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Io sono qui
Il ricordo è un modo d'incontrarsi. Kahlil Gibran
Ti guardo dormire. Come sei bella, sembri una principessa delle favole, la bella addormentata. Anche se non ti è mai piaciuto quel cartone. Tu adoravi Alice nel paese delle meraviglie. Quante volte lo guardavi da piccola? Eri ossessionata, volevi anche tu scendere in quel mondo incantato insieme al Bianconiglio. Lo ricordo bene. Ricordo tutto. Sono al tuo fianco, come sempre, e osservo i tuoi lineamenti, scruto con attenzione ogni più piccolo dettaglio. Mi soffermo sulla bocca. Non ci avevo mai fatto caso, ma il labbro superiore è perfetto, a forma di cuore. Strano che non me ne sia mai accorto. Eppure ti guardo sempre mentre dormi. Ogni giorno, per ore. Ma la verità è che non osserviamo mai troppo gli altri, nemmeno i nostri figli. Invece è bellissimo potersi perdere nei dettagli del corpo, alla ricerca di un particolare sfuggito, di un piccolo punto che non ricordiamo. Dovrei conoscerti a memoria dopo diciassette anni. E invece no, sono ancora qui a stupirmi di quante cose di te mi appaiono nuove. Ora sto osservando l’orecchio, così piccolo, forse troppo. Non sembra quello di una persona adulta. Ma sono contento, perché mi ci ritrovo in quell’orecchio, è lo stesso di quando ancora cercavi il mio contatto. Che darei per rivivere quei momenti, anche solo un istante. Sono diventato padre troppo giovane, non avevo la maturità per comprendere che quei piccoli grandi momenti non tornano più, che si resta solo con i ricordi e che bisogna fare di tutto affinché questi non svaniscano. Anche il tuo collo è piccolo. D’altronde, sei mingherlina, lo sei sempre stata. Tua madre si preoccupava, diceva che non mangiavi abbastanza, che avevi bisogno di energia per crescere sana e robusta. E invece sei cresciuta forte, anche se non hai mai mangiato troppo. Non ti è mai interessato, hai sempre avuto mille cose per la testa, non potevi perdere tempo con il cibo. Sei sempre stata indaffaratissima, presa da mille progetti, mille passioni. Proprio come me. Sono contento di averti trasmesso la passione per le cose, per un interesse, per un progetto, per una canzone, per un film. L’entusiasmo è il cuore della vita. E se qualcuno proverà mai a spegnertelo, tu allontanalo con forza, perché quella persona non merita la tua attenzione. Ricordati, chi spegne un entusiasmo offende la vita. Spero che riuscirai a portartelo sempre con te il tuo entusiasmo, ovunque andrai. Ora mi soffermo sulla tua mano, così piccola, con le unghie corte. Non ti sono mai piaciute lunghe, le trovavi imbarazzanti e scomode. Perché non si possono scrivere i messaggini sul telefonino. E quanti messaggi ogni giorno, una marea! Ma come fate poi a rispondervi così velocemente? Un mistero. A me non piace scrivere sms. Anche se ai tuoi ho sempre risposto. Credo di essere stato un buon padre. Non perfetto, questo sarebbe impossibile, però un buon padre. Perché ho sempre saputo quanto sia importante avere un genitore presente, con cui potersi confrontare ogni giorno. Per me non è stato così. E l’ho pagato. Non volevo che crescessi con un buco da dover riempire, non volevo che da grande andassi in giro a cercarti un uomo che riempisse quel buco. Spero di esserci riuscito. Un giorno mi piacerebbe chiedertelo. E spero risponderai in modo sincero. Scendo ancora con lo sguardo. Ora sto fissando i tuoi piedi. Anche loro sono così piccoli. Porti il trentasei se non sbaglio, come tua madre. Alcune volte hai anche usato le sue scarpe da ginnastica. Mi viene da sorridere. Ricordo benissimo quelle scarpe, la linea e il colore. Sono impresse nella mia mente, così come l’immagine di quando arrivavi in salotto e te le infilavi. È incredibile come nella vita riaffiorino sempre i ricordi più assurdi, i momenti che si ritengono meno rilevanti, i gesti compiuti nell’indifferenza altrui, nella quotidianità. Ma pensandoci bene, è normale. Perché la vita è un insieme di tanti piccoli gesti quotidiani. I giorni di festa, i compleanni, le cerimonie, sono un contorno che conserviamo gelosamente nelle foto e nei filmini. Ma i ricordi, quelli reali, quelli importanti, riguardano la vita vera, quella di tutti i giorni. È quasi un’ora che ti guardo dormire, comincio a essere stanco. Distolgo lo sguardo, osservo la stanza. È quella di sempre, ormai la conosco a memoria, ogni più piccolo dettaglio, ogni particolare. Come quel disegno che facesti quand’eri piccola. Tua madre lo ha conservato per tanti anni. E ora è lì, in bella mostra, attaccato alla parete. Non c’è giorno che non mi fermi a guardarlo, poco prima di spegnere l’interruttore della luce. Bisognerebbe osservare con più attenzione le cose degli altri, perché gli oggetti dicono tanto di una persona. Invece noi siamo presi da altro, neanche ce ne accorgiamo degli oggetti. Oggi, invece, la prima cosa che faccio quando entro in casa di qualcuno è osservare le sue cose, una foto, un quadro, un dvd, un barattolo in cucina. Questo mi ha insegnato la vita, a essere più attento ai particolari, alle sfumature, così da avere quanti più ricordi possibili. Perché i ricordi sono importanti, permettono di guardare avanti senza rimpianti. Io non ho rimpianti, ho solo ricordi. Io vivo di ricordi. Da più di un anno ormai. Da quando ti sei addormentata. Aspetto che ti svegli, così da raccontarteli tutti, uno per volta. Ora sono stanco, vado a dormire amore mio. Ci vediamo domattina. Non ti preoccupare, lascio la porta socchiusa. Come quando eri piccola. Ti ricordi come ti dicevo quando ti svegliavi e non mi trovavi al tuo fianco? Sono qui tesoro. Io sono qui.
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