Commento questo racconto con un filo di tristezza, perché ho un'amica proprio in questa situazione. 38 kg, e non scherzo.
I disturbi dell'alimentazione, visti da fuori, paiono sempre folli. «Quella/quello è pazza/o... va come si sta conciando!"
Il problema è che quelle persone (ragazzi per lo più) si guardano allo specchio e si vedono sbagliati, troppo grossi, fuori dagli schemi. E poi c'è tutto un discorso legato al passato del/della malato/a. Insomma, quasi mai è un solo fattore a determinare lo stato che hai descritto nel racconto...
... e lo hai fatto piuttosto bene. Qualcuno potrebbe dire che è troppo poco quel che hai scritto. Ma tu non non volevi - per come ho percepito il racconto - farci sapere chi era lei, Ale e la troia; non volevi farci conoscere loro, ma la fase visibile del meccanismo distruttivo di questa malattia. Quella che il mostro che rimane dentro ci permette di vedere. Avresti sbagliato, invece, inserendo e magari gestendo in modo insufficiente quello che ci sta dietro: il disagio, le cause, ecc...
Quel che mi piace meno è quel "Ale" ripetuto troppe volte. In base alla mia esperienza - purtroppo -, non c'è questo comportamento. La ripetizione esagerata la fa sembrare quasi una folle, e la follia non centra nulla con l'anoressia, la bulimia & Co. Al limite compare proprio negli stadi finali, quando la malattia ha divorato tutto e non rimane che annullarsi definitivamente.
Calibrerei meglio anche qualche virgola.
Detto questo sono indeciso, perché poi non so se poi metti mano al racconto. Per me è da 4 solo gestendo meglio quanto fattoti notare. Vorrei firmare sotto un 3,5 ma ho solo un 3...
Bravo. Ciao