Io sono qui
  • Poll choices
    Statistics
    Votes
  • 2
    41.67%
    5
  • 1
    25.00%
    3
  • 3
    25.00%
    3
  • 4
    8.33%
    1
Guests cannot vote (Voters: 12)

Io sono qui

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. lorenzomarone
     
    .

    User deleted


    Io sono qui



    Il ricordo è un modo d'incontrarsi.
    Kahlil Gibran




    Ti guardo dormire. Come sei bella, sembri una principessa delle favole, la bella addormentata. Anche se non ti è mai piaciuto quel cartone. Tu adoravi Alice nel paese delle meraviglie. Quante volte lo guardavi da piccola? Eri ossessionata, volevi anche tu scendere in quel mondo incantato insieme al Bianconiglio. Lo ricordo bene. Ricordo tutto.
    Sono al tuo fianco, come sempre, e osservo i tuoi lineamenti, scruto con attenzione ogni più piccolo dettaglio. Mi soffermo sulla bocca. Non ci avevo mai fatto caso, ma il labbro superiore è perfetto, a forma di cuore. Strano che non me ne sia mai accorto. Eppure ti guardo sempre mentre dormi. Ogni giorno, per ore.
    Ma la verità è che non osserviamo mai troppo gli altri, nemmeno i nostri figli. Invece è bellissimo potersi perdere nei dettagli del corpo, alla ricerca di un particolare sfuggito, di un piccolo punto che non ricordiamo. Dovrei conoscerti a memoria dopo diciassette anni. E invece no, sono ancora qui a stupirmi di quante cose di te mi appaiono nuove.
    Ora sto osservando l’orecchio, così piccolo, forse troppo. Non sembra quello di una persona adulta. Ma sono contento, perché mi ci ritrovo in quell’orecchio, è lo stesso di quando ancora cercavi il mio contatto. Che darei per rivivere quei momenti, anche solo un istante. Sono diventato padre troppo giovane, non avevo la maturità per comprendere che quei piccoli grandi momenti non tornano più, che si resta solo con i ricordi e che bisogna fare di tutto affinché questi non svaniscano.
    Anche il tuo collo è piccolo. D’altronde, sei mingherlina, lo sei sempre stata. Tua madre si preoccupava, diceva che non mangiavi abbastanza, che avevi bisogno di energia per crescere sana e robusta. E invece sei cresciuta forte, anche se non hai mai mangiato troppo. Non ti è mai interessato, hai sempre avuto mille cose per la testa, non potevi perdere tempo con il cibo. Sei sempre stata indaffaratissima, presa da mille progetti, mille passioni. Proprio come me.
    Sono contento di averti trasmesso la passione per le cose, per un interesse, per un progetto, per una canzone, per un film. L’entusiasmo è il cuore della vita. E se qualcuno proverà mai a spegnertelo, tu allontanalo con forza, perché quella persona non merita la tua attenzione. Ricordati, chi spegne un entusiasmo offende la vita. Spero che riuscirai a portartelo sempre con te il tuo entusiasmo, ovunque andrai.
    Ora mi soffermo sulla tua mano, così piccola, con le unghie corte. Non ti sono mai piaciute lunghe, le trovavi imbarazzanti e scomode. Perché non si possono scrivere i messaggini sul telefonino. E quanti messaggi ogni giorno, una marea! Ma come fate poi a rispondervi così velocemente? Un mistero. A me non piace scrivere sms. Anche se ai tuoi ho sempre risposto.
    Credo di essere stato un buon padre. Non perfetto, questo sarebbe impossibile, però un buon padre. Perché ho sempre saputo quanto sia importante avere un genitore presente, con cui potersi confrontare ogni giorno. Per me non è stato così. E l’ho pagato.
    Non volevo che crescessi con un buco da dover riempire, non volevo che da grande andassi in giro a cercarti un uomo che riempisse quel buco. Spero di esserci riuscito. Un giorno mi piacerebbe chiedertelo. E spero risponderai in modo sincero.
    Scendo ancora con lo sguardo. Ora sto fissando i tuoi piedi. Anche loro sono così piccoli. Porti il trentasei se non sbaglio, come tua madre. Alcune volte hai anche usato le sue scarpe da ginnastica. Mi viene da sorridere. Ricordo benissimo quelle scarpe, la linea e il colore. Sono impresse nella mia mente, così come l’immagine di quando arrivavi in salotto e te le infilavi. È incredibile come nella vita riaffiorino sempre i ricordi più assurdi, i momenti che si ritengono meno rilevanti, i gesti compiuti nell’indifferenza altrui, nella quotidianità. Ma pensandoci bene, è normale. Perché la vita è un insieme di tanti piccoli gesti quotidiani. I giorni di festa, i compleanni, le cerimonie, sono un contorno che conserviamo gelosamente nelle foto e nei filmini. Ma i ricordi, quelli reali, quelli importanti, riguardano la vita vera, quella di tutti i giorni.
    È quasi un’ora che ti guardo dormire, comincio a essere stanco. Distolgo lo sguardo, osservo la stanza. È quella di sempre, ormai la conosco a memoria, ogni più piccolo dettaglio, ogni particolare. Come quel disegno che facesti quand’eri piccola. Tua madre lo ha conservato per tanti anni. E ora è lì, in bella mostra, attaccato alla parete. Non c’è giorno che non mi fermi a guardarlo, poco prima di spegnere l’interruttore della luce.
    Bisognerebbe osservare con più attenzione le cose degli altri, perché gli oggetti dicono tanto di una persona. Invece noi siamo presi da altro, neanche ce ne accorgiamo degli oggetti.
    Oggi, invece, la prima cosa che faccio quando entro in casa di qualcuno è osservare le sue cose, una foto, un quadro, un dvd, un barattolo in cucina. Questo mi ha insegnato la vita, a essere più attento ai particolari, alle sfumature, così da avere quanti più ricordi possibili. Perché i ricordi sono importanti, permettono di guardare avanti senza rimpianti.
    Io non ho rimpianti, ho solo ricordi.
    Io vivo di ricordi. Da più di un anno ormai.
    Da quando ti sei addormentata.
    Aspetto che ti svegli, così da raccontarteli tutti, uno per volta.
    Ora sono stanco, vado a dormire amore mio. Ci vediamo domattina.
    Non ti preoccupare, lascio la porta socchiusa. Come quando eri piccola.
    Ti ricordi come ti dicevo quando ti svegliavi e non mi trovavi al tuo fianco?
    Sono qui tesoro.
    Io sono qui.
     
    .
  2. rehel
     
    .

    User deleted


    [/SPOILER]Comincio da te…
    Il problema di questo tipo di racconti è che è troppo lungo rispetto al contenuto.
    Dalle primissime righe si capisce che alla fine vi sarà una rivelazione del tipo: ragazza malata, ragazza tenuta prigioniera, incidentata, ecc. Dipende solo da quale taglio si vuole dare alla vicenda, qui siamo un po’ sul sentimentale. Nulla di disdicevole.
    Tuttavia una volta capito il meccanismo (quasi subito): dettaglio visivo - considerazioni del personaggio che elabora dentro di sé e poi riprende un altro particolare, e così via. Il lettore avverte una certa fatica e prosegue nella lettura con difficoltà. E’ nella natura della prima persona parlarsi troppo addosso e lo scrittore deve stare attento a controllarla a dovere. Non ti devi fare sopraffare dalle elucubrazioni mentali del personaggio, la lettura ne soffrirà inevitabilmente.
    Sei anche bravo a cercare di depistare il lettore, ma non abbastanza. Oramai siamo tutti piuttosto “scafati” a capire come si evolveranno le cose.
    Lo stile è buono e corretto, non rilevo errori particolari.
    Il mio consiglio è quello di snellire parecchio, almeno della metà, se non di più. Questa storia non richiede tutta questa materia. Avrai un racconto esile, ma più gradevole alla lettura, anche se comunque con l’inghippo di un finale telefonato e per certi versi classico; troppo classico.
    Io sono di natura un po’ stretto coi voti, a parte l’ultima edizione di USAM. Sarei fra l’uno e il due; dico due.
    [SPOILER]
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Arrotolatrice di boa

    Group
    Member
    Posts
    3,298
    Location
    Di solito da casa mia.

    Status
    Offline
    Ciao Lorenzo, ben ritrovato.
    Sono contenta che tu abbia scelto, stavolta di narrare in prima persona.
    Parliamo prima della parte tecnica, delle parole che non mi suonano e delle ridondanze.
    CITAZIONE
    Quante volte lo guardavi da piccola?

    Quante vole lo hai guardato da piccola?

    CITAZIONE
    Sono diventato padre troppo giovane, non avevo la maturità per comprendere che quei piccoli grandi momenti non tornano più

    questa mi suona male, forse "che non torneranno più" oppure .."per comprendere che quelli sono momenti che non tornano più.

    CITAZIONE
    L’entusiasmo è il cuore della vita.

    mmm troppo Euronics, o chi per loro! ^_^

    Hai usato la parola entusiasmo troppe volte in tre righe.


    CITAZIONE
    Bisognerebbe osservare con più attenzione le cose degli altri, perché gli oggetti dicono tanto di una persona. Invece noi siamo presi da altro, neanche ce ne accorgiamo degli oggetti.

    Altro-Altri, oggetti-oggetti.


    CITAZIONE
    Oggi, invece,la prima cosa che faccio quando entro in casa di qualcuno è osservare le sue cose

    Direi Ora, invece...

    Ora veniamo alle mie considerazioni sul testo.

    Trovo il brano troppo lungo. Era chiaro che la ragazza fosse malata, in coma addirittura, leggo nel finale ma comunque in una situazione poco piacevole. Quindi la frase finale ha perso il suo essere struggente, perché largamente anticipata dall'inizio. Il brano racconta poco o niente, capisco che è la riflessione del padre, ma la trovo troppo lunga e pesante.
    Avrebbe potuto essere risolta in 1000 battute! A che pro allungare tanto il brodo?
    Sgrossato, potrebbe divenire un gra bel racconto breve! Ma così com'è mi sono annoiata, soprattutto considerando che abile narratore tu sia di solito.

    Mi spiace ma stavolta, per me il voto è 1

     
    .
  4. Nozomi
     
    .

    User deleted


    Ciao!
    Sai, per un attimo ho sperato non ci fosse un colpo di teatro finale, ma finisse semplicemente com'era iniziato. Il tuo racconto era bello così. Mi stavi facendo venire un magone tremendo perché mi hai fatto ricordare mio papà. Lui mi dice che spesso mi guardava dormire da piccola :cry:, snif snif, e io non è che sono 'sto esemplare di figlia perfetta adesso! Va beh, sorvoliamo su queste cose mie personali. :(
    Ti dico questo, però, perché hai saputo suonare bene le corde della mia anima, oltre tutto con una forma splendida e quasi perfetta.
    A volte un racconto intimista come il tuo non ha bisogno di trovate a effetto. Va bene così, com'è.
    Il finale prevedibile (e che si sperava non lo fosse) m'ha fatto svegliare infatti da un momento di pura poesia cui mi ero rifugiata e m'ha riportata alla razionalità facendomi fare mille osservazioni. E' senz'altro in coma, non è imbalsamata! E' in coma ed è in casa del padre? Senza infermiere, macchinari eccetera? Come è possibile? Come fanno a fargliela tenere là? E le piaghe da decubito?
    Insomma volevo dire, sarebbe da quattro senza il finale a effetto. Direi proprio senza un qualsiasi finale. E' uno di quei rari casi in cui un racconto del genere, quasi una forma di poesia in prosa, non ha bisogno di finali. Così, mi viene da darti solo un due abbondante. Comunque m'hai fatto piangere un po', di quel pianto che fa bene, per questo ti ringrazio! :)

    Baci!
    G :wub:
     
    .
  5. Magister Ludus
     
    .

    User deleted


    Inizialmente il racconto mi stava annoiando, perché sembrava un altro monologo che non avrebbe portato a nulla, però hai creato un finale d'effetto, che fa capire tutto e dà la giusta spiegazione a quel monologo.

    L'unica cosa che ti contesto, che secondo me potresti togliere per aumentare quell'effetto sorpresa, è l'ultima parte del racconto:

    CITAZIONE
    Aspetto che ti svegli, così da raccontarteli tutti, uno per volta.
    Ora sono stanco, vado a dormire amore mio. Ci vediamo domattina.
    Non ti preoccupare, lascio la porta socchiusa. Come quando eri piccola.
    Ti ricordi come ti dicevo quando ti svegliavi e non mi trovavi al tuo fianco?
    Sono qui tesoro.
    Io sono qui.

    Potresti usare qualche frase di questo pezzo da mettere prima. Ma secondo me il racconto dovrebbe concludersi con

    CITAZIONE
    Da quando ti sei addormentata.

    Voto 3.
     
    .
  6. Selene B.
     
    .

    User deleted


    E' scritto piuttosto bene, non ho nulla da eccepire sulla forma. Il problema è che non mi ha toccato come avrebbe potuto, dato il tema e il tono: ho trovato troppi luoghi comuni, troppe riflessioni un po' prevedibili nei pensieri del padre sulla figlia. Non so se sono io cinica, ma mi è sembrato un tantino troppo "buonista" e non mi ha soddisfatto del tutto.
    Voto: 2
     
    .
  7. lorenzomarone
     
    .

    User deleted


    Ed eccoci qui... ;)
    Allora, innanzitutto grazie a chi ha avuto la pazienza di leggermi.
    E veniamo alle spiegazioni/risposte.
    Il racconto è stato scritto per un concorso bandito da un'associazione (Greta e la nuvola) che si preoccupa di portare a conoscenza le problematiche di tante persone come Greta che vivono in condizioni di incoscienza. E il testo (che tra l'altro ha vinto il concorso e non lo dico per autocompiacimento ma per far capire come il mondo sia vario e come sia davvero difficile piacere a tutti, soprattutto in questo mondo) , seppur senza riferimenti specifici, ha il solo scopo di evidenziare la situazione quotidiana in cui vivono tante persone come Greta. Non avevo, quindi, alcuna intenzione di creare un finale a effetto, né tantomeno stupire il lettore. Il mio scopo era quello di fotografare una determinata situazione dal punto di vista dei genitori, far capire che un rapporto d'amore continua anche quando un figlio non parla più, e che un genitore continua a esserci sempre e comunque. Da qui il titolo. E, senza presunzione, credo di essere riuscito nel mio scopo. Per rispondere a Nozomi per quel che riguarda la stanza d'ospedale, i macchinari, etc, nel testo non faccio alcun riferimento alla sua stanza, potrebbe essere anche la stanza d'ospedale che ormai per il padre è diventata un pò come una stanza di casa, non parlo di macchinari che potrebbero esserci oppure no. Greta vive a casa insieme ai suoi genitori e a sua sorella pur essendo in coma da ormai cinque anni. Nel caso la sua storia vi abbia toccato, così come è stato per me, potete visitare il suo blog.
    Ciao a tutti...
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Arrotolatrice di boa

    Group
    Member
    Posts
    3,298
    Location
    Di solito da casa mia.

    Status
    Offline
    ma sai Lorenzo un concorso specifico è una cosa, un contest come questo un'altra. Il racconto che ho messo il mese scorso e che è stato quasi flagellato, aveva vinto un concorso. Ma era specifico, pensato per quella cosa lì.
    Ora io non credo che il tuo racconto non sia piaciuto o non abbia reso. Credo che tu ti sia dilungato troppo. :)
     
    .
  9. lorenzomarone
     
    .

    User deleted


    Ciao Polissena,
    no, lo so, è così, alcune volte lo stesso racconto vince un concorso e in un altro non va nemmeno in finale.
    Solo che mi andava di spiegare il perché di determinate scelte.
    In ogni caso a prescindere dal mio racconto che può piacere o meno, ci mancherebbe, io ritengo che non si debba sempre cercare l'effetto, il finale a sorpresa, la trama avvolgente. Certe volte per giudicare la trama di un testo, la sua linearità, il finale, l'originalità etc, non ci accorgiamo del contenuto, di una singola frase piacevole o che ci ha fatto riflettere. A mio parere è un problema di genere narrativo.
    Ma il discorso diverrebbe troppo lungo...
    Un saluto ^_^
     
    .
  10. Alessanto
     
    .

    User deleted


    Letto.

    Tipica scrittura da prima persona: parole, "pippe" mentali del protagonista, concetti presi e ripresi. Da questo punto di vista, quindi, c'è molto da lavorare: taglia, taglia, taglia più che puoi! Così il lettore si annoia, anche perché ci si immagina dove si andrà a parare. Se vuoi giocare sulla sorpresa cambia il finale.
    La forma non è male, credo che dopo la cura dimagrante il pezzo potrebbe essere interessante.


    Voto 1.
     
    .
  11. Olorin
     
    .

    User deleted


    E’ un tema che spacca, soprattutto se chi legge è papà e magari su certi baratri ci si è affacciato per un millisecondo per poi essere - e non si sa per quanto - graziato, mentre in altri ci ha pucciato solo un alluce e i segni se li porterà per sempre addosso.
    Ho provato a scrivere anch’io su questi temi proprio qui a USAM, ma come mio solito preferisco esasperare e infine risolvere così come il genere letterario che prediligo consente di fare.

    Questo è un brano molto contestualizzato, nel senso che parte da una consapevolezza acquisita del dolore di cui parla e da un vissuto della situazione in cui si immerge. Manca insomma tutta la parte prima per essere un vero racconto, manca quel tratto di strada in cui mi porti giù fino in fondo fino a sentire quel dolore sordo nel petto, quella disperazione che fa bestemmiare sul serio col silenzio dell’anima e con quello di ogni fibra del corpo, manca l’esperienza letteraria – vogliamo chiamarla così? – di un miliardesimo del dolore che accompagna quella perdita e che irrorerebbe di ossigeno il brano che hai scritto.

    Così com'è, mi pare incompleto.

    Non voto
     
    .
  12. kaipirissima
     
    .

    User deleted


    Insomma non mi piace tanto. prima di sapere del contesto mi chiedevo dove si andasse a parare, anche se qualcosa di simile me lo aspettavo, leggevo ed ero alla ricerca di una storia, e invece la storia non c’è. Ero in attesa di un evolversi, e invece rimaneva tutto uguale. La staticità del coma. Ok. però ero perplessa.
    Ho letto il tuo commento. Non è tanto che sei arrivato primo al concorso ma all’interno di quel concorso una storia così aveva un senso, per cui alcuni difetti forse passano in secondo piano, ma fuori è troppo cerebrale e pure un po’ troppo ripetitiva. Inoltre chi è in coma?la figlia giusto? Eppure il racconto parla del dolore del padre, è lui il protagonista, e ti dirò che questa scelta non mi piace tanto. preferivo che il padre facesse rivivere la figlia, invece Greta è speculare al padre e non sembra un personaggio reale.
    La struttura all’inizio mi piaceva, pur nella staticità: va bene le labbra, va bene l’orecchio, va bene il collo, ma arrivata alle mani mi sono un po’ stufata. Mi piacevano le parti in cui intercalavi riflessioni tipo che non guardiamo mai abbastanza gli altri, non poniamo loro attenzione, mi piaceva che cercassi di spiegare il legame attraverso le somiglianze padre-figlia, però poi si è come appiattito, diventando un po’ retorico. Poi sono arrivati i piedi e le somiglianze con la madre si sono perse, il padre è onnipresente, parla solo di sé e della figlia di riflesso, sono un buon padre ma non sono perfetto, alla fine non mi ha commosso, perché la ragazza non è uscita, è uscito solo il padre. Avrei preferito uscisse la ragazza, e il padre si mettesse da parte.

    voto 2
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Losco Figuro

    Group
    Member
    Posts
    3,643

    Status
    Offline
    Un pezzo molto poetico e ben scritto, anche se manca di due cose: mordente e storia.
    Il mordente è relativo, non deve per forza esserci, solo che qui sembra che voglia farlo ma sia arrivato in ritardo: per tutto il tempo il discorso dell'uomo evita con cura di sottolineare che la ragazza è in coma (salvo farlo affiorare di quando in quando, ad esempio con qualche imperfetto) ma è quasi impossibile non capirlo lo stesso, quindi che arrivi a dirlo nelle ultime righe lascia un po' il tempo che trova.
    La storia proprio non c'è. È un monologo, interessante, bello, ma non è una storia.
    Per questo mi fermo a 3


    PS: mi sa che non ti sei autovotato col 4 regolamentare
     
    .
  14. Cattivotenente
     
    .

    User deleted


    Scusa anche te per la sintesi, a questo giro sono davvero inutile. Però, nel tuo caso, non avrei avuto comunque molto da commentare: non ci sono correzioni vistose da fare, se non ricordo male (l'ho letto appena postato), né avrei avuto suggerimenti di sorta. Il pezzo è come è, con i suoi pregi e i suoi difetti. È ben scritto e con immagini evocative e struggenti, però non c'è una vera storia, non è nemmeno propriamente un racconto. Io mi sono anche un po' commosso, ma con me è troppo facile: ho tre figli piccoli e la prima è stata una femmina. Quindi bene per lo scopo per il quale l'hai scritto, maluccio per USAM. Credo che, mediando, il voto più appropriato sia 2. ciao.
     
    .
  15. Peter7413
     
    .

    User deleted


    Ciao Lorenzo!
    Sono sicuro che nel contesto per cui è nato il racconto fosse valido, ma devo dirti che racconti simili ne ho letti fin troppi e questo non mi sembra che riesca a dare quel valore aggiunto che possa caratterizzarlo e farlo risaltare. Si capisce fin dalle prime righe dove andrà a parare e da li in avanti è un insieme di luoghi comuni che poco aggiungono all'insieme di conoscenze del lettore. Come conseguenza, la lettura rallenta e si tende a sperare che il finale giunga in fretta.
    Non posso che votarti con 1, mi spiace...
     
    .
15 replies since 31/8/2011, 23:00   274 views
  Share  
.