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CITAZIONE (Alessanto @ 7/10/2011, 13:06) ... Purtroppo non credo nella scrittura (per la gente normale, intendo) a braccio, frutto del puro istinto ... Ho provato farlo ma il più delle volte mi sono fermato a una bella immagine o un bel personaggio e siccome sono convinto che un racconto debba raccontare una storia compiuta (con molto non detto ma compiuta) tutto è finito lì. A me fa riflettere molto questa tua contro-osservazione: la gente, per me, è tutta "normale". I "geni" non esistono. O meglio, esistono persone che hanno un talento, un quid in più, un vantaggio di partenza, ma limitatamente a certi ambiti: chiamiamola "diversità naturale". Tutti, o quasi tutti, abbiamo un quid in più da qualche parte, magari inespresso, il più delle volte soffocato per poter apparire "normali". E guarda che il modo con cui tu usi la parola "normale" è diverso da come la intendo io. Il fatto vero è che la gente "normale" (ovvero "non geniali" secondo la tua definizione, a cui tu ritieni di appartenere) si crea dei miti, ovvero delle proiezioni mentali di "geni", che in realtà nella mia accezione sono persone normali con un piccolo (davvero piccolo) quid in più (è la diversità naturale). Purtroppo è la famiglia, e soprattutto la scuola, che ci forma a essere soldati, umili, rispettosi (dunque obbedienti), ovvero gente "normale" nella tua accezione, a farci ritenere di essere persone " non geniali" (sempre nella tua accezione). La scuola ci forza a credere che i "geni" siano altri, che i "geni" siano pochi, una casta di eletti, un'elite. Perché per il controllo sociale che il potere esercita su tutti noi ha necessità di farci credere che tutti noi siamo dei soldati, gente "normale", punto e basta. Sarebbe complicato per le elite dominanti mantenere il potere se ognuno di noi si accorgesse di essere un "genio". Io credo fortemente che gli stupidi siano pochissimi e le persone intelligenti siano in maggioranza, ognuno nel suo ambito. Io detesto chi pensa che "gli altri" siano tutti "stupidi": è solo una forma inculcata da un ambiente perverso per negare alla maggioranza di pensare di essere "geniale", "geniale" nella tua accezione. E' la scuola, fin da piccoli, che ci soffoca. Il gruppo che ci soffoca. Il lavoro che ci soffoca. I forum che ci soffocano. Sempre perché il potere è nelle mani di pochi che hanno un solo obiettivo: conservarlo. Non lo dico io, è la Storia che lo dice. In un certo senso la scrittura è una summa di capacità che media il "genio" che è in noi. Perché è una sintesi espressiva, che parte dall'osservazione, attraversa la nostra mente, ci porta alla riflessione individuale, fuori da quegli schemi di coercizione che la società ci impone, quella del potere organizzato che ci spinge a dimostrare nei fatti di essere persone "normali", umili, rispettose, obbedienti, mentre nella testa di ciascuno di noi (ammettiamolo) c'è il "genio" (nella tua accezione), c'è la voglia di essere "genio", c'è il desiderio profondo che gli altri si accorgano di questo nostro "genio". L’osservazione è individuale. La riflessione è individuale. La scrittura è individuale. Come tutte le arti, guarda caso, che sono individuali per eccellenza (e non posso considerare un'orchestra espressione d'arte, se non del compositore o del direttore). Dove c'è un gruppo c'è mediazione, c'è utilità sociale, senz'altro, ma muore l'arte, espressione libera e individuale del pensiero, espressione a cui tutti cerchiamo di tendere per esprimere quel "genio" che è in noi è che è stato forzatamente represso. Dunque ribadisco il mio consiglio: prova a scrivere seguendo te stesso, anche solo rincorrendo un'immagine, un personaggio. Non focalizzarti sulla "storia": la "storia" non esiste e tutto è “storia”. Questo è l'errore principale di questo forum: "non accade nulla", "non c'è la storia". E' un continuo ripetere questo ritornello. E' un errore, un terribile errore pensare alla "storia" e poi scriverla. Non è più arte. L’arte poi non è "puro istinto", riprendendo le tue parole. L’arte è partire dall'osservazione di qualcosa (anche immaginando l’osservazione, ma prima di tutto dall’osservazione reale), elaborare quanto è stato osservato attraverso il proprio "genio" (la propria "diversità naturale"), rappresentare con le parole (nel caso della scrittura) quello che è stato visto (o meglio, visto ed elaborato) facendolo rivedere al lettore. In tutto c'è una storia, specie se c'è un personaggio. Un personaggio <i>è>/i> una storia. Ciao.
P.S. Una curiosità: i post in questa discussione sono tutti sotto spoiler... Mi spiegate come intendete qui l'uso dello spoiler?
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