Rappresentare il pensiero di un personaggio

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  1. Magister Ludus
     
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    Il pensiero di un personaggio può essere rappresentato in sostanza in due modi: o attraverso l'uso di virgolette diverse da quelle usate nei dialoghi ("" contro le caporali) o con il corsivo. Io preferisco usare il corsivo, in genere.

    Però si potrebbe anche non usare nulla e dire che quelle parole sono espresse mentalmente dal personaggio. Quello che vorrei chiedere non è proprio come rappresentare il pensiero, ma come farlo esprimere dal narratore.

    La situazione è questa:

    CITAZIONE
    Che cosa stava dicendo? pensò Luigi.

    Ecco: quel "pensò" è corretto scriverlo in minuscolo? O sarebbe più corretto scrivere:

    CITAZIONE
    Che cosa stava dicendo? Pensò Luigi.

    Se uso gli altri due sistemi, il problema non si pone:

    CITAZIONE
    "Che cosa stava dicendo?" pensò Luigi.

    CITAZIONE
    Che cosa stava dicendo? pensò Luigi.

    Nel mio caso voglio evitare il corsivo, perché l'ho già usato nelle due righe precedenti della storia. Se scrivo in maiuscolo "pensò" mi sembra di creare uno stacco, una pausa nella lettura, che non ha senso. Forse l'unica soluzione restano le virgolette?
     
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  2. rehel
     
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    Secondo quello che so, molto poco a dire il vero, credo che la forma corretta sia questa:

    Che cosa stava dicendo? pensò Luigi.

    O almeno così si vede in parecchi testi stampati. SEnza virgolette e in corsivo, e col (pensò), minuscolo.
    :)
     
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  3. sgerwk
     
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    Se il punto di vista e' gia' chiaramente quello di Luigi, puoi anche scrivere direttamente:

    QUOTE
    Che cosa stava dicendo?

    senza nessuna attribuzione (senza "penso' Luigi") ne' corsivi ne' virgolette. Pero' deve essere chiaro che sei gia' nella testa di Luigi, e questo lo ottieni scrivendo cose che solo lui puo' sapere (tipo sensazioni o pensieri di Luigi).

    Tipo (la cosa meno peggio che mi e' venuta in mente):

    QUOTE
    Luigi senti' la voce di Marco arrivargli attutita attraverso il sacco che gli avevano infilato in testa. Ma riusciva solo a capire una parola su quattro: parcheggio... innesco... radiatore... Che cosa stava dicendo? Parlava di un'autobomba?

    Questo alcuni lo chiamano "terza persona limitata vicina" (Kress, mi pare) o "terza persona limitata profonda" (forse Card... non ricordo). L'idea e' che stai traducendo in terza persona quello che passa per la testa del personaggio, e quindi l'attribuzione "penso'" non ha senso.

    In alternativa, se stai usando la "terza persona lontana" o il narratore, puoi scrivere "si chiese cosa stesse dicendo". :D
     
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  4. Magister Ludus
     
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    Belle informazioni, grazie :)

    Dunque, ho riletto il pezzo del racconto. C'è una donna che ne osserva altre. Però poi ci si allontana da lei, perché interviene il narratore a descrivere quello che vede la donna. Quindi non è più chiaro che sia la donna a pensare quelle parole o almeno non lo sarà per tutti i lettori.

    Il "si chiese cosa stesse dicendo" non mi piace molto, però. Preferisco la domanda.
     
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  5. JLOVER56
     
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    Anchio preferisco usare il corsivo!:-)
     
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4 replies since 20/9/2011, 10:37   2012 views
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