pare fondamentale e secondo me fa perdere d'efficacia la conversazione.
    CITAZIONE
    mi fu obbligato di spiegarle di nuovo

    => "fui obbligata a spiegarle di nuovo"
    CITAZIONE
    una detenuta comune di cui si diceva avesse ucciso i figli

    => altra informazione inutile.
    CITAZIONE
    Oltre a ciò, altri avvenimenti da ricordare della giornata?
    Ah, beh!

    => no, per cortesia, il tono colloquiale e sardonico non ci sta proprio bene in un racconto di questo tipo!
    CITAZIONE
    Il lavoro in fabbrica era molto, molto peggio, quello nei campi ? non ne parliamo.

    => frase poco chiara, si potrebbe scrivere meglio per esempio così: "Il lavoro in fabbrica era molto duro, ma ancora peggio quello nei campi" oppure "Il lavoro in fabbrica era molto, ma quello nei campi? non ne parliamo!"
    CITAZIONE
    (Lola non conosceva una sola parola d'inglese)

    => informazione che puoi dare in un altro modo o che addirittura puoi evitare di dare, in fondo Lola addirittura SOGNA in tedesco, potrebbe essere sufficiente dire che si esprime a gesti con le altre detenute per far fare 2 + 2 al lettore.
    CITAZIONE
    mi faceva sentire ancora più male.

    => peggio
    CITAZIONE
    Non mi andava molto di spiegarle che "Donatrici" significava "Donatrici di Organi". Conny ormai era fuori di testa da tempo. Soffriva di disturbi ossessivi compulsivi fin dai dodici anni. Non poteva più lavorare in modo efficiente.

    => questo è il tipo di informazione che messa così stona, ma che starebbe benissimo in bocca a un personaggio un po' stronzetto e cinico, e tu ce l'hai: Mary Lou. Poi magari non la fai finire facendo intervenire Nozomi.
    CITAZIONE
    Come risposta, il medico le mise una specie di morsetto in bocca e senza dirle altro prese una siringa da una valigetta e le prelevò qualche centimetro cubo di sangue. Poi senza dire altro, le tolsero il morsetto dalla bocca e se ne andarono.

    => due volte "senza dire altro". E una volta era già di troppo, visto che nessuno dei tre personaggi dice alcunché: potevi usare "senza dire parola" o "ignorando le sue domande".
    CITAZIONE
    Nessuna varianza

    => variazione?
    CITAZIONE
    Del resto ero una delle più belle di tutto il Braccio.

    => mah, questo autocompiacimento mi sembra un po' fuori luogo, ma posso sbagliare.
    CITAZIONE
    sapevo che gli piacevo, ero la sua preferita.

    => meglio "sapevo di essere la sua preferita"
    CITAZIONE
    Oltre ad avere un elevato valore nutritivo, avevo sentito dire che faceva bene alla pelle

    => ora, io non so che discorsi fate tra ragazze, ma questa è la classica scusa che il maschietto sbarbato butta lì con nonchalance per convincere la fidanzatina a fargli un pompino. Dal mio punto di vista di ometto, fuori luogo.
    CITAZIONE
    compreso Magda la Kapò

    => refuso, compresa
    CITAZIONE
    Era la prima volta che aveva a che fare con una come me

    => e Nozomi come fa a saperlo? Meglio se scrivi "doveva essere la prima volta" ecc. ecc. - o non specificarlo proprio (secondo me la scelta migliore, basta l'intuizione del suo imbarazzo).
    CITAZIONE
    Uno era addirittura un generale delle SS, lo riconobbi dalle mostrine

    => riesce a riconoscere le mostrine da generale nella penombra delle luci blu?
    CITAZIONE
    - Cosa volte da me?

    => refuso, volete
    CITAZIONE
    Mary Lou fu a prima

    => refuso, la prima
    CITAZIONE
    Anna Lou tacque

    => la gemella silenziosa di Mary Lou? ;)

    Mi pare ci sia poi qualche errore di tedesco (il più evidente dei quali è mein leiber, che potrebbe essere un refuso, ma anche per esempio Zoologischen garten - mi pare si dica Tiergarten), dato però che sono almeno dieci anni che non leggo né parlo in germanico idioma, non mi sbilancio troppo, su questo aspetto.

    Non so, il racconto ha molte imprecisioni (anche le maiuscole negli intermezzi dei dialoghi, non vanno messe sempre!), si legge discretamente ma lascia con una sgradevole sensazione di vuoto, perché la storia, così com'è, non ha precisamente un capo e una coda. Si inserirebbe molto bene in un contesto più ampio, come capitolo intermedio, quello sì, ma così com'è è troppo fine a se stesso.
    Una domanda: ma l'esame del sangue dovrebbe far scoprire l'origine ebraica di Lara? Se giustifichi la cosa in questo modo, stai affermando - almeno nell'universo ucronico del tuo racconto - l'esistenza di una razza con sue specifiche caratteristiche genetiche, scientificamente definite, mentre i nazisti non si basavano su criteri così scientifici (non avrebbero potuto!) per decidere se eri ebreo o meno (contava l'appartenenza alla comunità religiosa, la parentela anche lontana, la fisiognomica, alle volte perfino il solo cognome - e tutte le volte che ci penso trovo tragicamente ironico che uno dei più importanti teorici dell'antisemitismo fosse un tizio che di cognome faceva Rosenberg).
    Stereotipati i personaggi, praticamente tutti, ma ho come l'impressione che sia stata una scelta ben precisa (specie per Lara e Mary Lou, oltre che per i tanti personaggi secondari).

    Ammazza, mi accorgo ora che sono stato davvero pedante. Ti chiedo scusa, spero solo che tra le tante cose che ti ho scritto tu possa trovare qualcosa di valido... :(


    In conclusione, racconto discreto, ma troppo fine a se stesso e con troppe imprecisioni. Mi spiace di non poter andare oltre un risicato 2.
     
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  11. Nozomi
     
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    Ringrazio tutti, Roberto, Rehel, Snow e Kendalen, per le letture, ehi quante in un solo giorno!, per le critiche (alcune mi hanno fatto arrossire), le lodi eccetera.
    Non ce la faccio stasera a rispondere a tutti, sono stanca e ho avuto una giornata movimentata, sono riuscita persino a fare sesso (con un ragazzo) dopo quasi un mese (anche se sto peggio di prima perché penso sempre a lei, purtroppo :().
    Qualcosina, oltre ai tristi fatti miei personali, ve la lascio volentieri.
    CITAZIONE
    => ora, io non so che discorsi fate tra ragazze, ma questa è la classica scusa che il maschietto sbarbato butta lì con nonchalance per convincere la fidanzatina a fargli un pompino. Dal mio punto di vista di ometto, fuori luogo.

    Per quanto riguarda me o le mie amiche, qui a Latina per lo meno, non c'è alcun bisogno di convincerci al sesso orale né con questa né con altre scuse. Non c'è semplicemente bisogno di chiedercelo (ovviamente se ci va) :lol: Comunque ho già spiegato la questione. Lo so che è fuori luogo, crudo, cinico quello che vuoi. Era quello che volevo descrivere: la disumanizzazione, l'attaccarsi persino a delle piccole regole di sopravvivenza per non impazzire, vedere il lato positivo delle cose anche là dove c'è solo la follia. Nozomi in fondo è la più folle di tutte. Si è rifugiata nella razionalità, i fuori non esiste più e vive solo dentro se stessa. Se dovessi rimettere mano a questo racconto, ma non lo farò perché di rado torno sulle cose già partorite, penso sarei ancora più cinica al riguardo e renderei ancora più stereotipati i personaggi, pensa té. Ma, non fraintendermi, ho inteso benissimo quello che volevi dirmi e l'ho apprezzato.
    CITAZIONE
    Una domanda: ma l'esame del sangue dovrebbe far scoprire l'origine ebraica di Lara? Se giustifichi la cosa in questo modo, stai affermando - almeno nell'universo ucronico del tuo racconto - l'esistenza di una razza con sue specifiche caratteristiche genetiche, scientificamente definite, mentre i nazisti non si basavano su criteri così scientifici (non avrebbero potuto!) per decidere se eri ebreo o meno (contava l'appartenenza alla comunità religiosa, la parentela anche lontana, la fisiognomica, alle volte perfino il solo cognome - e tutte le volte che ci penso trovo tragicamente ironico che uno dei più importanti teorici dell'antisemitismo fosse un tizio che di cognome faceva Rosenberg)

    Su questa questione tornerò per l'ultima volta anche perché credo di aver già sconfinato il regno della pedanteria. Gli ebrei, prima di essere una comunità religiosa, sono un popolo. Dall'analisi del DNA di ciascuno di noi si possono ricavare (come confronto statistico, con tutte le varianze e gli stimatori del caso, in uno screening di massa) tutte le informazioni sulle nostre origini. Non è fantascienza, è scienza. Non è una mia invenzione. E' la realtà dei fatti. Per i nazisti contava solo una cosa: che eri ebreo. Infatti non hanno risparmiato nemmeno chi si è convertito. Altro che appartenenza religiosa. Dunque, in 60 anni di evoluzione (il racconto è ambientato in un 2011 alternativo non nel 1945) non mi sembra impossibile (per lo meno su criteri esclusivamente romanzeschi) che abbiamo usato tecniche genetiche su screening di massa comparati per cercare gli ebrei superstiti (visto che questa cosa, come ho già spiegato, è possibile già oggi). Volete un altro esempio? E ve lo faccio. Il villaggio di Liqun, nella Cina occidentale, l'avete sentita questa storia? Si credeva fossero i discendenti di una legione romana finita prigioniera dei Parti e poi venduta ai Cinesi. Ebbene con le analisi del DNA hanno scoperto che NON sono i discendenti degli antichi romani.
    Ma, giuro, non ci tornerò più su questa questione.

    Ribaci! G! :wub:
     
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  12. kendalen
     
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    CITAZIONE (Nozomi @ 5/8/2011, 00:16) 
    Per quanto riguarda me o le mie amiche, qui a Latina per lo meno... Ma, non fraintendermi, ho inteso benissimo quello che volevi dirmi e l'ho apprezzato.

    Ecco, vedi! Sono della generazione e della regione sbagliata. O forse sono solo stato sfigato. :D

    Meno male,avevo veramente paura di aver esagerato!


    CITAZIONE (Nozomi @ 5/8/2011, 00:16) 
    Su questa questione tornerò per l'ultima volta anche perché credo di aver già sconfinato il regno della pedanteria. Gli ebrei, prima di essere una comunità religiosa, sono un popolo. Dall'analisi del DNA di ciascuno di noi si possono ricavare (come confronto statistico, con tutte le varianze e gli stimatori del caso, in uno screening di massa) tutte le informazioni sulle nostre origini. Non è fantascienza, è scienza. Non è una mia invenzione. E' la realtà dei fatti. Per i nazisti contava solo una cosa: che eri ebreo. Infatti non hanno risparmiato nemmeno chi si è convertito. Altro che appartenenza religiosa. Dunque, in 60 anni di evoluzione (il racconto è ambientato in un 2011 alternativo non nel 1945) non mi sembra impossibile (per lo meno su criteri esclusivamente romanzeschi) che abbiamo usato tecniche genetiche su screening di massa comparati per cercare gli ebrei superstiti (visto che questa cosa, come ho già spiegato, è possibile già oggi). Volete un altro esempio? E ve lo faccio. Il villaggio di Liqun, nella Cina occidentale, l'avete sentita questa storia? Si credeva fossero i discendenti di una legione romana finita prigioniera dei Parti e poi venduta ai Cinesi. Ebbene con le analisi del DNA hanno scoperto che NON sono i discendenti degli antichi romani.
    Ma, giuro, non ci tornerò più su questa questione.
    Ribaci! G! :wub:

    È chiarissimo, e ti chiedo scusa se ti ho costretta a ripeterlo, ma quando ho scritto il commento l'ho fatto basandomi solo sul testo e senza leggere quanto scritto dagli altri visto che ero sul treno (e non ho pensato di collegarmi, ché sul FrecciaRossa si potrebbe). Sul passato, abbiamo la stessa idea, comunque. ;)
     
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  13. Alessanto
     
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    Letto.

    MI è piaciuto. In particolare il finale. L'idea del ricordo che la protagonista vuole mantenere mi ha colpito molto. Il racconto non è perfetto: alcuni dialoghi sono da registrare, così come la prosa, anche l'ucronìa è abbastanza classica nella tipologia. I personaggi non sono male e spingono a continuare a leggere. Toglierei i grassetti (in particolare forse li toglierei del tutto: hanno un peso fondamentale nella storia, a parte la necessità dell'autore di dare una profondità"personale" al pezzo che, credimi, non serve) e cercherei di accorciare la prima parte che, confrontata con la seconda, sbilancia il pezzo.


    Voto 2 (era abbondante ma non tanto da essere portato a 3)
     
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  14. Cattivotenente
     
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    Eccomi. Dunque, questo è il tuo terzo racconto che leggo e, decisamente, quello che mi è piaciuto maggiormente. Non indugio su quanto di buono ho visto, perché a poco servirebbe, piuttosto vorrei esprimerti alcuni pareri personali di cui almeno uno, nella mia umilissima opinione, potrebbe aggiungere qualcosa alla tua produzione futura, più che al racconto in esame. Ma andiamo con ordine e cominciamo dal testo qui presente. In primis, mi unisco al coro delle obiezioni più evidenti, cioè grassetto e apparente ipercinismo del personaggio Nozomi. Entrambi rappresentano a mio avviso notevoli flessioni nella tensione della storia, per il resto costante, e alla sua connotazione drammatica. Prova a immaginare la storia senza quei dettagli: l'intensità salirebbe, di pari passo con l'immedesimazione. Ma mi voglio spiegare meglio. La Nozomi che pensa cose erotiche e fa cose erotiche, in quel contesto, ci può anche stare ma quegli elementi, presentati in maniera leggera, privi della verosimile sofferenza di cui sarebbero intrisi in una situazione reale, stridono. Il registro cambia di colpo, diventa prevalentemente erotico (io mi sono arrapato non poco leggendo della disponibilità della nostra eroina con il crucco...) e questo copre altri elementi potenzialmente più forti e calzanti a livello narrativo. per chiarire, ma è solo un esempio, lo stesso passo scritto in un modo diverso avrebbe potuto mettere in luce lo spirito di sacrificio della nostra, l'istinto di difesa, la solidarietà di cui l'essere umano può essere capace anche nelle condizioni più avverse, il tutto togliendo dalla tua bilancia un po' di compiacimento e aggiungendo un pizzico di riflessione o magari qualche piccolo dettaglio che, quasi subliminalmente, suggerisca uno stato d'animo, un disagio profondo; potrebbe essere qualcosa di piccolo, che so, il nazista si avvicina e ha l'alito rancido, o qualcosa del genere. La sgradevolezza del dettaglio ci calerebbe molto di più nei panni delle due sventurate. Così come l'hai scritto, con lei "contenta" di vedere Friz (lo so che lo è perché gli altri sono peggiori e perfidi, ma non calcherei la mano su questo aspetto), io ho solamente desiderato di essere il cruccaccio. Stesso dicasi per le parti in corsivo, che eliminerei o riscriverei: credo che erotismo (che per definizione ha una componente edonistica) e dramma facciano davvero a pugni e, per conciliarli, sia necessario essere non solo molto abili, ma anche saper creare il necessario retroterra di trama (esemplifico: una complicità vera fra una detenuta e una guardia, oppure l'ipotesi che i favori sessuali portino reali vantaggi per le donne, che fanno dunque a gara per accaparrarsi i guardiani. In quella condizione di prigionia estrema, l'eros a mio avviso muore e non puoi farlo resuscitare credibilmente in alcun modo, o almeno in nessuno che mi venga in mente così su due piedi).
    Mi conformo anche nel dire che la parte di storia monca sul tradimento dell'amante di Nozomi è sgradevole; come lettore, ne sono un po' indispettito. So che non è fondamentale per la trama portante ma ti consiglio, se introduci un elemento, di non lasciarlo poi "appeso". Io ripeto sempre che ho una mente semplice e sono curioso: voglio sapere come e perché, se no mi innervosisco. La legge dei grandi numeri insegna che non posso essere l'unico a pensarla così, perciò perché alienarti le simpatie di una parte di pubblico? Viceversa, spiegando, nessuno mai si lamenterà con te perché avrebbe voluto non sapere. Fine.
    passiamo ad alcune considerazioni di carattere generale, avvinte però a quanto fin ora detto. Ci sono due costanti nei tuoi scritti che non mi convincono: 1) l'erotismo dilagante; 2) l'abitudine di inserirti nella storia come protagonista o comprimaria (o quantomeno dare al personaggio il tuo nome, anche se ritengo dall'impostazione delle tre cose che ho letto che la prima ipotesi sia più verosimile).
    Il primo punto ci porta direttamente a uno dei grandi dilemmi sulla scrittura: scrivere delle cose che ci sono vicine o non farlo? Inutile dire che l'argomento è controverso e che, fra i grandi, ci sono differenti scuole di pensiero. Credo tu sia una persona con una forte carica erotica e che scrivere storie di quel genere ti piaccia e ti venga naturale. Inoltre, credo tu abbia a cuore il tema dell'omosessualità, che ti tocca da vicino. Fin qui, nulla di male. L'errore, a mio avviso, sta nel voler ficcare a forza questi elementi in qualunque cosa tu scriva (perdonami se generalizzo, ho letto solo tre tuoi racconti, magari sbaglio ma parlo in relazione ai dati che ho a disposizione). Non va bene, per i motivi che ho accennato sopra. Un conto è avere una cifra stilistica o delle tematiche care, un conto è decidere di parlare di cose lontane da quelle e voler comunque incasellarle nella tua personalissima visione, che potrebbe facilmente risultare restrittiva o inadeguata. Tornando al dilemma su ciò che bisognerebbe (si fa per dire) scrivere, ritengo ci siano dei rischi intrinseci in agguato su ogni strada percorribile: se ci allontaniamo troppo da ciò che conosciamo o (è un altra cosa ma assimilabile) da quello che è nelle nostre corde, rischiamo di non essere appassionati nel narrare, di risultare meno competenti, magari si buttare lì qualche strafalcione e, soprattutto, potremmo non essere persuasivi e credibili con il lettore. Faccio l'esempio classico del neo scrittore operaio di frascati che comincia a scrivere, come primo approccio alla narrativa, un legal-thriller sull'avvocato John Superfighenstern di New York. D'altro canto, l'essere troppo autoreferenziali e, in definitiva, parlare della propria vita, potrebbe lo stesso allontanare il lettore. A nessuno (anche per principio) piace di primo acchito leggere la vita di un altro che non sia Nelson Mandela o Elvis Presley. E' un errore comune (credo) quello di pensare che le nostre esperienze siano così uniche ed entusiasmanti da poterci scrivere un libro. Spesso non è così. Oppure potrebbe essere vero per ognuno di noi, dipende dal "manico" dello scrittore. Quello che voglio dire, e mi scuso se potrebbe sembrare che voglia salire in cattedra, cosa che ti assicuro è lontana dalle mie intenzioni, è che l'equilibrio è delicato e raggiungerlo è più difficile di quanto sembri. Ci sono però cose che, oggettivamente, fanno spostare l'ago della bilancia da una parte o dall'altra. Mettere una scena di sesso nascostamente compiaciuta in un pezzo drammatico, per me è una di queste. Chiamare puntualmente la protagonista Nozomi, invariabilmente lesbica e certamente coinvolta in bollenti amplessi a un certo punto del racconto, lo ancora di più.
    Insomma, consiglio definitivo: spersonalizza e cerca di diversificare. Altrimenti, scrivi degli ottimi racconti erotici, io sarò il tuo più appassionato fruitore!
    Comunque ben scritto, tema importante, bel finale (al di là di ogni tecnicismo medical-biologico che, a mio avviso, passa decisamente in secondo piano rispetto a quello che ho sin qui detto e potrebbe benissimo essere accettato come "licenza poetica"), netto miglioramento rispetto ad altri lavori e, insomma, globalmente un discreto elaborato. Anche se non posso votare il sondaggio ti dò un due ideologico, solo perché i punti che ho affrontato per me sono molto importanti e pesano come macigni sul giudizio che mi faccio di uno scrittore. La buona notizia è che, se tu fossi d'accordo con me, sarebbero elementi facilmente migliorabili.
    Detto questo, vorrei ufficialmente proporti un 'esperienza di bigamia (la mia). Ovviamente, potresti continuare a frequentare donne, ed anche portarle a casa in branchi. Come sono open minded... sbav
     
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  15. kaipirissima
     
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    Dico subito che il mio è un tre pieno. e quando avrai fatto ciò che va fatto concorrerai alla finale. (secondo me)

    Dirò anche che ho letto i commenti precedenti e non ti dirò più nulla sul fatto dell’ultimo ebreo, prelievi di sangue ecc. certo il riferimento di Federica ai familiari lascia aperta la porta al fatto che non sia l’ultima giudea.
    Propongo alcune soluzioni che ovviamente vaglierai saggiamente:
    primo:
    se si riuscisse a far percipire maggiormente di trovarci in una dimensione temporale non “storica-reale”, inserendo dei fatti storici che non sono accaduti, o che si sono svolti in modo diverso, (ricordo di aver letto un racconto, tra l’altro molto bello, in cui l’ucronia era che l’impero romano non era caduto, infatti la datazione era Ad Urbe Condita e non d.C., Gesù infatti non era morto, o forse sì, be’ comunque ci siamo capite no?). Certo mi dirai che ogni causa alla segregazione di queste donne dovrebbe fornire informazioni, ma secondo me non le hai elaborate in modo personale e sembrano più che altro citazioni: (il colore della pelle un qualsiasi film sull’Apartheid, la donna incinta I figli degli uomini, la ragazza donatrice Non lasciarmi – tra l’altro libro straordinario-)
    Il fatto che i nazisti ci siano, e abbiano lo stesso nome, un po’ disorienta, sembra poco probabile che citando sempre il termine nazisti non le venga in mente nulla. Insomma il Nazismo è avvenuto o no?
    Secondo:
    la famiglia della ragazza, orfana adottata?

    Per quanto riguarda la struttura della vicenda a me piace. Ero davvero curiosa di conoscere il motivo della segregazione di di Lola. Inoltre gli inserti romantici della protagonista sono davvero perfetti per caratterizzare Nozomi, in bilico tre il cinismo, dovuto all’abbruttimento del lager, la rudezza, dovuta (forse per stereotipo, e forse più mio che tuo) all’omosessualità, e la sensibilità di una donna innamorata, che ripercorre in quel vuoto esitenziale i momenti più dolci e vivi della sua vita e la caratterizza come una donna colta.

    Cura del testo:
    credo che abbia bisogno di una ripassatina. Non solo per i refusi, le maisucole dopo i trattini, che sembrano cazzate ma a un lettore, abituato a testi curati, fanno l’effetto delle unghie sulla lavagna, perciò davvero ti consiglio di curare maggiormente la presentazione del tuo pezzo.
    Inoltre anche il lessico ha bisogno di essere valutato con maggire accuratezza. Frasi dure crude si presentano perfette per la caratterizzazione del personaggio, ma non puoi abusarne in tutto il testo. Nozomi narratore ha un’anima raffinata quando parla d’amore, è colta, possiede una pieta, ed è brutalizzata dal milieu. Alterna questi toni, offri maggirore ricchezza ai tuoi termini, fai brillare nella scrittura le sfacettature della tua protagonista.
    Rileggi il racconto e decidi se questa parola funziona alla caratterizazzione o può essere tolta.
    Es ci sono dei passaggi molto approssimativi:

    La prima volta che la vede io metterei prima l’effetto sorpresa che non sia rasata e poi i capelli. Inoltre: “Mi stupii molto del fatto che a differenza di noi altre non fosse stata ancora rapata a zero” è brutto e non caratterizza il personaggio.

    CITAZIONE
    Aveva circa vent’anni, teneva gli occhi fissi a terra e i capelli neri, lisci, sciolti sulle spalle. Mi stupii molto del fatto che a differenza di noi altre non fosse stata ancora rapata a zero.

    Aveva circa vent’anni, teneva gli occhi fissi a terra. Mi stupii che non fosse stata ancora rasata, aveva i capelli neri, lisci, sciolti sulle spalle.

    CITAZIONE
    il cortissimo pigiama a righe che le avevano costretto a indossare le lasciava scoperte le gambe…

    è scorretto: il cortissimo pigiama a righe che l’avevano costretta a indossare

    CITAZIONE
    la giornata trascorse via come al solito

    la giornata trascorse come il solito

    CITAZIONE
    Parlai con Lara del più e del meno, sottovoce, per un po’. A un tratto lei mi fece:
    - Nozomi?

    Del più e del meno, sarebbe interessante sapere cos’è il più e il meno in quel lager. O lo definisci o lo togli.

    Parlai con Lara sottovovoce ancora un po’ poi tacemmo, credevo si fosse addormentata invece a un tratto mi chiamò
    - Nozomi?

    CITAZIONE
    - Sai, avevo un ragazzo fuori di qui. Vincent. Avevamo grandi progetti per il futuro. Una volta voleva fare l’amore ma io non me la sono sentita. Sai, volevo concedermi solo quando ero pronta. Magari dopo il matrimonio. Ho avuto un’educazione un po’ all’antica. Sì, ti confesso, sono ancora vergine. Oh, avessi detto sì, Nozomi! Avrei saputo cosa vuol dire amare ed essere amate! E adesso? Come posso vivere così? Senza amore? Tu come fai?
    Sospirai.

    - Sai, avevo un ragazzo. Vincent. Volevamo sposarci, avere dei bambini. La notte prima di essere portata qui mi chiese di fare l’amore, non me la sentii. Sai, volevo aspettare, dopo il matrimonio. Ho avuto un’educazione un po’ all’antica. Oh, Nozomi gli avessi detto sì quella notte. Ora saprei cosa significa amare ed essere amate! Cosa si prova ad abbandonarsi completamente. E adesso? Come posso vivere così? Senza sapere?
    Sospirai.
     
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27 replies since 31/7/2011, 23:10   508 views
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