Un racconto notevole, che mi ha dato la sensazione di essere curato più nella seconda parte che non nella prima (anche in base al numero di refusi, pochi nella prima parte ma quasi del tutto assenti nella seconda - o forse non li ho notati, troppo preso dal racconto).
Ti segnalo solo un paio di altri refusi:
CITAZIONE
mi disse la prima volta che allibito le domandai che cazzo stava stesse facendo
-> è roulant
CITAZIONE
Una volta trovato mio gemello scomparirò
-> "il mio gemello"
È una storia che ha fatto pensare a Dick anche a me, con un protagonista interessante (lo definirei quasi un Quasimodo che si libera della gobba) e un parterre di comprimari forse un po' stereotipati. Ma forse era questo il tuo intento: rendere vero solo il protagonista e il suo gemello.
Ci sono alcune cose che non mi sono piaciute: i due inserti di giornale (se non ho male interpretato) mi sembrano poco credibili, per come sono scritti - però, non essendo giornalista (ma solo figlio di) non saprei come poterli modificare. Osservazione utile, eh?
La politica e la guerra in sottofondo fa molto sci-fi anni '60, forse troppo, anche se non c'è un'Unione Sovietica a fare da nemico, ma un asse Cina-Pakistan-Corea del nord. Le modalità di attacco, soprattutto, sembrano abbastanza anacronistiche - almeno in Europa: sarebbe stato forse più verosimile (e quindi con maggiori possibilità di provocare empatia da parte del lettore nei confronti del protagonista) un attentato terrorista con rivendicazione e promessa di altri attentati.
E avrei anche qualcosa da ridire sulla sequenza della palestra, soprattutto sul dialogo con la ragazza ansiosa di descrivergli tutte le meraviglie disponibili: qui, da lettore, mi sono sentito confuso - che forse è la stessa sensazione che prova il protagonista (che pure si ricorda benissimo ogni singolo e insignificante particolare del Sistema Fitness 3000?), ma un conto è far provare la confusione di un personaggio, un altro è sballottare il lettore tra ripetuto mentalmente di un personaggio, dialogo di un altro e di nuovo ripetuto mentalmente del personaggio. Gusti, forse, ma ho faticato parecchio, in quel punto.
Poi però c'è l'intuizione del gemello. E davanti a una cosa del genere io posso dire solo una cosa:
(ma perché st'emoticon si chiama "imploro"? Mah!). È un'intuizione fantastica, davvero. Da sola vale tutto il racconto. E ha una sua impietosa coerenza anche il finale... che però io avrei gestito in maniera diversa. Come? Per esempio facendo in modo che il gemello sfrutti i sensi di colpa del fratello per trasformarlo in un procacciatore di cibo, anziché in cibo. Ma anche qui, siamo ai gusti.
Sullo stile, non ho praticamente nulla da segnalare, a parte i due inserti giornalistici. L'unica frase che trovo fuori posto è
CITAZIONE
E, voltandomi per andarmene via, so d’istinto che non la rivedrò mai più.
più che altro perché secondo me le premonizioni, per quanto possano piacere a chi le scrive (e a me piace un sacco scriverle, poi però cerco di tagliarle tutte), ammazzano la fantasia di chi legge. Oltre tutto, a quel punto del racconto, non è nemmeno necessaria: ormai il racconto è agli sgoccioli, non penso che il lettore si aspetti (o, per quello che vale, nemmeno voglia) un ritorno di Eva.