Tempus Fugit
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Tempus Fugit

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  1. Peter7413
     
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    Tempus Fugit


    - Buongiorno signora Peretti! Mi chiamo Vincenzo Verzeni Junior e sono un assassino.
    Lara Peretti rimase impietrita sul tappeto rosso all’ingresso del commissariato. Un uomo anziano vestito da Babbo Natale, senza barba, le sorrideva porgendole la mano. L’uomo, dall’alto del suo metro e novanta, appariva ancora forte nonostante un’età non più verde tradita dal biancore dei capelli e dalle numerose rughe che gli solcavano il volto. Sembrava contento di vedere la donna e rimase deluso nell’accorgersi che, anziché stringergli la mano, lei preferisse indietreggiare di un passo proteggendosi, con un gesto istintivo, il pancione: come per difendere il figlio che nel giro di pochi mesi l’avrebbe resa madre.
    - Ah… è per come sono vestito… - l’uomo, imbarazzato, cercò di darsi una rassettata - Lo sapevo che poteva non essere una buona idea. Sono ridicolo eh? Volevo vestirmi in tema con la vigilia, e poi era anche una metafora: un Babbo Natale che porta in dono alle forze dell’ordine la propria colpevolezza… Mi piaceva l’idea, ma ora mi rendo conto che solo un ritardato poteva pensarne una simile. E poi mi perdoni, ma è tutta la giornata che sono seduto su questa panchina all’entrata e sono tutto stropicciato…
    - Scusi, chi ha detto di essere? - chiese Lara, contrita.
    - Vincenzo Verzeni Junior. Stamattina ho cercato di spiegarlo al maresciallo, suo marito, ma non ha voluto ascoltarmi - rispose l’uomo.
    - Stia seduto lei! - intervenne l’Appuntato Attilio Vona - Sta cominciando a rompermi i coglioni lo sa? Vuole starsene in commissariato fino a stasera? E che se ne stia! Ma zitto!
    - Ragazzo, cercavo solo di spiegare alla signora la mia situazione - si difese Verzeni sedendosi sulla panca - Sono le quattro, fra un paio d’ore me ne andrò e non avete ancora fatto niente.
    - Sì, come no… Buongiorno signora Peretti, scusasse per l’accaduto… - disse Vona rivolgendosi a Lara - Il maresciallo non c’è, ma non dovrebbe tardare. Prego, venga ad accomodarsi. Nel suo stato non dovrebbe rimanere in piedi. Quanto manca ormai? Due mesi? Tre?
    - Due… - rispose Lara seguendo l’Appuntato fino all’ufficio del marito - Ma, Attilio, chi è quell’uomo? Il suo nome… Mi sembra conosciuto…
    - Quello? Non è nessuno. Stamattina di buon’ora è entrato e ha iniziato con la manfrina che è un assassino e che dovevamo scoprire chi ha ucciso e dove lo tiene, il corpo del morto intendo.
    - E basta?
    - Beh, no, ha anche detto che ci dava tempo la giornata, fino a stasera, e che se non lo avessimo incriminato se ne sarebbe andato e che mai più l’avremmo rivisto. Il maresciallo gli ha fatto qualche domanda, ma poi c’è stata quest’auto rubata su in paese ed è partito con la pattuglia ordinandomi di lasciarlo lì, che è un deficiente e di aspettare che se ne vada con le sue gambe com’è venuto.
    - Mmmh… Attilio, posso usare il computer di mio marito? Quel nome, mi sembra proprio di averlo già sentito…
    - Ma può darsi, lei è laureata no? Con tutto quello che ha studiato chissà quanti nomi ha letto!
    - Attilio, posso?
    - Ma prego! Mi scusi, parlo sempre tanto io! Faccia! Io me ne torno dietro la mia postazione all’ingresso.
    Rimasta sola, Lara si sedette alla scrivania del marito e digitò VINCENZO VERZENI su Google.
    - Ecco dove l’ho sentito! - esclamò leggendo i risultati della ricerca.
    Infervorata, si alzò e si diresse all’ingresso, dove Verzeni l’aspettava sorridendo.
    - Eccola, finalmente! Prego, venga a sedersi qui con me. Speravo tanto che il mio nome potesse stuzzicare i suoi ricordi accademici. Criminologia 2, vero?
    - Vero, come fa a sapere cos’ho studiato? - chiese Lara accettando l’invito a sedersi sulla panca.
    - Signora Peretti! Ma che fa? - sbraitò Vona da dietro la sua postazione.
    - Attilio, lasciami fare, ma rimani in vista per favore. E zitto!
    - Ok…
    - Che autorevolezza! - esclamò Verzeni - L’Accademia Militare lascia sempre strascichi, eh?
    - Lei sa molte cose di me, ma io non so nulla di lei - lo interruppe Lara.
    - Non è proprio esatto. Lei sa che mi chiamo Vincenzo Verzeni Junior - l’uomo sorrise, in attesa della risposta della donna.
    - Io so che lei dice di chiamarsi così, ma dubito che sia il suo vero nome.
    - Molto bene! - l’uomo sembrava estasiato.
    - Perché ne dubita signora Peretti? - si intromise l’appuntato.
    - Attilio… Vincenzo Verzeni, noto anche come il Vampiro di Bergamo, fu un famoso serial killer dell’ottocento.
    - Ah, sì?
    - E dubito che questo signore si chiami proprio così.
    - Bene mia cara!- intervenne l’uomo - Nei limiti di ciò che mi è possibile, può contare sul mio aiuto! Adesso le spiego…
    - Se posso contare sul suo aiuto allora mi dica a che gioco sta giocando?
    - Appunto! Mi ascolti! - l’uomo era entusiasta - Siamo arrivati al momento delle domande!
    - Cioè?
    - Tre domande! Come Aladino e la sua lampada, ricorda? Beh, quelli erano desideri, le mie sono domande… Gliene concedo tre! E mi impegno a rispondere correttamente!
    - Bene. Allora mi dica, uno, chi ha ucciso? Due, dove si trova il corpo? Tre, perché?
    - Ma ovviamente tre domande che non rovinino il gioco! Che divertimento ci sarebbe, mi scusi? Lei ha la preparazione adeguata e si trova sulla pista giusta. Faccia funzionare il cervello e mi faccia domande indirette che l’aiutino a risolvere il caso!
    Lara rimase immobile a fissare l’uomo che, tutto sudato per l’entusiasmo, si era sbottonato parzialmente la giubba rossa da Babbo Natale.
    - Allora, per cominciare, nessuna domanda. Una telefonata. Mi segua nell’ufficio di mio marito.
    - Ma signora Peretti! É contro le regole! - cercò di intervenire Vona.
    - Attilio, zitto! Dimentichi che sono un ispettore di polizia anch’io? E anche più specializzato di mio marito?
    - Ma quell’uomo è un pazzo, che gli da corda a fare?
    Lara sembrò sul punto di scoppiare. Era fatta così, da sempre. Quando un caso le entrava in testa non era capace di mollarlo fino alla soluzione. E poi era trascorso talmente tanto tempo dalla sua ultima indagine, prima della maternità, che vedeva quel vecchio paranoico come un toccasana venuto ad allietarle il Natale.
    - Attilio, piazzati davanti all’entrata dell’ufficio e tienici d’occhio. Con mio marito me la vedrò io quando tornerà dalla caccia al ladro d’auto - il tono di Lara non ammetteva repliche.
    L’appuntato Vona fu costretto a cedere.
    - Signora, agli ordini…
    - Molto bene. - Lara sorrise - Verzeni, o come cavolo si chiama, mi segua.
    - Agli ordini Signora Peretti! - esclamò alzandosi in piedi con un agile scatto l’uomo misterioso.
    Raggiunto l’ufficio, Lara gli fece cenno di accomodarsi su una delle due sedie di fronte alla scrivania del marito e prese un cellulare dalla borsetta.
    - E ora la telefonata - disse fissando le reazioni sul volto del presunto Verzeni.
    - Sentiamo! - fu la vivace risposta di questi.
    Lara piegò gli angoli della bocca in una smorfia appena accennata. Le succedeva sempre quando una situazione cominciava a puzzarle. Si sedette alla scrivania e compose il numero.
    - Pronto? - chiese quando riuscì a prendere la linea - Sì, sono io, Lara Peretti. Sì sì, procede tutto bene, grazie. La maternità? Ti dico solo che appena posso torno al lavoro, qui in paese è tutto così monotono. Mio marito? Ah, lui ci sguazza ed è contento così. Senti, dovresti farmi un favore. Puoi? Grazie. Controllami un certo Vincenzo Verzeni Junior.
    - Nato a Bottanuco l’undici aprile 1939 - disse l’uomo.
    - Nato a Bottanuco l’undici aprile 1939 - ripeté Lara al telefono - Grazie, rimango in attesa… Come? Macellaio in pensione? Buona questa! Che? Risulta residente a Torino da quattro anni, ma prima? Nulla? Non esiste niente prima di questi quattro anni? Sicura? Mmh, strano, davvero strano. Grazie, grazie mille. Devo staccare, ma magari ti richiamo, ok?
    Lara staccò la telefonata e guardò Verzeni.
    - Molto divertente, e così faceva il macellaio eh? Vincenzo Verzeni amava macellare le sue vittime.
    L’uomo alzò le spalle, sorridendo.
    - Però siamo a un punto morto, sappiamo dove ha vissuto questi quattro anni e basta.
    - Le ricordo le domande - disse Verzeni alzando l’orologio da polso verso di lei - Sono le quattro e mezza, comincia a essere tardi…
    - Allora mi risponda: come si chiamava fino a quattro anni fa?
    - A domanda, risposta, come da regolamento. Fino a quattro anni fa - fece una pausa come per cercare di ricordare - Michele Profeta.
    - Come il serial killer di Padova…
    - Ottimo! Ottimo davvero! - l’uomo fece un mezzo applauso - Sapevo che non mi avrebbe deluso!
    - Perché? Le altre volte l’hanno delusa?
    - Un’altra domanda, così presto? Devo rispondere? Poi gliene rimarrà soltanto una, lo sa? - l’uomo sembrava divertirsi molto.
    - Risponda.
    - Molto bene! La risposta è sì: sono sempre rimasto estremamente deluso.
    - Quante volte?
    - Sarebbe la terza domanda, ma questa gliel’abbuono. Mi sta dando grandi soddisfazioni, lo sa?
    - Allora, quante volte?
    - Oh dunque… Direi… - nel rispondere l’uomo sembrava contare sulle dita - Almeno otto… Sì, otto! Con pause di quattro anni. E tutte le volte un’identità diversa, contenta?
    Lara sembrava colpita.
    - E se n’è sempre andato indisturbato, da tutti i commissariati in cui si è presentato?
    L’uomo sogghignò.
    - Basta regali, signora Peretti.
    Il vecchio orologio a pendolo nell’ufficio del maresciallo batté le cinque del pomeriggio.
    - Tic toc, tic toc, un’ora e devo andare…
    - Potrebbe anche rimanere un po’ di più - ribatte Lara.
    - Ma non sono queste le regole del gioco, cara - le rispose l’uomo - Manca il morto, o sbaglio?
    Lara si morse le labbra.
    - Certo, il morto…
    - Eh già, il morto - l’uomo ora sembrava sfidarla.
    - Se quello che mi ha raccontato è vero, lei sarebbe uno dei più longevi serial killer della storia, lo sa?
    - Sempre che non sia solo un pazzo o un burlone - l’uomo sorrise.
    - A quanto pare è l’idea che in quarant’anni ha dato a tutti. Però mi sfugge una cosa: lei si è informato su di me e sa che non sono una che molla l’osso tanto facilmente. Anche se fra un’ora lei sparirà io continuerò a darle la caccia, fino a quando non l’avrò ritrovata e allora sì che il suo gioco finirà, per sempre. Se ne rende conto?
    - Sarà divertente - l’uomo continuava a sorridere, ma per un breve attimo a Lara sembrò di scorgere un’ombra insinuarsi sotto la gioviale espressione.
    - A meno che…
    - A meno che?
    - A meno che il suo gioco non stia finendo comunque…
    - Continui… - l’uomo la guardò dritta negli occhi.
    - Questo sarebbe comunque l’ultimo giro, vero? Lei è malato!
    L’uomo sorrise.
    - Terza domanda… La risposta è sì. Brillante, oltre ogni mia aspettativa. Ci divertiremo davvero tanto noi due.
    Lara fece scorrere la propria sedia indietro di qualche centimetro, come d’istinto. Aveva notato per la prima volta nell’uomo un’espressione maligna, tutta per lei. Ora la scrivania che li divideva sembrava ben poca cosa.
    - Perché ha scelto me?
    - Ha finito le domande, mi spiace. Ora gliene faccio qualcuna io. Usi la testa come sa fare e ragioni. Perché vado sempre nei commissariati?
    - Per sfidare le forze dell’ordine, per prenderle in giro, dimostrare la sua superiorità.
    - Ma non solo…
    Lara ora cominciava ad avere paura.
    - Quattro anni Lara, perché quattro anni fra un’apparizione e l’altra?
    - Perché… Perché il suo gioco non finisce con la giornata ai commissariati, continua anche dopo, negli anni!
    - Però comincia sempre nei commissariati, perché?
    - Perché hanno qualche connessione con la futura vittima...
    - Bravissima - disse l’uomo con un sorriso rimanendo a fissarla negli occhi.
    Lara sentiva di avere perso il controllo della situazione. Tornò a cingersi la pancia con le mani, ora aveva paura.
    - Attilio! - urlò Lara.
    - Mi dica signora Peretti! - disse Attilio spuntando dal corridoio - Mi scusi, mi ero allontanato un attimo per andare ai servizi!
    - Attilio, voglio che fermi quest’uomo!
    - Ma signora Peretti, su quali prove? Non posso certo prendermi una responsabilità tale…
    - Allora sarà mio marito a ordinartelo! - esclamo Lara digitando il numero.
    L’uomo nel frattempo continuava a osservarla, insistente.
    - Pronto, Saverio? Sì, sono io, ciao amore. Senti, sono qui al commissariato con quel tale. Come chi? Quello che dice di essere un assassino! No, secondo me non è un deficiente e vorrei che lo fermassi. Come? No, non ho nessuna prova, ma so che non racconta bugie! Come perché? L’ho appena interrogato! Dove? Sono qui al commissariato! L’ho interrogato nel tuo ufficio! Che cosa? Cosa vuol dire come mi sono permessa di interrogarlo nel tuo ufficio? Saverio! Aspetta! Se non lo fermi questo adesso sparisce! Lo sai, è il mio campo! Lo so che questo è il tuo commissariato, ma… Come ne parliamo quando arrivi? E dove sei? Ma se ne sta andando! Non arriverai mai in tempo! Cosa? Saverio! Mi ha minacciata! Saverio!
    Lara rimase a bocca aperta, inviperita.
    - Ha riattaccato? - le chiese l’uomo.
    - Sì…
    - Mi spiace, il tempo è finito. Devo andare.
    - Lo so…
    - Bene… - disse l’uomo alzandosi e stirandosi - Allora tolgo il disturbo. E lei non può fermarmi, non ha prove, neanche una.
    - Mi dica qualcos’altro prima di andare via… - Lara si sentiva tremare, una sensazione nuova, mai provata, forse dovuta alla nuova condizione di mamma o forse solo all’istinto di sopravvivenza - Sono io? Sono io la sua prossima vittima? Mi dica almeno questo!
    L’uomo era già uscito dalla stanza, parlò senza voltarsi.
    - Lara, Lara… Ora però mi sta deludendo. Una donna forte come lei che implora come una femminuccia qualsiasi.
    - Starò attenta, viaggerò sempre armata, mi farò scortare! - gli urlò Lara inseguendolo lungo il corridoio - Non riuscirà a farmi un bel niente, ha capito? Niente!
    Giunto all’uscita, l’uomo si fermò, proprio sul bordo estremo del lungo tappeto rosso natalizio che Vona aveva steso quella stessa mattina e si voltò verso Lara.
    - Bene, signora Peretti - le disse esibendole il migliore dei sorrisi - Credo che nei prossimi quattro anni mi godrò la pensione girovagando per queste zone davvero incantevoli.
    - Cosa… Cosa sta dicendo? - Lara sembrava in trance.
    - Sempre che la mia malattia non mi fermi prima, ma in quel caso dubito che lei verrà a saperlo.
    - Vivrò per sempre nel dubbio…
    - Comunque, sempre che il nostro buon Signore mi abbuoni ancora questi pochi anni, può starne certa, io e lei ci rivedremo.
    - Oddio… - colta da improvvisi dolori allo stomaco, Lara si premette le mani contro la pancia e fu costretta a sedersi sulla panchina.
    - Ma perché lo fa? Perché?
    L’uomo la fissò intensamente dalla soglia.
    - Poggibonsi, Trani, Livorno, cominci da questi.
    - Cosa sono? Alcuni dei commissariati che ha visitato?
    - Chieda delle mogli dei Marescialli e senta cosa le rispondono - l’uomo sogghignò.
    - Le mogli dei Marescialli? Sono loro le vittime? Il suo obiettivo? Ma perché?
    - È lei l’esperta.
    Lara, ancora dolorante, lo fissò, ricambiata.
    - Lei si diverte, è una sfida…
    - E ho sempre vinto - disse l’uomo sogghignando - Buon Natale, signora Peretti.
    E nel suo completo tutto rosso da Babbo Natale uscì dal commissariato.

    Edited by Peter7413 - 28/1/2011, 08:49
     
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  2. Magister Ludus
     
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    Allora, il mio è un 3 non proprio pieno. Ma non è neanche scarso.

    In linea generale mi è piaciuto, anche se
    SPOILER (click to view)
    l'idea è un po' abusata, il serial killer che gioca con la polizia.


    Tuttavia:

    SPOILER (click to view)
    la polizia avrebbe potuto benissimo fermarlo. In fondo è sempre intralcio alle indagini, o qualcosa di simile, insomma sta facendo perdere tempo alle forze dell'ordine e poi ha fatto una specie di confessione. Poteva essere fermato, socuramente.


    Per quanto riguarda la scrittura, è scorrevole, ma abusi di punti esclamativi. Vanno usati, secondo me, con più moderazione.

    Ti segnalo:

    Sta cominciando a rompermi i coglioni lo sa?: metterei una virgola dopo i... ehm, gioielli di famiglia :)

    scusasse per l’accaduto: scusasse? parla così perché è uomo di poca cultura?

    CITAZIONE
    Eccola, finalmente! Prego, venga a sedersi qui con me. Speravo tanto che il mio nome potesse stuzzicare i suoi ricordi accademici. Criminologia 2, vero?

    Come fa a sapere che Lara ha scoperto info su di lui?

    Se posso contare sul suo aiuto allora mi dica a che gioco sta giocando? Non è una domanda, ma un'esortazione o un ordine

    É contro le regole: la È si scrive così :)

    che gli da corda a fare: la forma verbale dà vuole l'accento :)

    Mmh: prima avevi scritto Mmmh. Lo Zingarelli mette 4-5 varianti, tu dovresti scegliere quella che più ti piace e usare solo quella, per dare omogeneità al tutto.

    ribatte Lara: refuso, ribatté

    Anche se fra un’ora lei sparirà io continuerò a darle la caccia: ci vorrebbe una virgola dopo sparirà.
     
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  3. black cat walking
     
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    Buona anno Peter! :)
    SPOILER (click to view)
    Qualcosa mi dice che anche questo racconto ha partecipato al Grand Prix... ;)
    Allora: mi è piaciuto fino alla fine, poi... puf... tutto svanito. Non che sia deludente, ma un finale così sospeso è troppo. Non so, forse ti è mancato lo spunto decisivo, così lascia troppo la bocca amara. Tutto si riduce a... a cosa? Una sifda per? E chi uccide alla fine? Chi ucciderà? Troppe domande... <_<
    Devo riprenderti su un errore importante, che vedo fanno in molti altri e per cui ogni tanto mi devo ripetere: in polizia non ci sono nè Marescialli nè Appuntati, bensì ci sono Ispettori e Assistenti. Per questo, ho cambi la locatuion in una Stazione dei Carabinieri (e va tutto bene, perchè la moglie di un maresciallo può benissimo essere un'ispettore donna di polizia) oppure cambi le qualifiche del marito e di Vona. Scusa la pignoleria ma secondo me è importante. :)
    Per ora voto 2.
    A rileggerci!


    Edited by black cat walking - 2/1/2011, 19:25
     
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  4.  
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    Losco Figuro

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    Premessa, pur dal basso della mia ignoranza in merito so che marescialli e appuntati sono gradi dei carabinieri, che ci stanno a fare in un commissariato? Oltretutto mi pare strano che non ci sia nessuno più alto in grado a cui rivolgersi per risolvere la situazione.
    Comunque sia, il racconto è interessante ma il finale lo distrugge, resta troppo in sospeso e lascia a domandarsi per quale ragione la donna accetti la cosa in maniera tanto passiva.


    Voto 2.

    CITAZIONE (Peter7413 @ 1/1/2011, 00:44) 
    L’uomo, dall’alto del suo metro e novanta, appariva ancora forte nonostante un’età non più verde tradita dal biancore dei capelli e dalle numerose rughe che gli solcavano il volto. Sembrava contento di vedere la donna e rimase deluso nell’accorgersi che, anziché stringergli la mano, lei preferisse indietreggiare di un passo proteggendosi, con un gesto istintivo, il pancione: come per difendere il figlio che nel giro di pochi mesi l’avrebbe resa madre.

    Due frasi che snellirei, sono troppo lunghe. Nella seconda non vedo la necessità dei due punti.

    CITAZIONE (Peter7413 @ 1/1/2011, 00:44) 
    E che se ne stia! Ma zitto!

    "E che se ne stia"? semmai "E che ci stia"

    CITAZIONE (Peter7413 @ 1/1/2011, 00:44) 
    è partito con la pattuglia ordinandomi di lasciarlo lì, che è un deficiente e di aspettare che se ne vada con le sue gambe com’è venuto.

    "che è un deficiente" è un inciso e deve terminare con una virgola, se no stai dicendo che gli ha ordinato che è un deficiente

    CITAZIONE (Peter7413 @ 1/1/2011, 00:44) 
    - Se posso contare sul suo aiuto allora mi dica a che gioco sta giocando?

    due punti dopo "dica", o una virgola dopo aiuto e un punto normale alla fine.

    CITAZIONE (Peter7413 @ 1/1/2011, 00:44) 
    Lara rimase immobile a fissare l’uomo che, tutto sudato per l’entusiasmo, si era sbottonato parzialmente la giubba rossa da Babbo Natale.

    A questo punto non penso sia necessario ripetere "da Babbo Natale"

    CITAZIONE (Peter7413 @ 1/1/2011, 00:44) 
    - Ma signora Peretti! É contro le regole! - cercò di intervenire Vona.

    "È", non "É"

    CITAZIONE (Peter7413 @ 1/1/2011, 00:44) 
    - Attilio, zitto! Dimentichi che sono un ispettore di polizia anch’io? E anche più specializzato di mio marito?

    Se è un ispettore perché l'appuntato la chiama "signora"? Non è molto rispettoso.

    CITAZIONE (Peter7413 @ 1/1/2011, 00:44) 
    - Ma quell’uomo è un pazzo, che gli da corda a fare?

    "dà"

    CITAZIONE (Peter7413 @ 1/1/2011, 00:44) 
    Lara staccò la telefonata e guardò Verzeni.

    chiuse, concluse, interruppe... non si staccano le telefonate ^__^;

    CITAZIONE (Peter7413 @ 1/1/2011, 00:44) 
    Anche se fra un’ora lei sparirà io continuerò a darle la caccia, fino a quando non l’avrò ritrovata e allora sì che il suo gioco finirà, per sempre. Se ne rende conto?

    La virgola dopo "caccia" è di troppo, al massimo ci vorrebbe dopo "ritrovata"
     
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  5. Selene B.
     
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    Ciao!
    SPOILER (click to view)
    Il tuo racconto mi ha dato una fortissima sensazione di dejà vu: sono sicura di aver già letto un racconto molto simile qui sul forum, non molto tempo tempo fa. Addirittura mi sono chiesta se tu non ti fossi sbagliato e avessi postato due volte lo stesso racconto...
    A parte questo il racconto non è male, anche se il finale così aperto è un pò deludente.

    Qualche tempo dopo: ho letto i commenti successivi e ho trovato la risposta :azz: Il racconto è un rifacimento di uno che hai postato in MC. Solo che, causa demenza (senile?), io non mi ricordavo dove l'avevo letto. Sorry.


    Voto 2

    Edited by Selene B. - 6/1/2011, 15:34
     
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  6. Piscu
     
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    questa è l'extended version di uno che hai scritto per minuti contati, vero? se non sbaglio quello il cui tema era appunto "minuti contati".


    quindi, insomma, la storia la conoscevo già, e ancora non mi convince del tutto. intanto il killer che sfida la polizia è un cliché, e poi credo che in qualche modo avrebbero comunque potuto trattenere uno che fa discorsi del genere. voglio dire, a me mi hanno fermato per due volte quando non facevo altro che stare fermo sulla strada...

    inoltre nel finale non si capisce dove si vada a finire. non so se mi sono perso io gli indizi, ma mi pare che non venga rivelato chi/quando ha intenzione di colpire. nella versione che avevo letto era chiaro che avrebbe ucciso la moglie, se non ricordo male, ma qui hai cambiato questo particolare.


    segnalo:

    "il figlio che nel giro di pochi mesi l’avrebbe resa madre."
    mi sembra ridondante: il rapporto figlio-madre può essere riconosciuto con una sola delle due parole. userei magari "bambino".
    inoltre, ci sarebbe da discutere sul fatto che si diventi madre solo quando il figlio nasce... femministe e antiabortisti potrebbero avere da ridire.

    "l’Appuntato"
    non so se merita la maiuscola

    "Io me ne torno dietro la mia postazione all’ingresso."
    un po' teatrale. sicuramente non ha bisogno di dire dove va a fare che cosa. basterebbe "torno alla mia postazione"



    metto due.
     
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  7.  
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    Amante Galattico

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    Ciao,
    quinto nell'ordine di lettura

    SPOILER (click to view)
    Come prima cosa noto che è un racconto basato tutto sui dialoghi o poco ci manca... nel senso che a parte poche descrizioni è concesso poco alla creazione di una atmosfera. Assomiglia più a un testo teatrale... o perlomeno ci starebbe bene come impostazione.
    Solo che questo lungo confronto tra i due, a cui si aggiungono le due piccole parti dell'Appuntato e del marito, non regge la lunghezza del racconto secondo me... questo anche complice il fatto che alcune scelte sembrano più fatte apposta a beneficio della trama che della logica: mi riferisco al fatto che lui rimanga, di fatto, intoccabile. Nel senso che di solito la gente viene fermata, se non arrestata, per molto meno; nel fatto che il marito tronca la conversazione in maniera troppo comoda (avesse un vero diversivo creato dal killer già sarebbe diverso - ma più che raccontarlo andrebbe mostrato al lettore o fatto in modo che il lettore lo deduca); nel fatto che lei fa valere i propri gradi per delle cose di poco rilievo e poi non quando contano... cioè che carabinieri (o polizia - la cosa non è chiara) sono se si comportano così.
    E poi il killer svela il suo piano e fa capire che in passato ha ucciso mogli di marescialli... ma è la prima volta che fa questo gioco con la vittima? Perché se è la prima, non si capisce bene che gusto gli desse prima visto che le teneva all'oscuro, ma se non è la prima vuol dire che siamo in una coda di gente che ha continuato a ignorare la cosa... perché la logica vuole che [OK, c'è il discorso che qui è malato terminale] che come minimo la moglie viene messa sotto scorta e in località protetta... e a quel punto come fa il killer?

    Metto un 2
    VARIE
    -Ricordo la versione di Minuti Contati... ma temo che questa versione allargata perde in spontaneità... soprattutto perché allunga solo i botta e risposta 8e un poco i dettagli), ma non aggiunge nulla alla struttura in sé.
    Questa è, ovviamente, una considerazione extra voto
     
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  8. Fini Tocchi Alati
     
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    Ciao.
    Mi accodo ai commenti degli altri.
    SPOILER (click to view)
    E' un racconto che ha nel ritmo il suo maggior pregio. Davvero sai rendere la situazione molto interessante e spingi a leggere il racconto d'un fiato.
    Nutro anch'io dei dubbi sul fatto che nessuno abbia potuto fermare il tizio. Dici che mancano le prove, ma in realtà ce ne è una che è la prova principe: la confessione.
    Inoltre, quand'anche non si desse credito alla sua confessione, se non erro si tratterebbe comunque di simulazione di reato, procurato allarme e quant'altro.
    Insomma, seconde me il Babbo se ne va dal Commissariato troppo facilmente.
    Così come troppo facilmente è riuscito a cavarsela in tutti questi anni.
    Dietro questo racconto lasci intravedere un back-ground complesso che meriterebbe un maggior approfondimento.

    Infine, il finale.
    Non discuto mai dei finali aperti, scelta legittimissima dell'autore. Ma in questo caso, secondo me, più che un finale aperto è un racconto incompleto. In effetti, il racconto è come troncato, quasi si trattasse di un serial televisivo giunto alla fine di una puntata e pronto a ripartire la settimana prossima.

    Comunque, mi son piaciuti molto i dialoghi (di cui stai diventando un vero esperto) mentre il ritmo incalzante e la sfida tra l'ispettore e l'assassino mi hanno ricordato "Una pura formalità" di Tornatore.
    Se non l'hai visto, dagli un'occhiata. Magari ti può essere utile.

    In definitiva, dico 2.
     
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  9. rehel
     
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    Ho poco da dire.
    Da un lato un racconto che si legge bene, intriga e scorre fino alla fine senza problemi.
    Dall'altro un certo senso di improbabilità che trasuda in alcuni punti della vicenda.
    Non noto particolarità nello stile, né in senso negativo né positivo, non vedo arrori da segnalare.
    Prevale il senso ludico della lettura, che pure è importante, perbacco... e allora dico tre. -_-
     
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  10. marramee
     
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    Ciao. L'hai espanso e hai risolto molti dubbi rispetto a Minuti Contati, eppure persistono ancora dei punti oscuri. In primo luogo una certa improbabilità della vicenda, dubito molto che in un caso reale non riuscirebbero a trattenerlo (oltretutto hai trasformato persino la donna in un poliziotto), e ovviamente il finale, troppo aperto e per niente risolutore.
    A conti fatti il miglioramente è minimo, riservato più alla forma che alla sostanza, servirebbe un finale più incisivo. Il voto oscilla tra il due e il tre, ma visto che la bilancia pende più verso il tre, dico tre.
     
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  11. margaca
     
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    Il racconto mi è piaciuto, forse potevi lavorare meglio sui personaggi e rendere un po' più noir una storia che ogni tanto fa invece sorridere, ma in definitiva ti do un 3 perchè conunque la trama è ben costruita.
     
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  12. sergio937
     
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    E' un gioco letterario, la scrittura è semplice ma scorrevole. Voto 2
     
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11 replies since 1/1/2011, 00:44   184 views
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