Rispetto alla versione che ne avevo letto tempo fa, è notevolmente migliorato.
L'ambientazione risulta più curata e ben caratterizzata. Abbiamo Fede con i greci, adesso pure Antonino con i romani, ottimo!
Lo spessore di Bruto come personaggio è notevole - come la sua introspezione e l'evoluzione a cui va incontro.
Gli eventi vengono narrati con una logica più precisa, anche se il salti temporali sono un attimo azzardati. Forse sarebbe stato meglio mettere qualche data, dare qualche riferimento in più al lettore. Quanto tempo passa tra i primi incubi e quando beve la pozione? E dopo, quanto tempo ci vuole per organizzare l'attentato? Sono informazioni che mi sono mancate...
Buono il lavoro sulle descrizioni che sono spesso "in corsa", senza togliere troppo spazio all'azione.
Una noto estremamente positiva è che hai reso giustizia anche all'antagonista, nella prima versione solo accennato, creando una classica storia di conflitto che ci sta davvero bene.
Anche i dialoghi sono ok.
La scena dell'uccisione di Cesare è la migliore di tutto il racconto. Liscia, concisa, non una parola di troppo. Ottima.
E quindi veniamo al però - e lo so, c'è un però, non mi ci restare troppo male -.
E' un po' gonfio di aggettivi. Ok, è un nobile acculturato che racconta i suoi deliri e la sua storia, quindi non deve parlare come un popolano ignorante. Ma diventa pesante... Nonostante tutto il lavoro che fai per evitare il rallentamento dell'azione e quello inerente all'analisi introspettiva di Bruto che giustifica per bene tutti suoi atti, ti zappi i piedi da solo con questa aggettivazione ridondante.
Uffa. 3 è troppo poco, 4 è troppo.
Ma oggi sono buona,
4 Variedell’ indulgenza - spazio dopo l'apostrofo
senato - non va scritto maiuscolo? queste cose non le so...
Pensavo già al momento in cui, lasciato quel luogo di vecchi pederasti e uomini rammolliti dal denaro, avrei chiuso gli occhi sperando che Sonno mi portasse sul palmo della mano. Presagivo, invece, che non sarebbe accaduto. - non è meglio "anelavo già...", visto che ha comunque un presagio negativo su questo pensiero?
«Vino, subito.» dissi a un servitore. - via il punto da dentro le caporali
un’anfora di cui ruppi il sigillo io stesso. - io stesso non serve, oppure dici "di cui io stesso ruppi il sigillo"
Ero in difficoltà, non avevo alcun motivo per rifiutare l’offerta, e poi lo desideravo? - il punto di domanda non mi convince, sorry
«Sono felice di sentirtelo dire.» rispose con un sorriso untuoso. - via il punto da dentro le caporali
«Come desideri. Il mio padrone vuole che tu sappia che ti considererà sciolto dall’impegno, se anche non ne facessi uso » disse posando l’ ampolla sul pavimento «Ti auguro che la dea fortuna possa guardarti sempre con occhio benevolo.»
Si voltò e uscì dalla stanza, lasciandomi solo con i miei dubbi.- punto dopo pavimento
le urla dalla mia gola enfiata - azz, aulicissimo. ho dovuto andare a vedere sul vocabolario che vuol dire enfiata. che ignorante di donna...
La sofferenza, liberatasi dai bui vincoli notturni, fluiva libera anche nelle ore diurne. - ripetizione libaratasi - libera
Con questa inutile invocazione il grande Bruto, onorevole romano che si era opposto alla tirannia della plebe, chiudeva gli occhi prima del sonno. - cambio di prospettiva, torna alla prima persona
"Con questa inutile invocazione, io, il grande Bruto, onorevole romano che si era opposto alla tirannia della plebe, chiudevo gli occhi prima del sonno.
Mi ridestai la mattina successiva. Non appena aprii gli occhi mi fu chiaro il da farsi. ***
Quella notte, come le precedenti, dormii tranquillo; da tempo non c’erano più incubi a tormentarmi.- questo salto temporale è un filo azzardato, non si capisce bene quanto tempo sia passato e, secondo me, è un po' un male...
Dopo alcuni minuti, meditabondo giunsi al teatro. - metterei una virgola anche dopo meditabondo
Contemplai, pago, la nostra opera: il grande Caio Giulio Cesare giaceva lì ai piedi della statua di Pompeo Magno, suo acerrimo nemico.
Sorrisi. Ci disperdemmo nelle sale del teatro di Pompeo e, poi, nelle strade strette e tortuose che portavano al Campidoglio. - ripetizione di Pompeo
Ma non rimprovero a me stesso l’omicidio di un uomostende ora innanzi a me come un rotolo di pergamena: per due volte i romani hanno combattuto gli uni contro gli altri, i traditori di Roma contro gli uccisori di Cesare, dandosi battaglia fino alla morte.
Davanti a me un cumulo di cadaveri, intrecciati tra loro come i figli di Laocoonte ai serpenti marini di Poseidone.
Ho pagato il prezzo pattuito per sfuggire al terrore dell’anima e alla dolenza della carne ed ecco il mio incubo prendere vita davanti a me.
Il fiero Cassio è morto venti giorni fa.
Da quella collina, dove hanno rinvenuto il corpo, aveva contemplato la sua sconfitta, intanto che io sottraevo tre insegne a Ottaviano.
Ho pianto la sua perdita; la spada amica ha, infine, sottratto a Roma un uomo meritevole di più gloria. L’ultimo dei romani ha chiuso gli occhi nell’onta di una falsa disfatta. Non ho potuto nemmeno rendergli omaggio davanti all’esercito: dovevo preservarne il morale.
Ora i miei uomini sono in fuga e i soldati dei vincitori hanno raggiunto le porte dell’accampamento.
Sto fuggendo ancora. - copia incollato due volte
l’ afflizione - spazio dopo l'apostrofo
e io, dietro tua richiesta, come il più umile dei servi, ti ho aiutato.»
«Giove, aiutami!» - ripetizione aiutato - aiutami
Crollo a terra nella polvere.- toglila, non serve
NB: non ti sei autovotato per scelta o dimenticanza?