|
|
@Polissena: il titolo, sigh, il titolo! Per il finale, tu dici che terminare su "ucciderla" sia la cosa migliore? Mumble, ci devo pensare. La frase conclusiva mi piaceva molto, ma provo a leggermela qualche volta come dici tu.
@Angelicotenente: vedi sopra per il titolo. "Ghiaccio nelle vene" è bellino, ma avrebbe poco a che vedere con molti elementi della storia (la parentela tra Alfio e Sandro - che in "Sangue del suo sangue" era sin troppo esplicitata, il tocco finale della statua, il desiderio di Betta di uccidere il marito). Ti ringrazio, almeno tu hai capito la faccenda del divorzio. Siccome però sei uno dei pochi (vedi anche il commento di Gargaros), dovrò cercare di rendere la cosa più chiara. Rendere Betta odiosa? Non penso ci siano problemi. Ho avuto ottimi modelli, in passato. Vero, non ho chiarito l'indagine. Me lo appunto (di nuovo! Sono un testone...). Lanzafame non era un carabiniere: avevo immaginato un intervento dell'esercito, per (provare a) ripristinare la normalità - cosa peraltro non campata in aria. E la descrizione divagante e inutile va contro tutto quello che sto cercando di mettere in pratica: cerco sempre di ridurre all'osso le informazioni "a latere", ormai ho il terrore di fare passi falsi. Però forse hai ragione tu, e anche quello sarebbe un mettersi alla prova.
@Gargaros: il tuo commento, lo ammetto, è quello che mi ha lasciato più perplesso. Per certi versi mi hai spiazzato, perché - oltre a dubbi che già altri hanno espresso - ne esprimi degli altri che non mi aspettavo. Attenzione: il fatto che non me li aspettassi non significa che io non li accetti, eh, però mi ritrovo a grattarmi la capoccia. Mi dici che "il colpo di scena non è stato preparato da niente" e mi chiedi, appunto, "Che cosa prepara questo colpo di scena?". Ti copio-incollo quanto mi è stato fatto notare nello Skannatoio, dove il racconto aveva un altro titolo (come già detto, "Sangue del suo sangue") che in parte spoilerava: "Un racconto organico, anche se piuttosto prevedibile. [...] Cioè che lei finisse male, un po’ me lo aspettavo già dall’inizio, però potevo sbagliarmi, ma quando torna a casa e Sandro non c’è, il racconto è morto lì." Ecco, quello era uno dei pochi (quello sì, sono proprio pochi) elementi che avevo usato per preparare il colpo di scena: per kaipirissima, era già troppo. Oppure "subodoravo odore di fregatura alla donna da parte di quei due fin da subito. Rivelare la storia attraverso gli articoli di giornale anticipava di molto il finale, smorzando un pochino l'effetto sorpresa": altro elemento che ho usato, l'intuizione di un legame tra Alfio e Sandro risalente alla fuga del primo. Poi, per carità, magari è stato tutto un effetto del titolo all'epoca troppo spoileroso e con un titolo più ermetico certi pensieri non vengono. Oppure in effetti gli elementi che ho messo sono troppo grossolani. Un'altra critica che muovi è: "Mi è parso un "posto" privo di attrattive, e un contesto assai miserabile per un racconto di SF. Il marito della signora ha il riporto! Cioè, non ci sono state guerre, ma non c'è stato neanche nessun tipo di progresso scientifico e medico...". Qui credo che siamo nel "de gustibus". No, non parlo della critica sul fatto che non ci sia un'ambientazione: ci sta, che trovi poco credibili ambiente, storia e personaggi (soprattutto questi ultimi). Ma che sia il contesto a essere troppo miserabile per un racconto di SF... beh, la SF è piena di contesti miserabili come e più di questo. Sicuramente descritti meglio e che sembrano assai più veri di quanto potrà mai esserlo il mio, ma ce ne sono a bizzeffe. Sono sicuro che "ritratto" sia adatto a una scultura? No, hai perfettamente ragione. Lo cambierò!
Bene, grazie di nuovo a chi ha commentato!
Edit: Polissena e Cattivotenente, visto che vi fate i fattacci vostri nel thread del mio racconto e lo usate per bieche scommesse da SNAI di quart'ordine, PRETENDO una parte della cena di pesce. Non so, tipo i gusci delle cozze...
|
|