CITAZIONE
Otto anni, erano passati otto lunghi anni, ma Michael aveva sempre lo stesso aspetto trasandato. Certo, era anche un po’ invecchiato, tuttavia la barba ingrigita e la calvizie ormai conclamata non lo rendevano meno interessante: i suoi occhi azzurri, penetranti, avevano ancora l’intensità d’un tempo e il vetro che ci divideva non ne attenuava la luminosità.
=> l'incipit è un po' pesante e ha qualche espressione abusata, si potrebbe semplificare tipo: "Erano passati otto anni, ma Michael aveva sempre lo stesso aspetto trasandato. Era anche invecchiato, ma questo non lo rendeva meno interessante: gli occhi azzurri avevano ancora l’intensità d’un tempo, anche attraverso il vetro che ci divideva."
Poi, subito dopo:
CITAZIONE
— Ciao Jackie, — disse Michael
=> il nome è superfluo, è chiaro che è lui a parlare.
CITAZIONE
La mia durezza sembrò ferirlo e se lo sarebbe meritato.
=> suona male, toglierei la seconda parte.
CITAZIONE
Michael sembrò frugare nei suoi ricordi per trovare un appiglio che potesse ravvivare quella conversazione. La sua mano fu percorsa da un fremito; forse avrebbe cercato d’accarezzarmi se il vetro non gliel’avesse impedito.
=> illazioni poco convincenti.
Toglierei poi tutta la parte relativa al fatto che il padrone del night serviva alle ragazze drink allungati per non farle ubriacare: ha poca utilità descriverlo, secondo me, la cosa importante è far bere i clienti e basta. Il come, lo si immagina.
CITAZIONE
Sentii addosso gli occhi azzurri di Michael. Imploravano. Li sentii mentre mi seguivano lungo i corridoi della prigione, finché la porta della cella si richiuse dietro di me.
=> lo metterei così: "Sentii addosso i suoi occhi azzurri. Li sentii mentre mi seguivano lungo i corridoi della prigione, finché la porta della cella si richiuse dietro di me."
CITAZIONE
risposi mostrandogli l’anello di fidanzamento che portavo al dito.
=> ehm, dove altro dovrebbe portarlo, visto che sappiamo aver accettato la proposta?
CITAZIONE
Tutto ciò avveniva dieci anni fa, ma adesso era acqua passata.
=> frase superflua.
Ho notato che tendi a ripetere spesso i medesimi concetti, anche a distanze molto ravvicinate: per esempio il nonno sergente: detto la prima volta, che era un sergente, basta dire "il nonno". Oppure il riferimento ornitologico:
CITAZIONE
anche la conversazione di un’oca petulante
e dopo pochissimo
CITAZIONE
Susan era più stupida d’una gallina
Proprio in prossimità di questi pezzi, poi, c'è il dialogo tra compagne di cella, che suona un po' finto.
Il brutto (o il bello) di arrivare dopo che in molti hanno già commentato è che tutto quello che scrivi molto probabilmente è già stato detto. Quindi non posso che allinearmi alle perplessità degli altri, specie per quanto riguarda la fattibilità di sistemare la bomba a mano nella tasca del cadavere, sotto gli occhi di tutti. Bella idea, eh, molto fantasiosa, ma di realizzazione molto difficile ed efficacia dubbia, col passare del tempo.
Non sono invece d'accordo con chi ti ha criticata per la presunta banalità del modus operandi di Jackie: è vero che l'avvelenamento è un grande classico, forse inflazionato, ma è anche vero che è la metodologia con cui (secondo una statistica che mi sto inventando in questo momento... ah, no, l'avevo letta davvero, qualche mese fa, spero solo di ricordarla correttamente! Dovrei andare a controllare!) solitamente colpiscono le (poche) donne serial killer.
Mi è piaciuta l'impostazione a flashback, così come proprio la differenza tra le modalità di assassinio dei 3 uomini: l'unico che forse Jackie abbia amato è quello cui viene riservata la modalità più "dirompente". Stile e forma non sono male, al netto di alcune cose che potrebbero essere migliorate (sempre secondo il mio personalissimo e opinabilissimo punto di vista).