Che è successo a mamma e papà?
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Che è successo a mamma e papà?

13000 caratteri circa - di Maurizio Bertino

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  1. Peter7413
     
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    CITAZIONE
    Attenzione: questo scritto ha contenuti destinati a un pubblico adulto. Leggendo di seguito dichiari sotto tua totale responsabilità di avere più di 18 anni. Se terminologia o situazioni esplicite possono offenderti o andare in contrasto con la tua morale, sei pregato di chiudere questo post.

    Che è successo a mamma e papà?

    Il nonno sta facendo le telefonate, io sono seduto al tavolo, me ne sto zitto e buono.
    Di solito non manco mai di andare a scuola: i voti sono a posto e le ragazze stupide il giusto. Stamattina però mi sono alzato e la casa era vuota, me l’aspettavo. Ho riempito lo zaino e sono venuto dal nonno.
    - Che ci fai qui Bruslì? La scuola è venuta giù?
    Il regalo migliore di mio padre: il nome. Non gli è mai fregato un cazzo di nulla, se non del lavoro. C’aveva però questo rapporto con Bruslì, un tipo con la testa, quella che a lui manca, e che era anche capace di far volare le sberle giuste, tanto da meritarsi il soprannome più agognato qui nella Chinatown, Bruslì appunto. Non me ne ha mai parlato, non m’ha mai parlato di un cazzo se non di fagioli e birra, però m’è capitato di fare le domande giuste allo zio e ho capito che ‘sto Bruslì fu mandato all’inferno da una puttana che pensava di vendicare un tizio che invece era stato mio padre a sistemare. Insomma, senso di colpa e rispetto lo portarono a decidere di darmi un soprannome come nome: un’opportunità da sfruttare.
    - Ciao nonno! Mi sono svegliato che in casa non c’era nessuno e ho trovato questo, è dello zio e mi dice di venire qua.
    Gli porgo il biglietto, lui corruga la fronte.
    Lo zio non è mio zio. Lo chiamano Lucky, un vietnamita professionista del poker. Vive da sempre con noi ed è un bene. È lui che cucina e che lava i panni, l’uomo di casa insomma. Mio padre dice che c’ha problemi a campare, che era bravo con il poker di una volta e che questo nuovo Texas qualcosa a due carte non l’ha mai digerito. In ogni caso mia madre non ha problemi a che ci sia qualcuno che sbriga le faccende: una convivenza perfetta.
    Il nonno non è mio nonno, ma so che gli piace se lo chiamo così. I suoi figli sono morti giovani e lui è solo lavoro e basta. Lo chiamano Huangdi, l’Imperatore Giallo, e pare che sia stato un pezzo grosso, ora si limita a gestire il suo ristorante, almeno all’apparenza. Nel dubbio l’ho sempre chiamato nonno e lui mi ha sempre voluto bene. L’ho anche aiutato con il sistema di telecamere che ha voluto piazzare qualche tempo fa. Di tecnologia non ci capisce un cazzo, così mi sono proposto e l’ho montato io. Ho solo dodici anni, ma non sono scemo.
    Il nonno legge il biglietto e pensa, poi mi manda a sedere al tavolo, mi serve una coca e mi dice di starmene buono per un po’. Tiro fuori il mio smartphone e faccio finta di giocare mentre lo guardo fare le telefonate.
    Mia madre è stata la prima a sparire, lo immaginavo. La sera prima arrivo a casa e trovo lo zio tutto preoccupato che discute con mio padre.
    - Barbero, cazzo, se tarda avverte e non ha avvertito!
    Mio padre sta ripulendo un barattolo di fagioli in posa Big Lebowsky sulla poltrona davanti alla tv. Si limita a ruttare.
    - È successo qualcosa cazzo, lo sento! - continua lo zio.
    Mi vede arrivare e si zittisce. Mio padre mi saluta con un secondo rutto e continua a guardare la tv.
    Il nonno è alla sesta telefonata che nel bar piomba Lanternerosse, la titolare dell’omonimo Centro Massaggi Cinese, un’ex puttana già bella passata che ora gestisce un piccolo giro. Beninteso, puttana per tutti o almeno per chi non vede e non sente. Non mi sfugge che è arrivata presto, il nonno l’avrà chiamata fra i primi, se non per prima assoluta: sono cose a cui badare… Dicevo del mio nome, una fortuna. ‘Sto Bruslì doveva essere un tipo bello giusto se mio padre lo rispettava e Lanternerosse se n’era presa una mezza sbandata. Morale, a me che portavo il suo nome Lanternerosse m’ha sempre trattato come un pupillo, c’è da dire che c’ho messo del mio chiamandola zia, o almeno così ho cominciato a fare da quando ho capito che era più di una ex puttana.
    - Che è successo? - chiede Lanternerosse al nonno.
    Lui alza le spalle e le fa cenno di seguirlo nel retro. Lei annuisce, ma prima mi viene a salutare.
    - Bruslì, caro - e mi dà un bacio sulla fronte - Stai qui buono che io e il nonno dobbiamo parlare.
    Sorrido e annuisco. Loro due spariscono nel retro, non prima che il nonno abbia fatto un cenno al Renna, il cameriere. Quello era impegnato al cellulare, ma subito smette e mi si viene a sedere vicino, mi guarda e mi sorride, rassicurante: la mia guardia del corpo.
    Il Renna è un bravo ragazzo, un sanguemisto come me con una decina d’anni in più del sottoscritto: un energumeno di quasi due metri con una moglie altrettanto giovane la cui propensione allo zoccolaggio va di pari passo con la bellezza da schianto. Il Renna sa tutto, ma accetta e rimane buono, ben sapendo che un’altra così uno come lui deve ringraziare anche solo di poterla accarezzare. Nel giro se la sono fatta tutti e già sto pregustando il mio turno, da qualche parte dovrò pur cominciare. In ogni caso mai soprannome fu più meritato.
    Il Renna mi guarda, vuole fare due chiacchiere, io no. Poso lo smartphone e tiro fuori dallo zaino il Nintendo. Accendo Pokemon e mi metto a giocare.
    - Che giochi Bruslì? - la domanda arriva puntuale.
    - Ai Pokemon, sai quello dell’allenatore e dei mostriciattoli che combattono…
    - Minchia, davvero? Mi ci sono sfondato alla tua età! Fai provare?
    Tutto previsto. Glielo passo e si mette a giocare bello concentrato. Io riprendo lo smartphone e, tenendolo comunque d’occhio che non si sa mai, avvio l’applicazione che mi connette alle telecamere interne del bar. Che figata la tecnologia quando la sai usare.
    Passo alla telecamera piazzata nel retro e vedo Lanternerosse tutta seria che sembra impartire istruzioni al nonno che se ne sta zitto. Non ho l’audio, mentalmente mi appunto che dovrò piazzare qualche microfono davvero micro o al più imparare il labiale, meglio entrambi, non si sa mai.
    A quest’ora avranno già chiara la situazione. Chunlì, mia madre, è stata pizzicata in una cazzata bella grossa dal Dalai, uno dei due Signori della città. Non che le torture per sistemare i lavori a lui non vadano bene, ma gli dà fastidio se vengono girati dei video. Ancora peggio se i dvd non vengono distrutti. Ira di Dio quando vengono distribuiti su youtube. Ma a quello ci ho pensato io e nessuno lo verrà mai a sapere.
    Sorrido fra me. Sono anni che mia madre e mio padre mi portano con loro per i lavoretti più veloci. Ogni tanto veniva anche lo zio, ma di rado. Mi lasciavano in macchina, montavano il silenziatore, mi mettevano in mano una lattina di coca e delle patatine e mi dicevano di fare la guardia per qualche minuto. Andavano e tornavano che neanche me n’accorgevo e si finiva sempre la giornata al MacDonald più vicino, uno spasso. Poi c’erano i lavori più complessi, mia madre li definiva quelli artistici e allora si assentavano per giorni. A volte con me rimaneva lo zio, altre andavo dal nonno o dalla zia, ho sempre cercato di dividermi in modo equo. Fatto sta che tutte le volte che tornavano la mamma era sempre su di giri e tutte le volte aveva un dvd nuovo che nascondeva nei suoi cassetti. A mio padre raccontava che l’aveva distrutto, ma io sapevo… Non mi è mai sfuggito nulla di ciò che entrava e usciva da casa.
    Quei dvd li avrò visti mille volte: me li copiavo sul notebook quando rimanevo solo e poi via allo spettacolo. E non c’è che dire, mia madre non sarà quella gran bellezza e passerà tutto il suo cazzo di tempo davanti ai videogiochi tanto da meritarsi di essere chiamata come una protagonista di uno dei suoi preferiti, ma nel suo piccolo è una vera artista. A un tizio lo avevano messo appeso a testa in giù nudo come mamma l’aveva fatto e gli avevano montato addosso tutto un armamentario. Praticamente, se il tizio lasciava andare troppo delle corde che teneva con le mani la fune che lo teneva appeso mollava e lo faceva avvicinare con la testa al pavimento dove mia madre aveva messo una bacinella piena d’acido. Ha resistito ore, poi ha cominciato a cedere ed è stato un lento bruciarsi prima i capelli, poi il cuoio capelluto. Quando ha ceduto del tutto è finito con la testa intera dentro l’acido che ha cominciato a corrodergliela. Mia madre l’ha slegato in tutta fretta e, prima che morisse, è riuscita ancora a squartargli le gambe e le braccia, uno spettacolo.
    La zia ha finito di parlare, il nonno sta prendendo il telefono, probabilmente stanno chiamando la Volpe. Prima della decisione finale tocca consultare anche l’altro Signore della città. Due Signori, la Volpe e il Dalai, un solo Kahn di cui non si conosce l’identità, questo è quello che ho capito in questi anni di attenzioni a sguardi fugaci e messaggi nascosti tra le righe.
    Sorrido e osservo l’espressione di Lanternerosse aka zietta, infastidita e determinata, imperiale. Ho puntato su di lei, se ancora non s’è capito.
    L’idea di youtube m’è venuta quando m’è stato chiaro che era venuto il momento di fare il salto. A modo mio voglio bene a mio padre e a mia madre, sono degli stronzi figli di puttana che si sono conosciuti quando lei lavorava da Lanternerosse e mio padre ne era un cliente, ma hanno un limite quando si tratta di figli, questa è stata una sorpresa per molti. Sono anche talentuosi, non dico il contrario, ma mancano completamente di spirito d’iniziativa per prospettive che vadano oltre il più immediato presente. Con loro ero nello stagno accanto al fiume in piena. E io quel fiume l’ho da sempre bramato. Comunque, un giorno davo una mano al nonno a riordinare quando mi è capitato di sentire nominare, da un tizio a un tavolo, il casino del Calabrese. Il nonno l’ha subito zittito con uno sguardo, ma ormai la pulce m’era salita in testa e prudeva. Ci ho messo un po’, ma alla fine ho scoperto che era proprio a causa del lavoro sul Calabrese che il Dalai ci aveva rimesso il suo miglior uomo, il Berserk, reo di troppo zelo nei suoi metodi. Pare che il Kahn non avesse apprezzato che un suo vecchio socio d’affari come il Calabrese, anche se traditore, fosse stato fatto fuori dopo un paio di settimane di torture solo per il godimento del Berserk e così avesse deciso che era venuto il tempo per il Dalai di sbarazzarsene. Ovvio che il Dalai non ne era stato contento, ma tant’è: gli ordini del Kahn non ammettono repliche. Era chiaro come l’acqua delle spiagge di Sardegna che però il Dalai l’affare del Calabrese non se lo sarebbe scordato per lungo tempo.
    Fatto sta, e qui sta il colpo di culo, che il tizio acidato e aperto a fettine da mia madre altri non era che il figlio del Calabrese. Quella cretina s’era tenuta il dvd per tutto questo tempo, una bomba a orologeria pronta a scoppiare non appena fosse giunta nelle mani sbagliate. Io ho sorriso e l’ho messo su internet, non dal mio computer, ovvio, ho sfruttato l’internet point dalla parte opposta della città.
    I risultati non hanno tardato: mia madre è sparita il giorno dopo e mio padre e lo zio l’hanno seguita a ruota come deficienti. A mio padre non frega un cazzo di niente, ma quella era pur sempre la sua donna. M’immagino che abbiano raggiunto la fortezza del Dalai pensando di fare i Rambo, ma figurati se quello non li aspettava. E poi che cazzo pensava di fare mio padre con quella mezza checca piagnosa dello zio? Scuoto la testa critico per il suo pessimo senso strategico, che vergogna.
    Telefonata finita, la zia e il nonno scuotono la testa: figurarsi se la Volpe si sarebbe schierata contro l’eliminazione del Barbero, di Chunlì e di Lucky il vietnamita, cazzo gliene fregava a lui? Il fato s’è compiuto e ora non resta che vedere se la mia mossa da all in andrà a segno o mi butterà fuori dallo stagno, dal fiume, fuori da tutto in un cazzo di orfanotrofio.
    Il cuore comincia a battermi, la zia e il nonno stanno parlottando. Il Renna sta continuando a giocare ai Pokemon. Mi prendo l’appunto mentale che se mai salirò dove voglio arrivare a questo cornuto gli farò fare al massimo le pulizie al ristorante.
    Ecco che stanno uscendo. Spengo l’applicazione della telecamera e riattacco un gioco. Cazzo, devo lavorare su questa emotività, non va bene, andrò da qualche minchia di psicologo, già l’ha fatto il boss dei Soprano ed è andato avanti per sei stagioni. Storco la bocca, sei stagioni per una cazzo di serie americana non sono poi così tante… Niente psicologo, faccio da me.
    Ecco che arriva il nonno, il Renna si eclissa. Lui si siede accanto a me e sorride. Infine eccola, la zia, per tutti Lanternerosse l’ex puttana diventata pappona. Si siede vicino a me, mi accarezza.
    - Zia, cos’è successo? - dissimulo un tono vagamente preoccupato.
    - Bruslì, tesoro mio, ti va di trasferirti per un po’ da me che poi vedremo che fare?
    All in e mi hanno pagato il piatto per bene, sono nel grande fiume in piena e m’è andata meglio del previsto: Lanternerosse l’imperatrice puttana mi apre le porte di casa.
    Faccio passare qualche istante e poi, mixando nel tono le giuste dosi di tristezza e disperazione, roba che De Niro, Al Pacino e Marlon Brando ne andrebbero fieri, chiedo:
    - Che è successo a mamma e papà?


    FINE

    Edited by Peter7413 - 26/7/2011, 01:16
     
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  2. federica68
     
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    ciao Maurizio,

    allora la mia idea su questo racconto la conosci già, ma la riscrivo qui per vedere se le mie perplessità sono condivise da altri, in caso contrario resetta quel che ti ho detto :-)

    allora racconto efficace e ben scritto, d'effetto, va dritto al sodo, pur con una piccola perplessità sull'età del protagonista e sui passaggi su Lanterne Rosse qui

    puttana per tutti o almeno per chi non vede e non sente.

    e qui

    ex puttana diventata pappona, cechi di merda


    tu lo sai già ma gli altri commentatori no, che non ho capito il senso di queste 2 frasi...

    comunque è un 3 bello tondo tondo e pieno per me :-)

    baciiiiii
     
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  3. Selene B.
     
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    Ciao!
    Molto ben gestito il racconto attraverso il pdv del ragazzino, che rivela i fatti poco per volta, al giusto ritmo. Buona la mimesi linguistica del personaggio-narratore. Verso la metà del racconto ho avuto la sensazione che ci fossero troppi nomi in giro da ricordare, ma poi ho ritrovato facilmente l'orientamento.
    Voto: 3
     
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  4. B. Bacardi
     
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    Ciao, non è male come storia è scritta con uno stilo che mi piace: secco e asciutto. mi restano alcune perplessità sull'età del ragazzino, 12 mi sembrano pochi per come parla e cosa conosce d'informatica e visto le sei stagioni dei Soprano, ciò non toglie che qualcuno, come lui, sia costretto a crescere in fretta.
    un'altra cosa che non ho afferrato è la presenza di Renna mentre lui è da nonno adottivo, Renna non è introdotto come presenza e compare d'improvviso quando Lanternerosse va nel retro con il nonno. un po' troppo repentina questa figura che ha un ruolo marginale.
    altra cosa che mi lascia perplesso è l'esecuzione che commette sua madre ai danni di figlio del boss Calabrese, è un po' troppo macchinosa e lui dovrebbe pure aver le mani libere e quindi evitare, o almeno tentare, di finire con la testa nel catino con l'acido.
    L'ultima riguarda il padre, è disinteressato alla Big Lebowsky, se ne frega in pratica della sorte di sua moglie, perché va a cercare di liberarla lasciandoci la pelle?
    dovresti introdurre meglio le azioni che saranno, renderle più assimilabili con qualche descrizioni in più.
    Voto: 2, ma è colpa tua perché lo stile mi piace come pure la storia.
     
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    Nel marcio anche gli innocenti sono marci. Che tristezza. Un racconto che angoscia. Scritto bene, scorrevole e con ritmo. Non so che altro dire, tranne che concordo con Federica68: quelle due frasi sono ermetiche, e andrebbero o spiegate, o tolte.

    Da parte mia, ho trovato anche questI:

    CITAZIONE
    - Bruslì, caro - e mi da un bacio sulla fronte



    CITAZIONE
    Non ho l’audio, mentalmente mi appunto che dovrò piazzare qualche cassa davvero micro

    Sei sicuro che non serva un microfono?

    CITAZIONE
    Il fato s’è compiuto e ora non resta che vedere se la mia mossa da all in andrà a segno

    Eh? Più avanti lo ripeti. Che significa?

    CITAZIONE
    Infine eccola, la zia, per tutti Lanternerosse l’ex puttana diventata pappona, cechi di merda.

    Cioè vengono dalla Cecoslovacchia? O sono ciechi (in senso metaforico)?

    Ho controllato sul dizionario e in effetti "ceco", per indicare la cecità, si può dire (è un termine raro, però). Però ti consiglio di aggiungere la I, visto che qualcuno potrebbe pensare alla nazionalità...


    Voto: 3


    EDIT
    Ora che ci penso, concordo anche con Bacardi sul fatto che barbero se ne frega della moglie. Mi sembra implausibile che poi corra a salvarla. Oppure fingeva il didinteresse? Ok, ma perché?

    Comunque, il tre lo lascio, ma non farmene pentire: rivedilo.
     
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  6. Peter7413
     
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    Grazie a tutti per voti e commenti. Ho operato le modifiche che mi avete segnalato.
    Federica: ho eliminato "cechi di merda", era in effetti di troppo. Ho lasciato la prima espressione, voglio rendere il fatto che nessuno pensa che Lanternerosse sia più di quello che è.
    Bacardi: Renna ora è diventato un cameriere;, ho introdotto una frase che dovrebbe motivare l'azione di recupero del padre, dimmi se può andare (è in spoiler qui sotto); la scena di tortura l'ho lasciata così per il momento, attendo anche altri feedback.
    Gargaros: ho operato tutte le correzioni; all in è quando nel poker metti tutte le chips, o dentro o fuori; fammi sapere se la frase che ho aggiunto per motivare l'operazione di salvataggio è sufficiente. La copio incollo qui sotto in spoiler.

    I risultati non hanno tardato: mia madre è sparita il giorno dopo e mio padre e lo zio l’hanno seguita a ruota come deficienti. A mio padre non frega un cazzo di quasi niente, ma quella era pur sempre la sua donna. M’immagino che abbiano raggiunto la fortezza del Dalai pensando di fare i Rambo, ma figurati se quello non li aspettava. E poi che cazzo pensava di fare mio padre con quella mezza checca piagnosa dello zio? Scuoto la testa critico per il suo pessimo senso strategico, che vergogna.
     
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  7. B. Bacardi
     
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    Non mi piace segnalare i piccoli refusi, ma rileggendo le parti corrette, che sono molto meglio, ti segnalo questo tanto per dare a vedere che sono attento:
    CITAZIONE
    Io punto ... s’è ancora non s’è capito

    se
    e questo dello spoiler, che non è un refuso ma è brutto da leggere:
    CITAZIONE
    A mio padre non frega un cazzo di quasi niente,

    visto e vagliato il gergo del giovane arrivista, toglierei il quasi
    ...un cazzo di niente... fila via meglio ed è più coerente con la storia e personalità dei personaggi.
    mo' ti darei 3, ma la colpa è tua, sicché me ne lavo le mani
    a rileggerti.
     
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  8. Peter7413
     
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    Ho riportato anche queste correzioni, grazie mille.

    CITAZIONE (B. Bacardi @ 4/7/2011, 09:56) 
    mo' ti darei 3, ma la colpa è tua, sicché me ne lavo le mani
    a rileggerti.

    Sei brutto e cattivo! :P
     
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  9. B. Bacardi
     
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    CITAZIONE (Peter7413 @ 4/7/2011, 10:16) 
    Ho riportato anche queste correzioni, grazie mille.

    CITAZIONE (B. Bacardi @ 4/7/2011, 09:56) 
    mo' ti darei 3, ma la colpa è tua, sicché me ne lavo le mani
    a rileggerti.

    Sei brutto e cattivo! :P

    hai messo una telecamera e microfono a casa mia?
    ti taglio le mani, sai?
     
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  10. Peter7413
     
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    CITAZIONE
    hai messo una telecamera e microfono a casa mia?
    ti taglio le mani, sai?

    Lo saprai solo quando sarà ormai troppo tardi... :diablo:
     
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  11.  
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    CITAZIONE (Peter7413 @ 4/7/2011, 08:57) 
    Gargaros: all in è quando nel poker metti tutte le chips, o dentro o fuori

    Quando l'ignoranza ci mette lo zampino! Infatti in cose di gochi sono un perfetto ignorante e non avevo capito...

    Comunque, devo precisare che io ho pensato a un errore in parole italiane. Mi suonava come inglesismo, ma proprio per l'ignoranza ho preferito pensare alla prima causa.

    Fossi in te, metterei all in in corsivo... Ma se scrivessi io, però; tu puoi lasciare tutto così come hai scritto :sisi:


    PS
    Ora abbiamo una psiegazione sull'azione di Barbero. Per me fila liscio anche così.

    Ah, a me la scena della tortura era piaciuta, ma non mi ci sono soffermato, sulla sua plausibilità... Mi è piaciuta l'idea in sé :sospysi:
     
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  12. Peter7413
     
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    CITAZIONE
    Fossi in te, metterei all in in corsivo... Ma se scrivessi io, però; tu puoi lasciare tutto così come hai scritto :sisi:

    Messo il corsivo e in effetti sta molto meglio.
    Grazie per l'aiuto Garga! :)
     
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  13. black cat walking
     
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    Eccoci qua Maurizio! :)
    Buono, davvero interessante, ma non ottimo. ;)
    Partiamo dai sì: bene l'idea, bene l'ambiente, bene i personaggi. :D
    I nì: la struttura e lo stile che hai scelto, tutto questo raccontare stanca, e poi ci sono dei periodi lunghissimi, davvero troppo. La scelta della prima persona la trovo giusta, però la dovresti ammorbidire.
    L'unico no: l'estrema maturità del ragazzo; bel personaggio, però uno che fa trucidare i genitori a soli 12 anni è davvero poco credibile. Almeno qualche titubanza e/o rimorso non può non averlo. Così com'è è troppo disumanizzato e mi ha fatto, sì sorridere, ma anche storcere la bocca su tutta la storia. Forse con qualche anno in più sarebbe un'altra cosa, ma siccome è proprio la sua età che dà forza al racconto, aggiusterei il tiro inserendo qualcosa che ce lo faccia davvero vedere come un ragazzino e non come un improbabile angelo vendicatore, spietato e disumano (a meno che non lo sia, ma allora parliamo di un altro genere e ce lo devi mostrare per intero). Tutto ciò, fermo restando il suo piano diabolico, ovvio. :zizi:
    Un altro suggerimento che è una "finezza" per gusto personale: essendo tutti cinesi, secondo me dovresti trovare le traduzioni dei soprannomi (dove possibile). Sembrerà un dettaglio inutile, ma se tu non lo dicessi ogni tanto, il racconto potrebbe trattare di chiunque, e invece è bella questa ambientazione cino-italiana, il tocco con i nomi (che poi tradurresti ben bene nel testo, come hai fatto con l'Imperatore Giallo) sarebbe davvero di classe. :B):
    Per il voto oscillerei tra 2 e 3, ma opto sul 3 per l'idea, davvero ganza. :D
    A rileggerci!
     
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  14. Seth Belavoure
     
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    le prime tre righe ti portano in una dimensione alla heidi e peter, poi, però, ti ritrovi in una ciainataun dove tutti hanno nomi da bar di lambrate e una cattiveria splatter da comics...
    probabilmente funzionerebbe meglio come graphic story che come short story.
    detestando i fumetti, sono costretto a darti un 2.

    smartphone, notebook... i ragazzi parlano davvero così?
     
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  15. Peter7413
     
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    CITAZIONE (Seth Belavoure @ 7/7/2011, 14:26) 
    le prime tre righe ti portano in una dimensione alla heidi e peter, poi, però, ti ritrovi in una ciainataun dove tutti hanno nomi da bar di lambrate e una cattiveria splatter da comics...
    probabilmente funzionerebbe meglio come graphic story che come short story.
    detestando i fumetti, sono costretto a darti un 2.

    smartphone, notebook... i ragazzi parlano davvero così?

    Commento utilissimo, grazie. Tra l'altro, appena un paio di minuti dopo il mio al tuo. Non aggiungo altro.
    :D
     
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37 replies since 30/6/2011, 23:12   778 views
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