Mosè DVD
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Mosè DVD

di Adry666

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  1. adry6666
     
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    Mosè DVD




    20 luglio 1969, 10:56 p.m. Luna: Mare della Tranquillità.
    “E’ un piccolo passo per l’uomo, ma un balzo gigantesco per l’umanità.” La voce di Armstrong gracchiò dall’altoparlante della sala controllo di Houston - Texas, sembrava un polveroso disco a 78 giri.
    Aldrin stava scattando delle foto dall’interno del modulo lunare Eagle. Gli sembrava di essere uno dei tanti turisti che vanno a visitare il Gran Canyon e fotografano il panorama da dietro i finestrini dei pullman.
    “La superficie è fine e polverosa,” disse Armstrong, con voce alterata per l’eccitazione.
    “Sembra che non sia difficile muoversi come invece sospettavamo. E’ molto più facile delle simulazioni che abbiamo effettuato.”
    Aldrin, uscito anche lui, dette la fotocamera Hasselblad ad Armstrong e ritornò verso la scaletta del LEM per essere fotografato. Mettersi in posa lo faceva sorridere; pensò a quanti milioni di persone avrebbero visto quella foto; pensò ai suoi figli che, indicando quell’omino bianco vestito goffamente, avrebbero detto: ‘questo è il mio papà!’
    “Queste rocce sono… piuttosto scivolose!” disse Armstrong, rigirandosene una tra le mani, rese enormi dai guanti multistrato di protezione.
    Procedettero meticolosamente alla raccolta di campioni lunari da portare sulla Terra per le analisi chimiche e biologiche.

    All’improvviso, il silenzio del cosmo, fu squarciato dal nome “Neil” che rimbalzò violentemente nel casco di Armstrong. Sembrava provenire da ogni dove. Istintivamente si portò Il riflesso sulla visiera non gli faceva vedere bene cosa il suo compagno stesse osservando. Gli pervenne solo un bagliore dal terreno, come un flash scattato da qualche turista giapponese.
    “Edwin, Edwin… Edwin!” strillò Armstrong nel microfono; per un istante temette di rompere tutto, come quei soprani che riescono a infrangere i cristalli con il canto.
    “Qui Houston. Cosa sta succedendo ragazzi?” La richiesta si perse nel cielo senza atmosfera e nelle menti senza pensieri dei due astronauti.
    “Neil, vieni a vedere. Mio Dio come è possibile!”
    Armstrong, a gran balzi, si avvicinò al compagno che era ancora fermo con il braccio destro rigido ad indicare qualcosa nella polvere lunare.
    Sembrava una cassetta d’acciaio, o comunque di un materiale simile, leggermente più scuro, che per metà era sepolta nel suolo. Poteva essere grande quanto una scatola di scarpe.
    Avvicinò piano la mano, la toccò, non successe niente.
    “Houston, qui Armstrong. Abbiamo trovato un manufatto di origine sconosciuta. Chiedo istruzioni. Mi sentite?”
    “Qui Houston, ti sentiamo. Sono Jim,” Jim Scott era il capo missione a terra, “Neil, anche noi non ci spieghiamo cosa possa essere. Siamo sicuri che i Russi non sono arrivati lì prima di noi. Ma è la nostra unica sicurezza. Per favore aspettate nuove direttive. Nel frattempo non muovetela di un millimetro. Chiudo.”
    Neil l’aveva già toccata. Gli venne in mente la scena in ‘2001 Odissea nello Spazio’ in cui gli astronauti in missione sulla Luna sfioravano con timidezza il monolito alieno.
    “Edwin è incredibile, a tutto avrei pensato meno di trovare… ma come hai fatto a vederla?”
    “Stavo cercando un buon posto per piantare la nostra bandiera. Avevo individuato una collinetta di sabbia di silicio leggermente più alta, e mi sono incamminato verso la cima, quando…”
    Rimasero con lo sguardo fisso sull’oggetto per qualche minuto prima di riprendere le normali operazioni schedulate per la giornata.

    La risposta di Houston non si fece attendere.
    “Edwin, Neil, qui Houston. Ragazzi dovete fare una cosa per noi: con molta, molta attenzione, scavate attorno alla scatola e cercate di portarla allo scoperto per tutta la sua estensione. Fateci sapere. Chiudo.”
    “O.k. Houston, iniziamo.”
    La scatola di quell’acciaio scuro era l’unica della zona, almeno per quanto gli strumenti a loro disposizione potevano verificare. Confermarono anche le dimensioni: una grossa scatola per scarpe.
    Non presentava fessure o aperture visibili, sembrava essere stata saldata per formare un pezzo unico. Non pesava moltissimo.
    Gli fu ordinato di raccoglierla ma di non cercare di aprirla.
    Armstrong la ripose in una busta a tenuta stagna in un compartimento sicuro del LEM.
    Quella fu l’ultima volta che i due astronauti videro il manufatto. Fu loro intimato di non far mai menzione a nessuno dell’accaduto, anche nei rapporti scritti della missione Apollo 11.
    Il loro cuore rimase sempre con una ferita aperta cui nessuno diede mai conforto. Sarebbe stato uno di quei segreti che si portano nella tomba, e oltre.


    16 agosto 1969, 09:30 a.m. Pentagono: sala riunioni n°322.
    “Lei sta cercando di farmi credere che all’interno c’erano solo questi cinque oggetti e nient’altro?” il vicedirettore della NASA, Sam Sheppard, si aprì l’ultimo bottone della camicia con un gesto secco, poi riprese: “Lei ha il dovere di svelarci tutte le scoperte che avete fatto analizzando l’oggetto alieno! Si ricordi che la scatola l’abbiamo trovata noi!”
    John Marchetti, il direttore della CIA, lo fissò con aria incupita, gli occhi gli erano diventati due fessure.
    “Io le sto dicendo tutto quello che so,” l’enorme tavolo in ciliegio massello, nella sala riunioni del terzo piano, sembrava troppo grande per due sole persone, pensò Marchetti; come è del resto anche questo problema, per adesso senza soluzione.
    “Le riassumo per l’ennesima volta quanto scoperto dai nostri scienziati: la scatola è costituita da un materiale simile al titanio, che come sa, noi stiamo ancora studiando in fase sperimentale. All’interno abbiamo trovato solo quei cinque dischetti che ha visto in foto; ribadisco e sottolineo: solo.”
    “Uhm… per adesso prendiamola per buona.”
    John continuò facendo finta di niente: “Gli oggetti sembrano dei dischi in vinile, ma molto più piccoli. Non sono neri, assumono dei colori mutevoli con l’inclinazione con cui si osservano. Tuttavia non siamo risusciti a leggerli, o meglio a decifrarli; niente di simile ai solchi da noi usati. C’è una trama ma non riusciamo a trovare la chiave di lettura.”
    “Pensate che siano di provenienza aliena?”
    “No, c’è un’ultima cosa che non le ho detto. All’interno della scatola abbiamo trovato residui di amminoacidi del tutto simili a quelli terrestri e… un’incisione. Guardi.”
    Sheppard si alzò di scatto dalla sedia, come se qualcuno gli avesse acceso una brace ardente sotto le natiche, e si catapultò sulla foto che l’altro gli stava porgendo.
    “Sono quattro scarabocchi indecifrabili! Sembrano fatti da un bambino, o da qualche vandalo che si è divertito sul cofano di un’automobile nuova e… oh Cristo!”
    “L’ha visto anche lei, vero?”
    “Sì ma non è possibile, forse è solo un nome che vogliamo vedere. Non capisco.”
    “Anche noi siamo arrivati alla sua conclusione: non comprendiamo come e perché, ma i graffi incisi là sopra sembrano somigliare, verosimilmente, al nome Mosè.”
    “Forse sono le famose tavole delle leggi? O qualcos’altro? Oppure non c’entra niente e stiamo prendendo un grosso abbaglio?”
    “Non lo so. E’ comunque un qualcosa di clamoroso. Cercheremo di decifrare quegli oggetti. L’unico dato certo è che provengono dalla Terra e non da altri sistemi extraterrestri. Chi li ha portati là? Armstrong è stato il primo a mettere piede sul nostro satellite…”
    I due uomini si guardarono smarriti, la stanza ora sembrava immensa rispetto ai loro piccoli corpi.
    Immensa ed enigmatica.


    25 agosto 1969, 07:15 a.m. NASA, Radio Cape Kennedy.
    ‘Gli astronauti Collins, Aldrin ed Armstrong, mentre si recavano a una cerimonia in loro onore, al centro spaziale Cape Kennedy, sono rimasti vittime di un incidente automobilistico con un TIR che trasportava parti missilistiche per le missioni Apollo. La nazione ha osservato un giorno di lutto. Commemorazioni sono in atto in tutto il paese per ricordare i tre eroi americani.’


    19 dicembre 1970, 11:30 a.m. Roma, Stato del Vaticano.
    “Sua Santità, siamo estremamente sicuri sulla buona fede dell’informatore. E’ un importante personaggio americano vicino all’Opus Dei.”
    Il Papa si appoggiava con entrambe le mani sul bastone simbolo del potere temporale; la notizia lo aveva affaticato come se qualcuno gli avesse messo sulle spalle un elefante da portare a spasso.
    “Mi ripeta tutto. Le mie vecchie orecchie stentano a credere a quello che mi ha appena detto.”
    “Santità magnifica, come le stavo dicendo, gli Stati Uniti sono venuti in possesso di una scatola contente le prove dell’esistenza di Mosè. Non sappiamo se è una prova video, audio, o addirittura si tratti delle tavole delle leggi. Sembra che il materiale sacro sia stato trovato da una delle missioni Apollo sulla Luna.”
    “Sulla Luna?” Il Papa era sempre più incredulo, ma doveva verificare. Se fosse stata vera anche solo una piccola parte di quella storia sarebbe stato un colpo vincente per la fede cristiana nel mondo.
    “Bene, faccia tutto quello che è lecito e non, perché questo stato si impossessi della scatola; che in effetti, per diritto ci appartiene.”
    L’agente segreto uscì dallo studio del Papa dispensando un grosso inchino.
    Il Papa, rimasto solo, si mise la faccia tra le mani e chiese perdono a Dio per quello che sarebbe successo da lì a poco.


    12 gennaio 1995, 9:30 p.m. MIT, Massachusetts.
    Jason Corrall non poteva credere ai suoi occhi. Non sapeva se essere contento della scoperta o essere spaventato per quello che aveva appena appreso. Lo scienziato che era in lui era raggiante, l’uomo terrorizzato. Impaurito come un bambino che ha visto per la prima volta uno scorpione.
    Dopo anni di rompicapi, speranze, fallimenti, erano arrivati a capire. I cinque dischetti avevano un formato del tutto simile alla nuova tecnologia, ancora sperimentale, chiamata DVD. I dischi erano stati incisi con un raggio laser equivalente a quelli che si usavano nei laboratori del MIT. Era bastato adattare dei formati di conversione per aprire lo scrigno di impenetrabilità in cui in tutti questi anni, circa venticinque, i dischi erano rimasti. La loro inviolabilità era improvvisamente crollata.
    Jason non sapeva se si era arrivati a quella tecnologia grazie alla ricerca sul manufatto lunare, o viceversa, se ormai la scienza ottica era diventata matura abbastanza per penetrare il labirinto di luce dei cinque oggetti.
    La visione del contenuto lo aveva enormemente colpito. All’inizio quasi non capì, poi rivedendoli varie volte la sua mente completò il puzzle, e la visione d’insieme divenne nitida all’improvviso, come quando si passa uno straccio su uno specchio appannato.

    Nei giorni seguenti la tristezza ricoprì la sua testa come un velo nero da funerale, e gli rese tutto più difficile. Le azioni quotidiane gli parevano senza senso e senza speranza. Il fine ultimo che lo aveva sempre spinto ad andare avanti, anche in situazioni tragiche, come quando era morto il suo primo figlio, era improvvisamente imploso nella sua anima stanca.
    Alla fine si decise a telefonare al presidente, di cui aveva il numero diretto in caso di scoperte clamorose. E’ questo era proprio il caso, pensò.
    Il presidente all’inizio non capì, poi, quando gli fu chiaro tutto, gli chiese di non parlare più al telefono e gli comunicò di farsi trovare il giorno dopo in laboratorio insieme ai cinque uomini che lo avevano coadiuvato nella incredibile scoperta. Gli chiese anche un rapporto scritto sulle sue conclusioni, e di come ci era arrivato. Lo ringraziò molto e gli disse di non farne parola con nessuno, nemmeno con la moglie. Gli assicurò anche che l’avrebbe onorato con una riconoscenza a livello nazionale.
    Jason attaccò il telefono con nel cuore un brutto presentimento.
    Scacciò quei pensieri solo quando la sua figlioletta Tess gli stampò un sonoro bacio sulla guancia. Varcata la soglia di casa dimenticò tutto.
    Il mondo, per quella sera, rimase fuori.
    La sua vera vita era la famiglia.

    Jason e i suoi cinque colleghi stavano parlottando quando, all’ora convenuta, si sentì bussare alla porta.
    “Avanti!” gridò Jason. Si aggiustò il nodo della cravatta, non voleva far figuracce con i funzionari della casa bianca. Sistemò il rapporto con la copertina lucida in bella mostra, con il lato corretto rivolto verso l’entrata. Sapeva che non sarebbe venuto di persona il presidente, ma un piccolo lumicino di speranza era ancora acceso in lui.
    La porta si spalancò sbattendo sull’attaccapanni; entrarono degli uomini vestiti di nero.
    Jason fece in tempo solo a vedere lo scintillio delle armi che gli spianarono addosso. Istintivamente si portò le mani davanti al viso. Dei lampi di fuoco investirono i loro occhi.
    Tutto finì in pochi secondi; rimase solo un olezzo di zolfo nell’aria fumosa.

    La sera stessa, la moglie di Jason aprì l’uscio di casa pensando di riabbracciare il suo uomo, come faceva ogni giorno di lavoro, da ormai molti anni. Un bacio sulla guancia, l’odore di dopobarba mischiato alla fragranza ‘buona’ della pelle del marito; la sua stretta forte, sicura.
    Invece comparve un uomo che non aveva mai visto; aveva gli occhi di un blu ghiaccio, con un’espressione cattiva e una brutta cicatrice sul mento. Sentì un forte dolore al petto, fece in tempo solo a urlare il nome della figlia. E poi cadde un drappo nero sopra i suoi occhi.
    Tutto divenne buio.

    Dodici ore dopo, i giornali locali pubblicarono le foto della donna e della bambina trucidati, a detta dell’articolo, da dei rapinatori sotto l’effetto della cocaina.
    In un trafiletto più in là si parlava anche di un incendio in cui avevano trovato la morte sei membri del MIT. Probabilmente avevano incautamente maneggiato delle sostanze chimiche pericolose.


    22 marzo 1995, 10:30 a.m. Casa Bianca: sala ovale.
    “Siamo stati costretti, signor presidente.” Il direttore del FBI cambiò posizione per l’ennesima volta da quando era iniziato il colloquio.
    “Lo so, il Vaticano questa volta ha osato troppo. Addirittura cercare d’infiltrare un loro agente per rubarci le traduzioni dei dischi… inaccettabile!”
    “Del resto, in parte è comprensibile, loro…”
    “Sì, loro… sono convinti che i cinque dischi contengano la registrazione video e audio della consegna delle tavole delle leggi a Mosè. In poche parole la ripresa cinematografica di Dio in persona. Anche io, se fossi stato il Papa, avrei fatto di tutto per impossessarmi del materiale.”
    “Ma non sarebbe meglio dir loro la verità?”
    “Assolutamente no! Sai bene che la verità è peggio della versione di Mosè. Molto più drammatica e scioccante, dovrà essere una cosa che non dovrà trapelare mai. Intesi?”
    “Sì, sì, sono d’accordo.”
    “Per fortuna abbiamo molti spunti di ricatto verso il Vaticano; la stampa, il mondo intero, non saprà mai nulla di tutta questa storia. Spero solo che i sacrifici di vite umane sia finito con quest’ultimo agente ucciso.”
    “Ho sentito che il Papa vuole telefonarle per dirle che, se non gli consegneremo i DVD, renderà di dominio pubblico la notizia…”
    “Non può!” il presidente divenne rosso in viso e una vena del collo s’ingrossò sensibilmente. “I documenti in nostro possesso, che provano la complicità del Vaticano con il regime nazista, sono la nostra assicurazione a vita del loro silenzio.”
    “Già, la figura del Papa a braccetto con Hitler non sarebbe una bella pubblicità per tutti i cristiani nel mondo. Una bella perdita di credibilità. Presidente, ritornando al contenuto dei DVD; cosa pensa sia successo a quella gente?”
    “Come sai quei ‘simil’ DVD sono un testamento di un uomo importante vissuto in una civiltà anteriore alla nostra preistoria. Una parte racconta la sua storia e quella della sua famiglia, un’altra parte è la registrazione di tutte le opere d’arte e le scoperte scientifiche più significative.” Fece una pausa bevendo un po’ d’acqua minerale. “Cosa sia successo? Certo è difficile pensare che una società evoluta che aveva la tecnologia per andare sulla Luna, quindi più o meno al nostro livello, sia scomparsa improvvisamente lasciando solo questi cinque sparuti dischi. Forse è l’Atlantide che abbiamo sempre cercato… E’ incredibile che tutto sia stato cancellato, e sia ricominciato daccapo con i dinosauri, scimmie, e così via.” Il presidente si accese un sigaro cubano sfregando sullo scrittoio di cuoio con un zolfanello sopra dimensionato, del tipo di quelli usati per attizzare i falò. “Ci deve essere stato un qualche evento catastrofico: una cometa o una meteora che ha impattato con il nostro pianeta, oppure un terremoto causato da qualche improvviso spostamento delle zolle tettoniche. Non so, ci vorrebbe uno studio di un’équipe di scienziati: geologi, astrofisici… ma non possiamo permettercelo per motivi di sicurezza. Tu lo sai benissimo.”
    “Forse la causa del disastro è stata non naturale: ad esempio una guerra nucleare, o chimica, o batteriologica…”
    “Forse. Comunque è stato qualcosa che ha distrutto anche tutte le loro opere architettoniche; non è rimasto un cavolo.”
    “Può darsi che non siano venute ancora alla luce, ma ci siano da qualche parte.”
    “Sì, ma il problema è un altro,” disse il presidente alzandosi avvolto da una nuvola di fumo, “quante altre civiltà sono esistite prima della nostra? Come si sono distrutte?”
    “Uhm, addirittura una serie di popolazioni estinte nei millenni? Miliardi di persone morte; e cosa rimane di loro? Un ‘souvenir’ sulla Luna… che triste sorte ci aspetta!”
    Il presidente uscì dallo studio ovale per andare a una conferenza stampa sull’agricoltura. Quelle ultime parole gli rimbalzavano nella testa come una palla da squash: ‘Cosa rimane di loro?’
    Già, cosa rimarrà di noi?


    24 aprile 1995, 13:30 p.m. Texas, ranch di Crawford del presidente degli Stati Uniti.
    “Noi abbiamo finito signor presidente.”
    “Avete filmato tutto quello che vi ho detto?” disse giocando con il pollice sulla tesa del suo cappello texano.
    “Sì, ora lo montiamo con il materiale dei giorni prima, e lo riversiamo sui dieci DVD, come da lei indicato.”
    “Bene. Poi, come già sapete, consegnate il tutto al direttore della Nasa, a Cape Kennedy.”
    Il quale, come da ordini presidenziali, aveva il compito di sigillare i dischi in una scatola di titanio a tenuta stagna. Quest’ultima sarebbe stata imbarcata sulla prossima missione shuttle Columbia, per poi essere lanciata con una sonda automatica verso la Luna.

    Il presidente si mise gli stivali da cowboy e uscì nel giardino per fare quattro passi.
    Sono nel giusto, pensò, del resto sono il più potente uomo di questo paese, e a sua volta questa nazione è la più importante del pianeta. Chi meglio di me potrebbe rappresentare l’umanità in questo momento? Nessuno, si rispose, cullando la sua coscienza inquieta.
    La sua famiglia, lui stesso, sarebbero vissuti per sempre, qualsiasi cosa fosse avvenuta sulla Terra. Era un’idea geniale mandare un’arca di Noè sulla Luna, geniale.
    Per un attimo l’assalì un dubbio: e se anche il tizio dei cinque ‘simil’ DVD avesse preso spunto da un precedente ritrovamento lunare di memorie autobiografiche?
    Un guaire di cani, seguito da una leggera brezza profumata di gelsomino, gli spazzò via quei pensieri inconcludenti.
    Per sempre, rimuginò, sarebbe vissuto per sempre.

    28 maggio 1995, 10:05 a.m. Luna: Mare della Serenità.
    La sonda Exodus, come programmato, entrò in un’orbita polare eccentrica attorno al satellite naturale terrestre. Un attimo prima dell’impatto espulse la scatola di titanio, similmente a un volatile quando depone un uovo in un nido.
    Si alzò una gran nube di polvere di silice; cirri in un astro privo d’atmosfera.
    La scatola, con il suo ‘prezioso’ contenuto, affiorò per metà dal suolo desertico lunare.
    Unica roccaforte di una cultura, che prima o poi, degraderà fino all’annichilimento.
    Un mausoleo all’impotenza umana: contrapposto alle forze della natura, e ai fantasmi oscuri della mente.

    Starà lì per sempre. Immobile.
    Fino a quando qualcuno del ‘nuovo mondo’ non la scoprirà.
    E tutto ricomincerà dall’inizio.
    Per sempre.
     
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  2. federica68
     
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    SPOILER (click to view)
    [QUOTE=adry6666,5/5/2008, 16:17]


    CITAZIONE
    Istintivamente si portò Il riflesso sulla visiera non gli faceva vedere bene cosa il suo compagno stesse osservando.

    ...scherzi del copia incolla... ;)


    Voto 3.
    Mi è sembrato scorrevole, e anche l'idea è buona.
    Originale la rielaborazione della classica commistione futuro/passato... :D
     
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  3. shivan01
     
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    ah, come adoro ste storie

    voto 4 solo per questo, ma anche perché quando leggo qualcosa che appassiona, mi estraneo dalla lettura stessa, e seguo la storia e basta.

    a me poi mi hai fatto venire un'idea....
     
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  4. Jakken
     
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    Ciao.
    SPOILER (click to view)
    È un racconto che cattura, non ci piove. La scoperta di qualcosa che non "dovrebbe essere in un determinato posto" arrovella le cervella mica male. Scritto anche piuttosto bene. Attenzione ai dialoghi. Metti il punto alla fine se nn viene seguito da un "disse", altrimenti le descrizioni seguenti sembrano far parte del tutto.

    Buona idea, quindi, che fino ad un certo punto mi ha entusiasmato. Poi meno, quando hai appena accennato il contenuto dei dvd, meno ancora quando hai iniziato a fare ipotesi senza approfondire...
    Ok l'insabbiamento, classico, di routine, con l'Fbi, la Cia, ovviamente la Chiesa Cattolica. Ma questa parte potevi affrontarla meno, inserendo qualcosa di più concreto riguardo la presunta precedente civiltà, il messaggio, ecc..."
    Forse il tuo intento era proprio quello di dire "ci stanno nascondendo molte verità..."
    Ok, lo penso anche io.
    Ma il racconto, così, ha un potenziale inespresso.

    Per farti un esempio.
    Se sei un appassionato di fantascienza avrai letto Contact. Immagina se quella bellissima storia si fosse chiusa su se stessa con l'insabbiamento, l'incapacità di accettare, di credere e voler scoprire.
    Sarebbe stato uno smacco all'idea della ricezione del SETI e soprattutto del contenuto del messaggio.
    Questo dovevi approfondire, il messaggio.

    E poi, la scritta Mosè, ecc... mi sembra molto forzato. Per me stride molto. E, sinceramente, nell'universo vorrei trovare tutto fuorché altre tracce di religioni...
    All'inizio ero convinto che ti avrei dato 4, poi se sceso inesorabilmente verso il 2 per i motivi sopra...

    Ciao. ^_^
     
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  5. shivan01
     
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    esiste tutta una letteratura sui cosiddetti OOPArts (Out Of Place Artifacts), cioé manufatti che non dovrebbero essere dove sono stati ritrovati.
    Fa parte di quella cosiddetta archeologia "alternativa" che tratta scientificamente di argomenti che la scienza ufficiale rinnega, tipo le pannocchie (originarie del continente americano) scolpite sulle pareti di una chiesa in scozia del 1100.

    bellissimo
     
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  6. Mimith68
     
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    Ciao, non so non mi ha convinta, per un certo verso è prevedibile il tutto, un po' alla Codice da Vinci per intenderci, scusami il paragone era solo per riuscire a spiegarmi ( spero di non provocare un miasma con questa uscita), perchè davvero questa volta mi sento confusa su che dire. Nulla a che vedere con la scrittura, a parte un periodo tronco all'inizio una svista di copia e incolla di sicuro
    SPOILER (click to view)
    Istintivamente si portò Il riflesso sulla visiera non gli faceva vedere bene cosa il suo compagno stesse osservando. Gli pervenne solo un bagliore dal terreno, come un flash scattato da qualche turista giapponese. Ecco te l'ho sottolineato così lo metti a posto!
    forse avrei voluto essere emozionata di più e dovevi dare un colpo di coda finale più sconvolgente, più col botto!
     
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  7. tar-alima
     
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    Non sono un'estimatrice del genere, anzi, per gli intrighi ho una certa avversione, quindi prendi la mia opinione per quel che vale. Lo stile però non è male.
    Voto 2. ^_^
     
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  8. adry6666
     
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    Ciao,

    grazie a tutti per i commenti e/o i suggerimenti! ;) ;)


    un salutone
    Adriano
     
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  9. bravecharlie
     
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    mi è piaciuto molto, trama accattivante+stile secco=bel racconto, voto massimo.

    un'unico dubbio mi ha preso: non sono sicuro che, progredendo, andando avanti nella tecnologia e poi morendo e risorgendo, le varie civiltà ripercorrerebbero passo per passo le stesse scoperte tecnologiche, tipo il DVD, ma se da una parte è un punto a "sfavore", dall'altra è comunque un'idea affascinante.

    Ripeto: una lettura molto piacevole e un bel racconto. Bravo.
     
    .
  10. adry6666
     
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    Ciao Bravecharlie,

    grazie per i complimenti!

    Sì il discorso del DVD è un'ipotesi a "doppia lama", ma ho pensato che a parità di condizioni ambientali e di "genoma" forse certe tappe tecnologiche potrebbero essere simili. Certo è un bel salto nel buio! Comunque mi sono preso un po' di liecenza poetica, che ogni tanto non guasta.... :-))


    Ciaooooo
    Adriano
     
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  11. thekillingjoke
     
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    Ah, quando mi danno in pasto la fantascienza non ci sono santi che tengano. E hai fatto anche un bel lavoro Adriano... 4 e meritato!
     
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  12. savohead
     
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    Complimenti!
    Ho "dovuto" dare 3 nonostante i mille spunti della storia (anche a me hai fatto saltare in mente un po' di idee, come spesso capita con i BEI racconti/libri, grazie).
    ora spoilero
    SPOILER (click to view)
    concordo sul fatto che l'unico "disco" di allora (anche se in realtà non proprio l'unico, ma il più commercializzato) fosse il disco di vinile, ma è proprio la parola vinile che non mi piace in questo ambito, il dvd mi dà di tutto meno che di un qualche materiale simile al vinile dei dischi.
    Un'altra cosa sulla quale sono in dubbio è il riferimento a 2001 odissea nello spazio, uscito solo un anno (o meno) prima della vicenda, potrebbe darsi che gli astronauti l'abbiano visto per motivi "lavorativi" o di interesse, ma, sempre tu non l'abbia già fatto prima d'affermarlo nel racconto, controllerei questa plausibilità, visti i tempi di preparazione per una missione in orbita.

    Anch'io avrei dato un colpo di coda più forte verso la fine, ammetto che la struttura sia già di per sé intrigante e "scioccante" (anche se sono abituato a questo genere di seghe mentali). Concordo con Jakken per le parti inespresse e tirate per i capelli.
    Grazie ancora per gli spunti.
     
    .
  13. TrueKira
     
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    Poco da dire. Racconto ottimo! Mi è piaciuto un sacco, scritto bene e con una trama affascinante e ben elaborata. Complimenti ;)
     
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  14. adry6666
     
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    Ciao a tutti!

    Grazie a TrueKira, savohead e a thekillingjoke.

    Per l'inciso di Savohead:sono contento di averti dato degli spunti; gli astronauti dell'Apollo XI erano stati così colpiti dall'idea di Clarke chesi erano portati le musiche di 2001 nel modulo!!!


    Ciaooooo :rolleyes:

    Adriano
     
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  15. savohead
     
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    ottimo! grazie mille
     
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14 replies since 5/5/2008, 15:17   254 views
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