L'arte dello scrivere e del parlare

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  1. Liutbald
     
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    L’arte dello scrivere e del parlare
    Appurato che per imparare a scrivere meglio (o, quantomeno, mantenere il livello raggiunto) non basta soltanto leggere ma serve anche l’esercizio pratico, la “palestra”, cioè lo scrivere, deduco che nel momento in cui ottengo un miglioramento, sarò più bravo nel comunicare, nell’ esprimermi, nel farmi meglio capire dagli altri o farmi capire in modo più efficace. Ora, a questo punto, mi sorge spontaneo fare, come direbbe Battiato, un “pensiero associativo”: se migliora in un certo modo la mia capacità di comunicare per iscritto, migliorerà “in generale” (per una sorta di effetto collaterale), anche quella orale, in quanto il cervello, deduco non funziona per compartimenti stagni. Dove voglio andare a parare? Sintetizzo dicendo: se miglioro nello scrivere, dovrò in un certo senso migliorare anche nel parlare. Se fosse vero quanto appena detto, bisognerebbe constatare fino a che punto lo scrivere mi aiuta a parlare meglio e per quale ragione esso non sarà mai la stessa cosa dell’esercitazione orale, poiché (altra deduzione) se voglio imparare ad esprimermi meglio a parole, avrò bisogno, nello specifico, di esercitarmi a parlare, piuttosto che a scrivere (così come, nello specifico, se voglio migliorare nello scrivere devo scrivere). Dunque esce fuori un postulato del genere:
    Per imparare a SCRIVERE meglio bisogna esercitarsi con la pratica stessa dello scrivere (la quale si “nutre” della lettura, del confronto, delle esperienze personali..).
    Per imparare a PARLARE meglio bisogna esercitarsi con la pratica dell’esercitazione orale (sembra, questa, quasi una regola che rientri nell’ordine naturale delle cose: più una cosa la fai, più ti dovrebbe, in teoria, riuscire meglio. Ergo, “le donne, costola di Adamo, sono meglio degli uomini?” [domanda retorica a sfondo ironico, oltre che autolesionistico]). Da qui viene l’esortazione di “allenarsi” grazie a corsi di teatro, di dizione, di mimica, di recitazione, di quella “ars oratoria” di cui parlavano bene i classici. Anche questa pratica si “nutrirebbe”, in via strumentale, del leggere e/o dello scrivere.
    A questo punto, fatte le su citate premesse mi voglio proprio “divertire”, proponendovi un casus teorico: abbiamo di fronte a noi due tipi di persone, entrambe accaniti lettori, entrambi con l’attitudine a parlare poco, nella stessa misura. Con l’unica differenza: l’individuo A, in più, è anche un bravo scrittore (“allenato”). Chi dei due saprà esprimersi meglio oralmente secondo voi? Ai “posteri” (cioè voi, vittime dei dubbi astrofisici dell’enigmistico Liutbald) l’ardua sentenza! Buon sabato a tutti.
    tifosi18
     
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0 replies since 10/9/2011, 15:59   229 views
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